James Cameron è uno che da sempre è abituato a fare le cose in grande.
Amante della fantascienza e della tecnologia, ha tracciato un segno indelebile nel filone fantascientifico con pellicole innovative e ormai di culto come Alien e Terminator.
Non solo mostri e raggi laser però: con Titanic Cameron ha dimostrato il suo amore per le storie umane, per l'epica che si cela nei racconti di gente comune travolta dal corso della storia.
Inevitabile quindi il grande clamore che la sua nuova fatica, a distanza di ben 12 anni dal pluripremiato e ormai leggendario Titanic, destasse un' incredibile girandola di commenti, aspettative e curiosità.
Annunciato come il film che avrebbe cambiato per sempre la concezione di “cinema” e pellicola, ad oggi, più costosa di sempre, Avatar ha fatto discutere prima ancora di essere visto.
E' stato accusato di essere l'arma di distruzione di massa del cinema d'autore, del fascino della pellicola, della genuinità delle interpretazioni “dal vivo” degli attori.
In più è stato incolpato di avere una storia troppo semplice, personaggi poco approfonditi e che tutto sia suppellettile rispetto al vero grande protagonista: il 3D.
Ci si è messo anche Steven Spielberg, il grande fabbricante di sogni, che ha definito il film un capolavoro e “una delle cose più emozionanti mai viste”.
Cerchiamo di analizzare dunque il film e il complesso fenomeno che Avatar rappresenta attraverso questi vari punti di vista.
Sigourny Weaver e Sam Wortington
La storia di Avatar
Accusare un film di avere una storia troppo semplice è segno, molto spesso, di una comprensione parziale di quello che vuol dire raccontare una storia, soprattutto al cinema: se la storia, intesa come fatto, è davvero la cosa più importante in un racconto, allora grandi capolavori della letteratura mondiale come Romeo e Giulietta e L'Odissea potrebbero essere riassunti semplicemente come la storia di due che si ammazzano per amore e di uno che fa un lungo viaggio per il Mediterraneo.
Una storia è funzionale al modo in cui viene raccontata e soprattutto al cinema questo è lampante.
In Avatar si parla di Jake Sully, un marine rimasto paralizzato, chiamato a sostituire il fratello gemello defunto in una missione speciale: pilotare telepaticamente un Avatar, un essere con DNA mezzo umano e mezzo alieno, per poter conquistare la fiducia dei Na'vi, abitanti del pianeta Pandora.
La missione di Jake è convincere gli alieni dalla pelle blu a cedere un prezioso minerale che si trova su Pandora agli umani, rimasti a corto di riserve energetiche.
Inizialmente intenzionato a compiere la sua missione da bravo soldato, Jake riesce a intrufolarsi tra i Na'vi grazie a Neytiri, figlia del capo tribù.
Ma durante la frequentazione di questa aliena dalla pelle color turchese, che parla con animali e alberi e che gli insegna l'amore e il rispetto per la natura, qualcosa cambia: rinato grazie alla nuova vita, Jake può vedere il mondo e le cose con occhi diversi.
E' vero la storia è un mix di classici come Balla coi lupi, Pochaontas, Blade Runner e Matrix, con atmosfere alla Guerre Stellari e Stargate.
Ma non c'è solo questo: mescolate sapientemente in questa cornice così classica e collaudata, ci sono anche il tema dell'ambiente, la critica ai militari sempre troppo sicuri di cosa sia giusto e sbagliato e incapaci di cogliere le sfumature della situazione in cui sono immersi perchè abituati a ricevere ed eseguire ordini e basta, la vergogna per le numerose azioni preventive attuate dal governo americano negli ultimi 10 anni e non solo, la paura del terrorismo, il problema dell'integrazione, il tema della diversità, il problema etico dello sviluppo tecnologico, l'eterna lotta tra scienza e pragmaticità e l'importanza della “rete”, che qui non è solo virtuale, ma biologica.
Tanti temi, caratteristici del '900 appena concluso, che Cameron ha saputo concentrare in un'unica pellicola e che in un film non "spettacolare" e non epico non avrebbero avuto la stessa forza.
E' interessante come tramite una storia dalla struttura semplice e classica il regista americano riesca a creare un discorso complesso e che rappresenta il nostro presente così come il futuro prossimo.
