Diciamo la verità: quando cinque anni fa Ben Affleck esordì al cinema con Gone Baby Gone, nessuno gli avrebbe dato due lire in mano. E l'euro c'era già da un pezzo.
Quando si pensava a Ben Affleck le prime cose che venivano in mente erano: promettente sceneggiatore sprecato a fare l'attore con un'espressione e mezza in dotazione, bisteccone americano belloccio e sciupafemmine impegnato in relazioni da tabloid, bff di Matt Damon. Una vita invidiabile per ogni bisteccone belloccio e senza cervello, ma non abbastanza per un uomo intelligente e con delle cose da dire.
Quindi è con un grande pregiudizio che tutti andarono a vedere l'opera prima del Ben regista, tratta dal duro romanzo di Dennis Lehane La casa buia; e invece, sorpresa: il film non solo era uno dei migliori dell'anno, ma il buon Ben si rivelò anche un regista di talento.
A quel punto, ammettiamolo, tutti abbiamo pensato ad un caso fortuito, alla mano di un "ghost director" dietro le quinte, a un miracolo nato dallo sfregamento delle giunoniche terga di J.Lo; e invece, sorpresa numero due: anche il suo secondo film da regista, The Town, si è rivelato un'opera solida e ben girata, con una gestione perfetta degli attori, compreso lo stesso Affleck, che auto-dirigendosi recita in maniera più convincente.
Non c'è due senza tre e il buon Ben non si è smentito: non solo ha realizzato un ottimo film, ma è riuscito ad andare ben oltre la maestria registica e di scrittura dimostrata nelle prime opere. Argo racconta la storia di Tony Mendez, interpretato dallo stesso Affleck, agente della CIA che deve trovare il modo di liberare sei funzionari dell'ambasciata americana a Teheran, rifugiatisi presso la residenza dell'ambasciatore canadese dopo un violento attacco della popolazione locale. Siamo nel 1979 e le tensioni tra Stati Uniti e Iran sono alle stelle: per far fuggire dal paese i connazionali, Mendez tira fuori dal cilindro l'idea di far credere al governo iraniano di essere il produttore di un film di fantascienza, intitolato appunto Argo, e di far passare i sei fuggiaschi per gli addetti ai lavori del film.
Una storia talmente assurda da essere vera: Affleck ha preso infatti spunto da un fatto reale per costruire un film che unisce più registri narrativi insieme. Con un'abilità da maestro del cinema consumato, il regista, sceneggiatore e attore unisce il film di guerra al thriller (da cardiopalmo la parte finale con la fuga dei protagonisti), riuscendo ad amalgamare anche una divertente critica ad Hollywood e a se stesso, quando fa dire ad uno dei personaggi: "Anche una scimmia può imparare a dirigere un film". C'è inoltre una sottile riflessione sul potere dell'arte e del cinema che può sì dissimulare fatti ed eventi, ma può far anche riflettere su di essi e addirittura, in rari casi, aiutare.
Argo è quindi un film sorprendente, solido, equilibrato, in cui vengono mostrate scene terribili come le impiccagioni di piazza e contemporaneamente si ride grazie alla gigioneria irresistibile di Alan Arkin e John Goodman.
Non male per essere opera di un "semplice bisteccone belloccio".
Da vedere preferibilmente in lingua originale per apprezzare l'ottima recitazione del cast e tutta la potenza della, ormai già leggendaria, battuta: "Argo fuck yourself!".
Quando si pensava a Ben Affleck le prime cose che venivano in mente erano: promettente sceneggiatore sprecato a fare l'attore con un'espressione e mezza in dotazione, bisteccone americano belloccio e sciupafemmine impegnato in relazioni da tabloid, bff di Matt Damon. Una vita invidiabile per ogni bisteccone belloccio e senza cervello, ma non abbastanza per un uomo intelligente e con delle cose da dire.
Quindi è con un grande pregiudizio che tutti andarono a vedere l'opera prima del Ben regista, tratta dal duro romanzo di Dennis Lehane La casa buia; e invece, sorpresa: il film non solo era uno dei migliori dell'anno, ma il buon Ben si rivelò anche un regista di talento.
