giovedì 17 ottobre 2013

Intervista: Generazione The Pills, "Ecce bombo" trent'anni dopo

Parlano Luca Vecchi, Luigi Di Capua e Matteo Corradini: per tutti i The Pills, autori della fortunata webserie che ha conquistato un vero produttore. La seconda stagione, oltre che su YouTube, andrà in onda anche in televisione, su Italia1 

Luigi Di Capua, Luca Vecchi e Matteo Corradini


La, seconda, nuova stagione della loro fortunata webserie, già online da qualche giorno e presto su Italia1, è costata 250mila euro, "più o meno come 3 minuti di Don Matteo" osserva ironico Matteo Corradini, raccontando come sia riuscito ad ottenere un finanziamento dalla Taodue di Pietro Valsecchi. Luca Vecchi, Luigi Di Capua e Matteo Corradini sono i The Pills, gruppo di giovani amici romani che è riuscito a trasformare la quotidianità in lavoro riprendendo le proprie conversazioni a metà tra il surreale e il grottesco. Il passatempo è diventato "The Pills", quasi tre milioni di visualizzazioni su YouTube, una collaborazione con radio Deejay e la messa in onda televisiva su LA3

Ora la seconda stagione, appena iniziata sul web, in collaborazione con il regista Matteo Rovere e con la casa di produzione Taodue. Racconta Valsecchi "La prima volta che ci siamo visti ho detto loro "vorrei fare Ecce Bombo 30 anni dopo". E loro mi hanno risposto "anche noi"". 
Un bel salto, quello di un prodotto che smette di essere amatoriale. “In realtà il sistema produttivo è rimasto lo stesso in termini pratici - racconta Luigi di Capua - adesso però possiamo dare i soldi al fonico e all'operatore. Il set è rimasto sempre casa di Luca". Nessuna concessione, promettono da veri duri e puri della Rete, alle esigenze di "ripulitura" del linguaggio imposte dal passaggio televisivo. Promette Matteo Corradini: "Non credo che la genuinità sia basata sul linguaggio, quello che usiamo è rimasto lo stesso, di parolacce ne diciamo anche di più, e non credo che i nostri spettatori si accontentino di questo. Comunque di parolacce ne diremo sempre tantissime”. 

Una seconda stagione 100% The Pills, dunque, con personaggi già visti nella prima serie come Betanì e new entry come Angela. Ci saranno anche dei nuovi ospiti che sono effettivamente degli attori, come Claudia Vismara e Elena Cucci. Tutto, però, all'insegna della produzione "casalinga", ci tiene a sottolineare Luigi di Capua: "Ci sono sempre amici, amici di amici, non abbiamo fatto dei veri e propri cast”. L'ispirazione arriva, come sempre, dai mostri sacri, che nel caso dei The Pills sono South Park, Simpson e Griffin. Il risultato è importante: quello di essere i portavoce, insieme a personaggi come Zerocalcare, della generazione nata negli anni '80 e cresciuta nei '90. Una responsabilità secondo Luca: “È un argomento delicato, abbiamo vissuto prima il bombardamento dei videoclip, eravamo la MTV Generation, poi abbiamo vissuto il passaggio alla digitalizzazione, che è il livello successivo del bombardamento mediatico. Quindi siamo quella generazione che si trova sulla sottile linea di chi sa di tutto un po' però paradossalmente è vecchio”. 

Luigi preferisce buttarsi sul sarcasmo: "Siamo quella linea sottile di chi si faceva le pippe con le cassette e poi ha avuto lo streaming”. Argomenta Luigi: “Non è che ci siamo mai posti l'obiettivo di voler raccontare la nostra generazione, anche perché se provi a raccontarla già fallisci. Deve essere una cosa molto naturale, probabilmente la racconti prendendola per il culo e prendendoti in giro tu in primis, non mettendoti su una cattedra, ma criticando te stesso e tutti quanti come abbiamo sempre fatto. Quindi per noi non è semplicemente 'Fabio Volo è una merda', ma 'Fabio Volo è una merda ma ci vai a ruota': non vogliamo prendere una posizione precisa, non perché non lo vogliamo ma perché è ridicolo prenderla su queste cose, e analizzare le varie sfaccettature di questa generazione. Forse è per questo che piacciamo sia al radical del Pigneto che al regista di 50 anni o al diciottenne coatto che ti ferma per strada”. 

La tv, anche per chi vive di web, c'è ed è una fonte di ispirazione. Nella serie ci sono vari riferimenti a serie di successo. Matteo si dichiara: “Personalmente in lutto perché è finito Breaking Bad". Per quanto riguarda l'ispirazione, le atmosfere arrivano da Friends, Louie, Seinfeld, Curb your enthusiasm, South Park, Griffin. In generale, ammette Luca, il metodo è quello di guardarne milioni: "Bombardamento totale, a tappeto". E anche questo, spiega Luigi, "è tipico della generazione anni '80/'90: è una generazione che non ha un punto di riferimento, non ha un'ideologia anche in termini di gusto, ma fagocita tutto. Esattamente come Zerocalcare: i suoi riferimenti spaziano dai cartoni animati giapponesi, cartoni della Disney, personaggi della letteratura, di tutto". 

Una disinvoltura a 360 gradi, che rischia di naufragare di fronte ai commenti negativi, come racconta Luca: "Io la prendo malissimo: mi drogo. Mi accascio, mi squaglio. Si può pensare che siamo dei cinici insensibili ma in realtà non è così: più la critica è gratuita e più non me ne capacito. Quando leggo scritto “certo che siete proprio dei froci” mi chiedo perché. Criticami sul montaggio, sulla fotografia, sui contenuti, sulla recitazione...”. Mentre Luigi trova l'aspetto positivo: “Spesso nel mondo del cinema e della televisione le persone vengono circondate solo da yesmen che le esaltano e perdono così il contatto con la realtà, invece la critica è fondamentale”. Matteo preferisce lo scontro frontale: “Questo discorso per le critiche in generale è verissimo e giustissimo: su YouTube me ne frego. La gente scrive cose terribili e io rispondo a tono in maniera ancora più violenta e senza senso. Oggi sulla pagina ci hanno scritto “ma come, un mese d'assenza e solo 29 secondi di video”? Io ho scritto “quanto hai speso per questa serie? Dimmi che ti rimborsiamo”. E lui “ah grandi, stavo scherzando”. Si, si...”. 

Ma non esistono solo gli haters, la Rete è anche il nuovo terreno delle groupies. Luigi si sminuisce: "Vabbé non siamo mica i Rolling Stones! Siamo tre pagliacci!", e gli fa eco Luca: “Andresti mai con Prezzemolo di Gardaland? La risposta è no”. “La cosa bella, veramente, veramente bella, - spiega Luigi - è che a volte ti ritrovi a parlare con delle persone con cui non parleresti mai, persone che normalmente snobbi e che ti snobbano e che invece ti fermano. Come appunto un ragazzino di 18 anni che fa il liceo con cui chiacchieri un quarto d'ora e che normalmente invece non incontreresti mai. Questo è molto interessante, perché sei stimolato a parlare con persone totalmente sconosciute”.


Pubblicato su Repubblica.it

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