L'uso del 3D
Rappresentare un mondo complesso come quello di Pandora, che non a caso ha questo nome, sarebbe stato impossibile fino a pochi anni fa.
In questo senso Avatar entra di diritto nella storia del cinema e si può considerare un grande classico già da ora.
La bellezza delle immagini della pellicola è semplicemente indescrivibile: animali alieni, piante fantastiche che sembrano uscite dai sogni, paesaggi spettacolari creano un'atmosfera incredibile, mai vista prima d'ora, che non può non incantare e meravigliare.
Per la prima volta il 3D ha trovato la sua ragion d'essere: questa volta lascia a bocca aperta.
Stesso discorso vale per le performance degli attori che danno il volto e le movenze ai personaggi alieni: i Na'vi, creature alte 3-4 metri con occhi enormi, non sarebbero stati credibili con attori semplicemente truccati. La grande innovazione del film sta proprio in questo: il trucco è limitante perchè le proporzioni del corpo umano non possono essere alterate, invece con la tecnologia della WETA si è potuto creare il perfetto ibrido tra personaggio creato con la Computer Grafica e la performance di un attore.
Il film DEVE quindi essere necessariamente visto in 3D.
Il tema della visione
Tema principale della pellicola è, a mio avviso, quello della visione: il film comincia e finisce con degli occhi, viene ripetuta più volte la frase “Io ti vedo”, i protagonisti rinascono e vedono il mondo con occhi diversi grazie ai loro Avatar e perfino noi stessi, pubblico seduto in sala, portiamo degli occhiali per vedere questo mondo fantastico in 3D.
Il cinema stesso è prima di tutto immagini in movimento: Cameron ha quindi amplificato non solo le possibilità creative del cinema, ma anche la nostra concezione di visione e di fruizione del mezzo cinematografico.
Jake Sully impara a vedere con occhi diversi un nuovo mondo così come noi abbiamo la possibilità - se ci lasciamo trasportare e non ci facciamo imbrigliare da pregiudizi o modi “vecchi” di concepire l'immagine visiva - di imparare un nuovo modo di raccontare attraverso le immagini, un nuovo mezzo del linguaggio cinematografico.
In questo senso, Avatar è un'opera rivoluzionaria, che cambia di diritto la storia del cinema, aprendo la strada ad un cinema che tiene presente quello del '900 per lanciarsi con entusiasmo nel 2000 e in nuove possibilità di raccontare.
I personaggi
Forza centrale del film sono i suoi personaggi.
In grado di emozionare proprio perchè così semplici e classici nella loro struttura: il protagonista Jake (Sam Wortington, convincente già in Terminator Salvation e qui consacrato come eroe di fantascienza) è il classico uomo comune dall'indole sostanzialmente buona che, grazie a vicende personali, è aperto a una nuova visione delle cose e che matura dentro di sè una nuova coscienza.
Grace, la scienziata tutta d'un pezzo, interpretata alla perfezione da Sigourney Weaver, la dea della fantascienza per eccellenza, è l'incarnazione della scienza, della razionalità che però sa comprendere ed apprezzare la bellezza della vita proprio perchè ne conosce la complessità dei meccanismi biologici.
Il colonnello Qualritch (perfettamente interpretato dal granitico Stephen Lang) è un cattivo così intrinsecamente cattivo da risultare quasi simpatico.
La sua concezione del mondo è semplice e chiara: i marines hanno sempre ragione e chi non è d'accordo deve essere eliminato.
Grazie a lui i militari, come spesso accade al cinema, non ci fanno una gran bella figura.
Così come i grandi capitalisti: il Parker Selfrige di Giovanni Ribisi è un ricco industriale che pensa solo al proprio profitto (il suo cognome già ce lo fa intuire), che non riesce a cogliere la bellezza del mondo che ha di fronte perchè troppo incastrato nella logica costi-benefici per concepire il mondo e la vita in un modo diverso.
E poi c'è Neytiri, splendida aliena Na'vi che ha la grazia e la bellezza di Zoe Saldana, personaggio affascinante e coinvolgente, istintivo e romantico, pronto a cogliere la bellezza che le sta in torno e talmente integrata e letteralemente “connessa” con la natura da esserne parte integrante ed espressione.
