sabato 1 ottobre 2011

Emilio Schuberth, l’omaggio al sarto delle dive

Al Roma Fiction Fest è stato presentato il documentario di Antonello Sarno sul celebre stilista che ha vestito attrici come Sophia Loren e Gina Lollobrigida negli anni della dolce vita


Il nome Schuberth fa pensare immediatamente al celebre compositore austriaco, ma quell’acca finale fa la differenza: si parla infatti di Emilio Schuberth, celebre sarto delle dive del cinema anni ’60. Nato a Napoli nel 1904, Schuberth viaggiò molto in Germania e Inghilterra prima di trasferirsi a Roma, dove aprì un atelier in via Condotti. Il celebre sarto (allora non si chiamavano stilisti) prese parte alla storica sfilata di Palazzo Pitti nel 1951 e fondò insieme ad altri illustri colleghi, come le sorelle Fontana, il SIAM – Sindacato Italiano Alta Moda.

Il suo stile da favola pieno di lustrini, fiocchi, dettagli curatissimi e colori pieni di carattere lo hanno reso lo stilista favorito dalle dive del cinema negli anni ’50 e ’60, mentre il suo carattere esuberante lo ha portato a rivoluzionare la figura del sarto, come ha spiegato Antonello Sarno, regista di un documentario a lui dedicato presentato al Roma Fiction Fest: “Questo omino, Schuberth era infatti molto minuto, era sempre presente nei filmati d’archivio delle feste piene di dive del cinema: sono allora andato a cercare chi fosse. Ho scoperto che si trattava di uno dei padri del made in Italy, un genio dell’alta moda purtroppo dimenticato perché alla sua morte, avvenuta nel ’72, il suo atelier è stato chiuso. E’ stato lui a spettacolarizzare la moda, a fare dei sarti delle celebrità: avere un vestito si Schubert era un traguardo così ambito che le donne lo scrivevano sull’invito delle loro nozze”.

Schuberth è stato un nome così importante per la moda italiana che decine di personalità dello spettacolo hanno testimoniato la sua grandezza nel documentario: Gina Lollobrigida, presente anche in sala, ha parlato di lui come di un grande artista, la fiducia che l’attrice riponeva in Schuberth era infatti tale che diventò il suo sarto personale, nella vita privata come al cinema; Sophia Loren ha ricordato invece il suo grande senso dell’umorismo mentre Sandra Milo ha confessato che andare al Festival di Venezia con un suo vestito è stato come far avverare la favola di Cenerentola. Giusi Ferré ha detto invece: “E’ il nostro Dior”, mentre Patrizia De Blanck l’ha definito: “Il Thruman Capote italiano”. Anche i colleghi Renato Balestra, Pierre Cardin e Lavinia Biagiotti ne hanno parlato come di un maestro.

Dalle testimonianze di amici e ammiratori si è anche scoperto che era un uomo stravagante, che amava stupire: faceva scalpore presentandosi in sandali senza calze con lo smalto rosso sulle unghie dei piedi, cosa rivoluzionaria per un omosessuale degli anni ’50. Il suo stile è stato infatti spesso osteggiato dalla morale dell’epoca, tanto che nei servizi dei cinegiornali veniva deriso e offeso senza remore: Schuberth non denunciò però mai nessuno ed anzi, più il suo stile faceva scalpore più si riteneva soddisfatto, diventando così un pioniere della lotta per i diritti degli omosessuali.

Una figura complessa ed interessante che è stata dimenticata ma che vale la pena di scoprire grazie a questo documentario che ne ripercorre i successi tramite le testimonianze di chi ha potuto entrare in quel magnifico atelier dalle tende di velluto rosso e dalle poltrone damascate.



Pubblicato su TvZap.

2 commenti:

  1. Speriamo lo facciano vedere in TV,è uno spaccato d'epoca che interessa.

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  2. Infatti non sapevo nulla di questa figura così importante per la moda italiana e (non solo): è istruttivo! :)

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