sabato 8 febbraio 2014

Generation War: la Seconda Guerra Mondiale dal punto di vista dei nazisti

Cinque amici tedeschi affrontano destini diversi all'alba della Seconda Guerra Mondiale: “Generation War” è, secondo The Economist, il dramma televisivo tedesco che ha suscitato il maggior dibattito nella storia della televisione. In onda su Raitre venerdì 7 e sabato 8 febbraio. 



Wilhelm (Volker Bruch) e Friedhelm (Tom Schilling) sono due fratelli: ligio al dovere il primo, romantico e appassionato di poesia il secondo. Arruolati entrambi nell’esercito, i due stanno partendo per la Russia per prendere parte all’attacco tedesco contro l’Unione Sovietica: è il 1941 ed è scoppiata la Seconda Guerra Mondiale. Prima di partire per il fronte, i fratelli si riuniscono per un’ultima cena a Berlino con i loro amici di sempre: Charlotte (Miriam Stein), infermiera che sta per unirsi alle truppe tedesche, Greta (Katharina Schuttler), aspirante attrice, e il suo fidanzato Viktor (Ludwig Trepte), un sarto ebreo. Tutti sono convinti che la guerra durerà pochi mesi e che si ritroveranno di nuovo insieme a Berlino per Natale: la storia darà loro torto. 

Scritta da Stefan Kolditz, diretta da Philip Kadelbach e trasmessa in Germania sul canale ZDF, Generation War è una miniserie in tre puntate da 90 minuti ciascuna (in onda venerdì 7 alle 21.05 e sabato 8 febbraio alle 21.30 su Rai 3) che affronta la Seconda Guerra Mondiale dal punto di vista scomodo e poco esplorato di cinque giovani tedeschi: i protagonisti vengono presentati come dei comuni ventenni pieni di sogni e speranze che però, poco a poco, costretti dalle circostanze, compiono azioni terribili. Una serie coraggiosa, che ha il difficile compito di mostrarci persone normali che hanno tirato fuori il peggio da loro stesse: la dolce infermiera Charlotte, desiderosa di aiutare i soldati feriti, non esita a denunciare una sua collega quando scopre che è ebrea, così come Wilhelm esegue senza fiatare gli ordini dei suoi superiori, uccidendo prigionieri di guerra e civili innocenti. Un tema difficile, che ha suscitato non poche polemiche: Ryszard Schnepf, l’ambasciatore polacco presso la sede americana, ha scritto una lettera di lamentele alla rete Music Box, rea di aver comprato i diritti della serie tedesca e la rivista inglese The Economist ha definito “Generation War” come il prodotto televisivo più controverso nella storia della tv tedesca. 

Dal punto di vista tecnico la serie è di altissimo livello, sia per quanto riguarda la regia che le ambientazioni, gli attori sono tutti in parte e talentuosi: a disarmare è la naturalezza con cui vengono presentati i protagonisti, per cui all’inizio si simpatizza e che poi si macchiano di crimini raccapriccianti. Gli autori ci mostrano questo processo senza forzare il giudizio e senza giustificare nessuno, portando lo spettatore a riflettere sul fatto che in quelle condizioni storiche l’uomo comune si sarebbe comportato esattamente così.


Pubblicato su TvZap.

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