Neytiri rientra nella meravigliosa rosa di straordinari personaggi femminili ideati da Cameron: come la Ripley di Alien, la Sarah Connor di Terminator e la Rose di Titanic, Neytiri è un personaggio affascinante e forte; Cameron infatti è uno di quei pochi registi (insieme a Tarantino e Eastwood) in grado di creare figure femminili di una forza e complessità tale da risultare molto più affascinanti dei loro co-protagonisti maschili.
Ma il vero protagonista di Avatar è Pandora: con le sue piante che sembrano meduse, gli animali che sembrano usciti da un racconto fantasy e lo straordinario concetto di rete di interconnessione neurobiologica, è il simbolo della vita, della natura, della bellezza che noi esseri umani stiamo distruggendo perchè non siamo più in contatto con essa.
Un concetto a metà tra l'animismo e la neuroscienza, talmente affascinante perchè fondato contemporaneamente su un sentimento mistico e quasi religioso e su basi scientifiche.
Avatar è dunque un film ambiziosissimo e allo stesso tempo semplice, che parla di natura tramite una tecnologia avanzatissima, che si pone come un racconto epico per il grande pubblico e contemporaneamente parla di politica, problemi ambientali, accettazione e soprattutto comprensione dell'altro, del “diverso”.
Attraverso gli occhi dei Na'vi Jake Sully riesce a vedere gli esseri umani da un'altra prospettiva e a “vedere” finalmente le cose.
Un concetto così facile da capire logicamente ma che non viene quasi mai “compreso” o “visto”.
Per esprimerlo al meglio Cameron ha scelto di utilizzare il cinema nella sua forma più pura e meravigliosa ovvero come “fabbrica dei sogni”.
Non resta quindi che prendere visione del film e non limitarsi a “guardare”, facendosi bombardare passivamente da immagini frenetiche e continue, ma cercare di “vedere” l' opera, lasciandosi trasportare dalla sua bellezza, e godersi questa grandiosa e lussureggiante esperienza sensoriale.
La citazione: "Io ti vedo"
Voto: ♥♥♥♥♥
Uscita italiana: 15 gennaio 2010
Pubblicato su MPnews.it
Non vedo l'ora che esca!!!
RispondiEliminaMa ci sono Imax in Italia?
questo approfondimento è perfetto! mi sono emozionato! mi sa lo andrò a rivedere perchè sarebbe un peccato non poterlo vedere mai più in sala!
RispondiEliminaTi faccio i miei complimenti più sinceri, questo credo che sia il tuo migliore post fra tutti quelli che ho letto. Segno anche che il film ti è piaciuto e ha molte cose da dire.
RispondiEliminaIo lo spero sul serio perché domani lo andrò a vedere.
Ciao
Capolavoro. Assoluto.
RispondiEliminaappena visto...vorrei prendere spunto da alcune cose dette da caprara in un video in cui l'intervistata principale era un'altra persona.... allora mi scuso anticipatamente per la mia non organicità, ma dopo il cinema abbiamo fatto una capatina da boe... sono assolutamente d'accordo su quello scritto fin'ora..vorrei soffermari su un aspetto...tra i tanti messaggi (tutti di pari importanza, beninteso) quello che più mi ha colpito è stata l'ennessima apologia dell'eroe, il solo in grado di risolvere i problemi (in passato il cavalcaotre dell'uccello grosso ha fatto grandi cose, poi il protagonista lo va a cavalcare, ma guarda un po'.....em non ricordo come si chiamava.. richiamo quasi scontato )..quello che più mi infastidisce non è la figura dell'eroe in quanto tale, ma la pretesa che solo un individuo superiore possa guidare le masse...devo dire purtroppo (lo so, valentina mi lincerà o pagherà qlc per farlo) grossa parte della produzione cinematografica americana quasi da sempre ha fatto passare questo messaggio...un messaggio che rende più debole la gente...si guardi la situazione oggi..obama è stato eletto non perché ritenuto più competente degli altri, ma perché visto come una figura nuova, un eroe moderno che porti pace nel mondo e sanità in usa, un eore popolare (eclatante il caso del nobel)...il film di cameron è di un'ambiguità sconcertante (tipo born to kill vs simbolo della pace)..in un dialogo iniziale c'è il fratello di phoebe(in friends..so che mi capisci) che parla con la dottoressa e le dice...è questo che paga tutto il circo, paga me, i militari e le sue ricerche..è un po' come dire la politica americana è brutta e cattiva ...però ti fa fare i film che vuoi...(tipo i tre giorni del condor nella scena finale "vallo a dire quando non il petrolio non c'è più)...nella sua ambiguità è di una distruttività sconvolgente, per via della strada aperta, delle enormi possibilità aperte..per via del fatto che messaggi subdoli come quelli dell'individualismo (perché un unione sotto un capo, soprattutto se carismatico è SEMPRE individualismo)possano essere fatti passare con un'intensità esponenziale..l'operazione di cameron è quanto di più squallido, sordido e meschino ci possa essere...proprio per questo è un GRANDE regista che ha fatto un GRANDISSIMO film... fordianamente parlando...voglio essere preso in giro ma come si deve...per me è questo il grande cinema...diabolico... un film che critica apertamente un sistema nel suo complesso (non puoi parlare dei militari tout court, il disegno è più ampio) con i suoi mezzi più avanzati e in più ribadisce uno dei cardini del sitemza stesso...questa non è vera critica a mio avviso..è solo( se così si può dire) grande cinema e, non riesco ad immaginare cosa ci possa essere di più alto nel campo dell'arte..
