martedì 15 ottobre 2013

Homeland, Carrie 58 giorni dopo

Su Sky da questa sera la terza stagione di “Homeland”, serie sul tormentato rapporto tra Carrie Mathison, agente della CIA interpretata da Claire Danes, e Nicholas Brody, marine divenuto terrorista 



Appuntamento su Fox, da questa sera, con “Homeland”, serie scritta da Howard Gordon e Alex Gansa, che nel breve spazio di due stagioni ha conquistato critica e pubblico: la storia dell'agente della CIA Carrie Mathison, geniale analista affetta da disturbo bipolare, e della sua ossessione non solo professionale per Nicholas Brody, ex marine passato al nemico dopo otto anni di prigionia in Iraq, ha appassionato gli spettatori e regalato ai protagonisti Claire Danes e Damian Lewis diversi premi prestigiosi, tra cui il Golden Globe e l'Emmy Award. Un successo tale da portare perfino Barack Obama a esprimere il suo apprezzamento per la serie, come ha confermato la stessa attrice protagonista, che è stata ospite alla Casa Bianca: “Il presidente mi ha detto: mi piace molto la tua serie. Ma chissà se l'ha veramente mai vista...”. 

La popolarità della serie è talmente manifesta da aver convinto anche la stessa CIA a incontrare, a fine settembre, gli attori e gli autori di “Homeland” nel suo quartier generale a Langley, in Virginia: “Durante la nostra a gita mi è sembrato quasi di essere tornata ai tempi del liceo” ha dichiarato la Danes, che ha rivelato: “C'era un lungo tavolo pieno di agenti della Cia e poi c'eravamo noi, seduti proprio di fronte, come se fossimo pronti a scoprire i nostri giochi. Loro non potevano dirci niente, in realtà. E noi non potevamo dire loro niente del nostro show. Che genere di conversazione avremmo potuto mai avere?”. Alex Gansa, showrunner della serie, è rimasto molto colpito dall'incontro, riflettendo sul fatto che tra realtà e finzione non ci sono poi grandi differenze: “Entrambi costruiamo set. Entrambi interpretiamo ruoli. Ed entrambi facciamo brainstorming: loro sulle operazioni, noi sulle storie delle puntate”. 

Non stupisce dunque che ci sia una certa attesa per la terza stagione di “Homeland”, che questa volta affronterà dall'interno le paranoie e le paure del popolo americano, mettendo in discussione la CIA stessa: all'inizio della serie, che in America ha debuttato lo scorso 29 settembre, ritroviamo i personaggi esattamente 58 giorni dopo il tragico evento con cui si è conclusa la serie precedente, ovvero l'attentato terroristico ai danni proprio di Langley, quartier generale della CIA. L'attentato nel cuore della sicurezza americana ha fatto perdere credibilità all'agenzia, che rischia di essere chiusa prima ancora di potersi riprendere dalla perdita di duecento e più dipendenti. 

Il grande assente della terza stagione è Brody: fuggito con l'aiuto di Carrie subito dopo l'attentato, il marine ha fatto perdere le sue tracce ed è considerato il responsabile principale dell'attentato, divenendo di fatto il ricercato numero uno d'America. Nella fuga Brody lascia dietro di sé altre macerie oltre a quelle di Langley: la figlia Dana (Morgan Saylor) e la moglie Jessica (Morena Beccarin). Alla CIA invece Saul (Mandy Patinkin), capo e mentore di Carrie, prende il comando del Centro Antiterrorismo e, per ridare immediata credibilità all'agenzia, sceglie una linea dura. “Carrie non è mai stata più isolata e infelice, alienata” - aveva raccontato Claire Danes parlando della terza stagione, che secondo l'attrice sarà: “Sempre più dark”.


Pubblicato su Repubblica.it

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