martedì 1 ottobre 2013

Pif al Roma Fiction Fest: L’arte contemporanea è una fede

Pif ha presentato al Roma Fiction Fest la puntata de “Il Testimone” dedicata all’arte contemporanea e ne ha parlato con il pubblico insieme al critico d’arte Francesco Bonami, rivelando anche qualche anticipazione sulla prossima stagione del programma e sul suo film “La mafia uccide solo d’estate”



Nel 1917 Marcel Duchamp espose un orinatoio facendolo diventare un’opera d’arte: per molti questo è l’inizio dell’arte contemporanea. Con il passare degli anni però le provocazioni sono diventate sempre più grandi, gli artisti si sono trasformati in celebrità e l’arte in una macchina per fare soldi: tutto giustificato dalla bellezza e dal sacro fuoco? Oppure molti artisti sono in realtà degli abili venditori di fumo? 

Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, è partito proprio da queste domande per realizzare una puntata del programma di MTVIl Testimone”, in cui si interroga sul mondo dell’arte contemporanea e sull’approccio del pubblico alle opere, un tema che, come ha ammesso, lo ha incuriosito: “In passato ho fatto servizi sul cinema porno e sul rap, mondi con cui non ho niente a che fare, così come l’arte contemporanea: mi sembrava un altro ambito che non capisco bene, di cui non afferro il senso, per questo ci ho fatto una puntata, per capire meglio questo mondo”. 

Ad accompagnare Pif in questo viaggio tra i barattoli di Manzoni e videoinstallazioni è il critico d’arte Francesco Bonami, autore del libro “Lo potevo fare anche io. Perché l’arte contemporanea è davvero arte” ed ex direttore della Biennale di Venezia, che ha risposto alle domande del conduttore con ironia: “L’arte contemporanea è un mondo di persone insicure perché non siamo molto seguiti. Quindi quando qualcuno come Pif chiede di farci delle interviste ci caschiamo. Il 90% delle cose che lui ha fatto vedere io non le metterei in mostra. Guardando alcuni personaggi che Pif ha intervistato mi sono venuti dei dubbi sul mondo dell’arte contemporanea: ha fatto vedere un lato assurdo di questo ambiente. Inoltre Pif dimostra che questi artisti sono dei geni ma paradossalmente anche degli idioti perché poi quando rispondono alle sue domande sulle opere non sanno che dire”. 

Nel corso dell’incontro con il pubblico, Pif e Bonami hanno cercato di affrontare il concetto, che spesso sorge spontaneo in chi guarda un’opera contemporanea, del “questo lo posso fare anche io”: “Facendo questo programma ho capito che bisogna rapportarsi all’arte contemporanea senza pregiudizi e cercando di far attivare solo la parte emotiva del nostro cervello. Bisogna cercare di capire che sentimenti ci ispira e comunica un’opera” ha detto in modo diplomatico Pif; più severo invece Bonami: “Molta dell’arte contemporanea è effettivamente una bufala: ci sono certe cose che sono ridicole. Ancora più ridicolo però è che si trova qualcuno disposto a spendere 40mila dollari per un gommone gonfiato da una fisarmonica. Il problema non è il fatto che il gallerista o l’artista prendano tutti questi soldi per un’opera del genere, ma che si ostinino a voler dire e a cercare di convincerci che quella cosa sia sublime. Alla fine l’arte è una fede: c’è chi finanzia partiti politici, chi il calcio, chi l’arte. Perché è uno scandalo se uno ha 4 milioni di dollari e li vuole spendere in arte? L’arte però deve tornare a raccontare delle cose e non essere così auto-referenziale. Questo non è più possibile visto che ormai non è più un mondo frequentato dai soliti quattro gatti ma, grazie ai mezzi contemporanei, è diventata molto più accessibile ”. 

Interrogato poi sulla puntata di “Il Testimone” dedicata a Roberto Saviano, Pif ha rivelato di essere commosso dal successo che continua a ottenere quell’episodio: “Sono colpito dal fatto che questa puntata venga trasmessa nelle scuole, anche in quelle del nord. La mafia è un argomento che mi sta molto a cuore, ho girato anche un film su questo, “La mafia uccide solo d’estate”, che uscirà il prossimo 28 novembre, e al di fuori della Sicilia è una cosa difficile da capire: i suoi meccanismi sono molto più subdoli di come ci si immagina. La storia di Roberto Saviano è una storia che mi ha colpito: è una persona sensibile che quando viene attaccata cade in depressione e raccontare la sua esperienza è stato un modo di parlare di un problema simile al mio, che sono di Palermo, senza che mi appartenesse completamente perché in realtà era la sua storia”. 

Pif ha inoltre rivelato alcuni dei temi su cui si focalizzerà la prossima stagione di “Il Testimone”: “Per le prossime puntate vedremo un episodio in cui seguo un cacciatore di foche in Groelandia. Una cosa che mi ha anche fatto discutere con la mia famiglia: i miei mi volevano a un battesimo in Sicilia e invece io sono andato lì. Hanno pensato tutti che fosse una scusa. E’ stato interessante perché ho visto l’altro lato della caccia alle foche: lì in Groelandia uccidere una foca è come uccidere un maiale. Il problema con le foche è che sono carine quindi fa più impressione. E’ una cosa un po’ ipocrita: anche da noi non è che i maiali non soffrono quando li uccidiamo. Poi vedremo anche delle puntate ambientate a Dubai, Los Angeles, Messico e sul Calcio Fiorentino: una cosa pazzesca”.


Pubblicato su TvZap.

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