RispondiEliminaCiao! Senti ma è possibile che venga il mal di testa guardando il film con gli occhialini?
RispondiEliminaE' più scuro lo schermo visto con gli occhialini?
Ciao e buon weekend!
Te l'ho mai detto che tu fai venir voglia di andare al cinema con queste recensioni che scrivi? ^^ Non amo i film di fantascienza (fatta eccezione per ET e Wall-E) ma Avatar, da quello che ho capito, non é un semplice film. Dietro c'é tutto un lavoro, non solo "tecnico" per così dire, ma anche e soprattutto intellettuale. Lo andrò a vedere nei prossimi giorni. Reputo sia una tappa obbligatoria perché...sento odore di capolavoro assolutamente imperdibile!
RispondiEliminaSono appena tornata dal cinema. Sono ancora in trance. Non ho parole...
RispondiEliminaAle55andra
Precorrere i tempi non è mai facile per nessuno. Pochi però riescono a (ri-)costruire una realtà attuale complessa unendola alla innovazione tecnologica disponibile. Sono curioso, voglio "vedere" anch'io...
RispondiEliminaio sono rimasto un pò deluso dal film...visivamente un film splendido concordo con te (e sul senso profondo del film, quello della visione, sono incentrate, come fai giustamente notare, la prima e l'ultima ripresa del film), ma al di là di questo, la storia è assai banale: in fondo l'abbiamo vista e rivista un sacco di volte, e nn sono d'accordo quando dici che allora anche capolavori come romeo e giulietta o l'odissea avendo una storia semplice, dovrebbero essere giudicati allo stesso modo: la differenza sta proprio nel fatto che quelli furono i primi grandi racconti di storie d'amore o di road movie (certo definire road movie l'pera di omero è un'eresia, però è per fare un paragone cinematografico), da cui tutti dopo hanno preso spunto, raccontando sempre la stessa storia (come fa cameron con avatar): e non basta metterci dentro il discorso ambientalista o antimilitare per risollevare la storia (anche perchè questi temi erano presenti anche negli altri film che hai citato come pochaontas o balla coi lupi); si lo so sn parecchio critico però mi aspettavo di più :)
RispondiEliminaps:cmq trovi la mia recensione sul blog
saluti!
Visto......bello graficamente parlando, appena sufficiente come storia.......nulla di eccezionale......innovativo ma mi aspettavo qualcosa di meglio dal Cameron.....mi sa che "Alice in wonderland" surclasserà sto "Avatar".....
RispondiEliminabuonanotte!
Redjack19, c'è un cinema Imax in Italia (parco oltremare) ma è chiuso d'inverno. Bella recensione! Consiglio di leggere la recensione di un professore qui
RispondiEliminahttp://mediamondo.wordpress.com/2010/01/10/avatar-una-rivoluzione-inavvertita-parte-1/
Grazie a Lessio, Pillole, Valeria e Redjack per i complimenti!
RispondiEliminaPer l'Imax ce n'è solo uno a Milano, una ragazza che conosco ci è andata apposta per vedere Avatar!
@Ivan: non condivido il tuo parere. Non mi sembra affatto un film "mostruoso" che tenta di plagiare la mente dello spettatore.
Secondo me è semplice e puro intrattenimento realizzato con grandi mezzi tecnologici.