A quel punto, ammettiamolo, tutti abbiamo pensato ad un caso fortuito, alla mano di un "ghost director" dietro le quinte, a un miracolo nato dallo sfregamento delle giunoniche terga di J.Lo; e invece, sorpresa numero due: anche il suo secondo film da regista, The Town, si è rivelato un'opera solida e ben girata, con una gestione perfetta degli attori, compreso lo stesso Affleck, che auto-dirigendosi recita in maniera più convincente.
Non c'è due senza tre e il buon Ben non si è smentito: non solo ha realizzato un ottimo film, ma è riuscito ad andare ben oltre la maestria registica e di scrittura dimostrata nelle prime opere. Argo racconta la storia di Tony Mendez, interpretato dallo stesso Affleck, agente della CIA che deve trovare il modo di liberare sei funzionari dell'ambasciata americana a Teheran, rifugiatisi presso la residenza dell'ambasciatore canadese dopo un violento attacco della popolazione locale. Siamo nel 1979 e le tensioni tra Stati Uniti e Iran sono alle stelle: per far fuggire dal paese i connazionali, Mendez tira fuori dal cilindro l'idea di far credere al governo iraniano di essere il produttore di un film di fantascienza, intitolato appunto Argo, e di far passare i sei fuggiaschi per gli addetti ai lavori del film.
Una storia talmente assurda da essere vera: Affleck ha preso infatti spunto da un fatto reale per costruire un film che unisce più registri narrativi insieme. Con un'abilità da maestro del cinema consumato, il regista, sceneggiatore e attore unisce il film di guerra al thriller (da cardiopalmo la parte finale con la fuga dei protagonisti), riuscendo ad amalgamare anche una divertente critica ad Hollywood e a se stesso, quando fa dire ad uno dei personaggi: "Anche una scimmia può imparare a dirigere un film". C'è inoltre una sottile riflessione sul potere dell'arte e del cinema che può sì dissimulare fatti ed eventi, ma può far anche riflettere su di essi e addirittura, in rari casi, aiutare.
Argo è quindi un film sorprendente, solido, equilibrato, in cui vengono mostrate scene terribili come le impiccagioni di piazza e contemporaneamente si ride grazie alla gigioneria irresistibile di Alan Arkin e John Goodman.
Non male per essere opera di un "semplice bisteccone belloccio".
Da vedere preferibilmente in lingua originale per apprezzare l'ottima recitazione del cast e tutta la potenza della, ormai già leggendaria, battuta: "Argo fuck yourself!".
John Goodman, Alan Arkin e Ben Affleck
La citazione: "Se io faccio un falso film, sarà un falso successo!"
Hearting/Cuorometro: ♥♥♥♥
Titolo originale: Argo
Regia: Ben Affleck
Anno: 2012
Cast: Ben Affleck, John Goodman, Alan Arkin, Bryan Cranston, Kyle Chandler, Victor Garber, Clea DuVall, Rory Cochrane, Tate Donovan, Chris Messina, Adrienne Barbeau, Tom Lenl, Titus Welliver
Colore: colore
Durata: 120 minuti
Distribuzione: Warner Bros.
Indubbiamente un film solido, qualunque cosa questo significhi. Ma per quanto mi riguarda ho preferito di più i film precedenti di Affleck. Sul tema "politico" ho apprezzato decisamente nonché maggiormente il meno emotivo Zero Dark Thirty. Di gran lunga superiore. La pecca, a mio modo di vedere, di Argo e il voler creare l'effetto suspance a tutti i costi, in particolare nel poco credibile finale. In quel lungo momento finale io ho sbuffato pensando sì Argo fuck yourself!! Mi chiedevo perché? Perché questi giochini?!
RispondiEliminaSolido nel senso che mette tanta carne al fuoco ma non si perde. Secondo me invece è riuscito ad unire bene diversi generi cinematografici. È vero, il finale e un po' furbo, gioca parecchio sulla suspence a tutti i costi e per questo il film per me e "solo" un ottimo film e non un capolavoro. Detto questo io nel finale mi sono emozionata moltissimo! :)
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