La serie francese prodotta da Canal+ e tratta dall'omonimo film di Robin Campillo del 2004, ricorda le suggestioni di “Twin Peaks” e presenta un mondo oscuro e misterioso in cui vivi e morti convivono al tempo della musica dei Mogwai
Non fatevi ingannare dal titolo: anche se si parla di “ritornati” o “risorti”, non siamo di fronte alla versione francese di “The Walking Dead”; l’ispirazione di “Les Revenants”, serie prodotta da Canal+, è semmai, oltre all’omonimo film del 2004 diretto da Robin Campillo da cui è tratta, la meno sanguinolenta e più suggestiva “Twin Peaks” di David Lynch.
Come nella serie culto di Lynch, siamo in una piccola cittadina fra le montagne, la cui economia dipende da un lago che produce energia elettrica, in cui tutti si conoscono e il centro della vita mondana è un piccolo bar: “The Lake Pub”, per l’appunto.
La vita degli abitanti scorre tranquilla e anonima fino a quando, all’improvviso, alcune persone morte da tempo ricompaiono dal nulla. E’ il caso di Camille (Yara Pilartz), adolescente morta in un incidente d’auto quattro anni prima, che torna dai genitori e dalla sorella gemella Léna (Jenna Thiam), ormai più grande di lei, e di Simon (Pierre Perrier), musicista scomparso il giorno delle sue nozze, che ritrova la compagna Adéle (Clotilde Hesme) invecchiata di dieci anni e in procinto di sposarsi con un altro uomo. “I ritornati” non sanno cosa è successo loro, hanno lo stesso aspetto di quando sono morti, non riescono a dormire e hanno sempre fame: non si sa come abbiano fatto a tornare e perché, ma con il loro arrivo cominciano a manifestarsi strani fenomeni come improvvisi black out, l’abbassamento del livello d’acqua del lago e strane ferite sulla pelle degli abitanti.
Creata da Fabrice Gobert,“Les Revenants” affronta in maniera originale la morte: vivi e morti qui convivono in senso letterale, ed è una situazione singolare in cui i vivi sono costretti a rielaborare il lutto e a cambiare l’approccio alla vita, mentre i morti devono adattarsi a un mondo che senza di loro, nel bene e nel male, è andato avanti. In otto episodi, dedicati ognuno all’approfondimento di un personaggio, la serie riesce a creare un mondo che si avvicina molto alle atmosfere dell’opera di Lynch, con i suoi tempi dilatati, l’uso sapiente degli spazi e l’abile passaggio dal registro drammatico a quello horror. Con i suoi silenzi, i colori freddi e una incombente oscurità, “Les Revenants” ha un fascino quasi ipnotico, anche grazie alla colonna sonora creata appositamente dai Mogwai, gruppo post-rock scozzese.
“Les Revenants” in patria è stata accolta trionfalmente, vincendo il Globe de Crystal 2013 per la miglior serie televisiva. Il successo in Francia è stato tale da convincere i produttori a ordinare una seconda stagione da 10 episodi, che sarà trasmessa a partire da febbraio 2014, e da spingere Paul Abbott, il creatore di “Shameless” e “Hit & Miss”, a proporre la realizzazione di un remake in lingua inglese intitolato “They Come Back”.
Pubblicato su TvZap.
capolavoro assoluto dell'anno!
RispondiEliminaSorpresona! :)))
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