giovedì 12 novembre 2009

Gli abbracci spezzati

Pedro Almodovar realizza il suo 81/2 insieme all' inseparabile Penelope Cruz


Arriva un momento nella carriera di ogni artista in cui si riflette sul significato dell'arte, la propria e in quanto concetto astratto.

Picasso ha avuto vari periodi, Thomas Mann ci ha scritto un romanzo e Fellini ha realizzato 8 ½.

Anche per Almodovar è arrivato il momento dei bilanci, delle riflessioni, della maturità.

Dopo due Oscar e un numero infinito di premi, Almodovar nella sua ultima fatica riflette su ciò che ama di più: il cinema. Mateo Blanco è un regista che ha perso la vista e che da quel momento si fa chiamare Harry Cane: attraverso il flusso discontinuo e dolente dei suoi ricordi apprendiamo come 14 anni prima è diventato cieco e qual è la storia celata nel suo ultimo film “Ragazze e valige”.

Penelope Cruz

Coloratissimo, pieno di citazioni e autocitazioni (la pellicola di Mateo si rifà chiaramente al geniale Donne sull'orlo di una crisi di nervi), tacchi a spillo, donne un pò vittime un pò puttane, passioni al limite della follia, ossessioni, carnalità: Almodovar non abbandona il suo stile inconfondibile ma allo stesso tempo perde sia l'ironia sia la drammaticità delle sue grandi opere.

La vicenda narrata infatti diventa presto un puzzle discontinuo e secondario, il vero protagonista è il processo creativo in sè: il regista fa della sua vita un'opera d'arte, vita che spesso supera la finzione.

Penelope Cruz

L'arte che imita la vita che imita l'arte: il personaggio di Lena - la sempre intensa e bravissima Penelope Cruz, ormai trasformata in vera icona pop dal regista che più di tutti ha saputo valorizzarla – vorrebbe diventare attrice ma il dramma della sua vita è molto più avvincente e triste del suo alterego di celluloide. Un film sulla necessità di fare cinema non per uno scopo preciso, ma per un fine che è rappresentato dalla pellicola stessa. “I film bisogna finirli anche ad occhi chiusi, non importa come” questo dice Mateo-Almodovar alla fine della storia: la necessità di raccontare, di creare artifici per l'amore dell'arte e delle storie.

Un argomento non nuovo certamente e che spesso sfugge di mano al regista spagnolo, che abbandonando l'ironia spesso appesantisce la pellicola, ma siamo comunque di fronte ad un'opera realizzata da un grande artista della macchina da presa che, nonostante i suoi difetti, rimane un lavoro interessante e da non perdere.


La citazione: "I film bisogna finirli anche ad occhi chiusi, non importa come"

Voto: ♥♥♥

Uscita italiana: 13 novembre 2009

Pubblicato su MPnews.it

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