Niente di così politico e mostruoso! ^^
@Giampaolo: per il malditesta non credo, a me non è successo e pare che questo 3D sia stato concepito apposta per non dare fastidio agli occhi. Giusto io mi sono dovuta abituare alle immagini super-veloci ma ci ho messo pochissimo.
@Monsieur Verdoux: non ho citato Romeo e Giulietta a caso: la storia del capolavoro di Shakespeare è notoriamente copiata da una storia di origini orientali ripresa poi dal mondo latino dal nome "Piramo e Tisbe".
E non è l'unico caso in cui Shakespeare ha riscritto storie già esistenti.
Ma il punto è: come le ha scritte?
Le ha raccontata in un modo talmente unico e speciale che sono dei capolavori, anche se aveva copiato la storia!
una domanda: esiste qualcosa che non sia politico in un'era (la nostra)che ha visto le ceneri di un'epoca (fino ai '70) (si perdoni il gioco di parole) in cui si parlava di biopolitica????in un'era in cui il termine biopolitica è forse sorpassato?...mi rendo conto che è una questione di punti di vista e di impostazioni...ho scritto anche troppo...ciaoo!
RispondiEliminaComunque "Hasta la vista Baby" è una frase più figa di "Io ti vedo"!!!!!!!!
RispondiEliminaaahahaaaahhaha
a parte gli scherzi, buon weekend!
ps qualche immagine in secondo piano mi è sembrata un pò sfocata....bah!
non capisco chi continua a sostenere che il film racconti una storia banale.
RispondiEliminaragazzi, sveglia: son 100 anni che il cinema ci racconta le stesse storie.
capisco ancora meno chi snobba il film o chi addirittura lo considera dannoso, come roberto faenza (regista) il quale sostiene che film come questi uccidono ogni umanità nel cinema.
caro roberto faenza (ed emuli): questa, francamente, è solo invidia.
ah, il film è epocale. punto.
@Ivan: Ma io sinceramente non la vedo tutta questa ambiguità che dici tu. Non è solo il cinema americano che mette in primo piano una figura eroica che manda avanti la storia, è dall'inizio della letteratura che spesso c'è un protagonista che primeggia sugli altri.
RispondiEliminaPensa a Ulisse, a Beowulf, persino a Dante!
Secondo me per raccontare una storia è essenziale il punto di vista di una sola o di poche persone, altrimenti un film durerebbe 8 ore!
Giusto nella serialità (vedi Lost dove ci sono 20 personaggi protagonisti!) si può raccontare "democraticamente".
E poi il discorso ambiguo non ha senso secondo me: è ovvio che per fare un film ci vogliono tanti soldi, perfino quelli che si dichiarano più intellettualmente indipendenti come Lynch hanno bisogno di soldi (e poi lui vende pure gadgets con il suo nome sul suo sito!), quindi è ovvio che chi fa film ha bisogno di appoggi e di finanziamenti alle spalle.
Però c'è modo e modo di usare questi soldi.
Alla fine è vero, Avatar è una mega macchina per fare soldi, però accusa apertamente la politica di Bush degli ultimi 10 anni, parla del problema dell'ambiente, cerca di far capire che il concetto di diversità non è negativo ma una ricchezza...
Non capisco perchè un film che ha successo e fa un sacco di soldi deve per forza essere bollato come una scemenza per masse incolte!
Ci sono anche tanti film indipendenti che nessuno vede ed è una fortuna!
:)
@ Giampaolo: beh anche Terminator è un capolavoro! Cameron di fantascienza ne sa a pacchi!!!
^_^
@ Peeping: Peeping Tom for president!!! XD
Ieri sera ho visto Avatar: magistrale. Per due ore e mezza mi sono lasciata trasportare da questa nuova dimensione ed è stato puro godimento. Un film eccezionale. Condivido a pieno la tua recensione. Punto centrale, per me, è l'eidos "vedere con la mente", vedere per ri-scoprire, per capire e forse per amare. Solo pochi riescono e solo chi è privo di pregiudizi. Anche io segno 5 stellette.^^
RispondiEliminaL'ho annoverato subito tra i miei 20 film preferiti. Stupendo. Questo film è davvero ciò che si dice "la magia del cinema". Cosa c'è di meglio del farsi cullare in un altro mondo per due ore e mezzo? Credo con tutto il cuore che chi non lo apprezza non ama il cinema.
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