martedì 20 ottobre 2009

Moja Krew - My flesh, my blood

Una cupa storia di sangue, amore e disperazione nella Polonia contemporanea



La boxe al cinema, si sa, funziona sempre.
Paul Newman, Clint Eastwood, Michael Mann, sono solo alcuni dei grandissimi nomi del grande schermo ad aver affrontato l'argomento. Alla lunga lista si aggiunge il polacco Marcin Wrona che con questa sua opera prima mette in scena una storia dura, spietata, al limite del grottesco, ma con una lieve vena poetica sullo sfondo.

Il pugile di successo Igor non può più andare sul ring e preso dallo sconforto si autodistrugge tra droghe, sesso a pagamento e risse da bar. Fino a che non incontra una giovane vietnamita che lavora clandestinamente in un piccolo ristorante.
Due mondi sulla carta lontani anni luce ma nella sostanza uniti dalla stessa disperazione: l'emarginazione sociale, la mancanza d'amore, l'abbandono da parte del resto del mondo.
C'è un pò di tutto in questa pellicola: la metafora della vita come lotta, l'immigrazione clandestina, la difficoltà dei rapporti umani, la malattia, la violenza, quel mistero chimico e psichico che è l'affezionarsi in particolare ad una persona che va al di là della comprensione logica.

Eryk Lubos e Luu De Ly

A colpire sono soprattutto l'innocenza estrema e l'ingenuità dei due personaggi nonostante la sconcertante realtà sociale che li circonda: il violento e ottuso pugile nasconde sentimenti dolci e desiderio di paternità mentre la ragazza nonostante la diffidenza di cui si corazza è pronta ad amare una persona tanto diversa da lei. La bella e la bestia ai giorni nostri.

Colori grigi, neon abbaglianti, il bianco splendente di una parete o del cielo. Anche i colori, i vestiti, il cibo sono elementi essenziali del film, raccontano mondi e storie diverse così come i volti dei due protagonisti: nelle cicatrici e nei lividi di lui, si rispecchiano la pelle liscia e i capelli neri di lei, in una danza metropolitana e sanguigna che stringe la bocca dello stomaco in una morsa.

L'impatto visivo ed emotivo è notevole: per essere un'opera prima di carne al fuoco ce n'è davvero tanta e questo regista è da tenere d'occhio.
Nella speranza che possa vedere la luce dello schermo anche in Italia, non possiamo che definire questa pellicola una piacevolissima sorpresa da non perdere.

La citazione: "Tu puoi darmi un figlio?"

Voto: ♥♥♥

Pubblicato su MpNews.

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