domenica 24 febbraio 2013

Argo


Diciamo la verità: quando cinque anni fa Ben Affleck esordì al cinema con Gone Baby Gone, nessuno gli avrebbe dato due lire in mano. E l'euro c'era già da un pezzo. 
Quando si pensava a Ben Affleck le prime cose che venivano in mente erano: promettente sceneggiatore sprecato a fare l'attore con un'espressione e mezza in dotazione, bisteccone americano belloccio e sciupafemmine impegnato in relazioni da tabloid, bff di Matt Damon. Una vita invidiabile per ogni bisteccone belloccio e senza cervello, ma non abbastanza per un uomo intelligente e con delle cose da dire. 
Quindi è con un grande pregiudizio che tutti andarono a vedere l'opera prima del Ben regista, tratta dal duro romanzo di Dennis Lehane La casa buia; e invece, sorpresa: il film non solo era uno dei migliori dell'anno, ma il buon Ben si rivelò anche un regista di talento.
A quel punto, ammettiamolo, tutti abbiamo pensato ad un caso fortuito, alla mano di un "ghost director" dietro le quinte, a un miracolo nato dallo sfregamento delle giunoniche terga di J.Lo; e invece, sorpresa numero due: anche il suo secondo film da regista, The Town, si è rivelato un'opera solida e ben girata, con una gestione perfetta degli attori, compreso lo stesso Affleck, che auto-dirigendosi recita in maniera più convincente.

Non c'è due senza tre e il buon Ben non si è smentito: non solo ha realizzato un ottimo film, ma è riuscito ad andare ben oltre la maestria registica e di scrittura dimostrata nelle prime opere. Argo racconta la storia di Tony Mendez, interpretato dallo stesso Affleck, agente della CIA che deve trovare il modo di liberare sei funzionari dell'ambasciata americana a Teheran, rifugiatisi presso la residenza dell'ambasciatore canadese dopo un violento attacco della popolazione locale. Siamo nel 1979 e le tensioni tra Stati Uniti e Iran sono alle stelle: per far fuggire dal paese i connazionali, Mendez tira fuori dal cilindro l'idea di far credere al governo iraniano di essere il produttore di un film di fantascienza, intitolato appunto Argo, e di far passare i sei fuggiaschi per gli addetti ai lavori del film.

Una storia talmente assurda da essere vera: Affleck ha preso infatti spunto da un fatto reale per costruire un film che unisce più registri narrativi insieme. Con un'abilità da maestro del cinema consumato, il regista, sceneggiatore e attore unisce il film di guerra al thriller (da cardiopalmo la parte finale con la fuga dei protagonisti), riuscendo ad amalgamare anche una divertente critica ad Hollywood e a se stesso, quando fa dire ad uno dei personaggi: "Anche una scimmia può imparare a dirigere un film". C'è inoltre una sottile riflessione sul potere dell'arte e del cinema che può sì dissimulare fatti ed eventi, ma può far anche riflettere su di essi e addirittura, in rari casi, aiutare.

Argo è quindi un film sorprendente, solido, equilibrato, in cui vengono mostrate scene terribili come le impiccagioni di piazza e contemporaneamente si ride grazie alla gigioneria irresistibile di Alan Arkin e John Goodman
Non male per essere opera di un "semplice bisteccone belloccio".
Da vedere preferibilmente in lingua originale per apprezzare l'ottima recitazione del cast e tutta la potenza della, ormai già leggendaria, battuta: "Argo fuck yourself!".

John Goodman, Alan Arkin e Ben Affleck


La citazione: "Se io faccio un falso film, sarà un falso successo!"

Hearting/Cuorometro: ♥♥♥♥

Titolo originale: Argo
Regia: Ben Affleck
Anno: 2012
Cast: Ben Affleck, John Goodman, Alan Arkin, Bryan Cranston, Kyle Chandler, Victor Garber, Clea DuVall, Rory Cochrane, Tate Donovan, Chris Messina, Adrienne Barbeau, Tom Lenl, Titus Welliver
Colore: colore
Durata: 120 minuti
Distribuzione: Warner Bros.

2 commenti:

  1. Indubbiamente un film solido, qualunque cosa questo significhi. Ma per quanto mi riguarda ho preferito di più i film precedenti di Affleck. Sul tema "politico" ho apprezzato decisamente nonché maggiormente il meno emotivo Zero Dark Thirty. Di gran lunga superiore. La pecca, a mio modo di vedere, di Argo e il voler creare l'effetto suspance a tutti i costi, in particolare nel poco credibile finale. In quel lungo momento finale io ho sbuffato pensando sì Argo fuck yourself!! Mi chiedevo perché? Perché questi giochini?!

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    1. Solido nel senso che mette tanta carne al fuoco ma non si perde. Secondo me invece è riuscito ad unire bene diversi generi cinematografici. È vero, il finale e un po' furbo, gioca parecchio sulla suspence a tutti i costi e per questo il film per me e "solo" un ottimo film e non un capolavoro. Detto questo io nel finale mi sono emozionata moltissimo! :)

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