giovedì 6 marzo 2008

Sweeney Todd: il diabolico barbiere di Fleet Street

L’inossidabile coppia Burton-Depp porta sullo schermo il musical di Stephen Sondheim. E stavolta è una vera pioggia di sangue!




Sangue.
Tanto, tantissimo sangue.
Fin dai titoli di testa, bellissimi e in pieno stile burtoniano, si capisce che “Sweeney Todd” non ha nulla delle favole dark a cui Burton ci ha abituato.
Questa volta l’immaginifico regista ci catapulta in un vero e proprio incubo: cupo, grumoso e fetido.
Il sangue pastoso, denso, quasi una tempera, che vediamo piovere dal cielo all’inizio del film, sarà l’unico colore della pellicola: per il resto il regista ha usato esclusivamente toni che vanno dal nero al grigio. Ma veniamo alla storia.
Sweeney Todd (Johnny Depp) è un uomo pensieroso.
E’ un uomo cupo.
E’ un uomo con un tremendo passato.
E’ soprattutto un uomo assetato di vendetta.
Ed è anche un barbiere, che una volta si chiamava Benjamin Barker.
Fuggito dalla prigione in cui era stato ingiustamente rinchiuso per ben quindici anni, Barker cambia identità e torna a Londra, pronto a punire chi gli ha distrutto la vita.
Giunto nella sua vecchia casa e rimpossessatosi dei suoi rasoi d’argento, progetta di uccidere il giudice Turpin (Alan Rickman) che, innamorato della sua bella e virtuosa moglie, lo ha ingiustamente condannato, separandolo dalla sposa e dalla figlia neonata, Johanna.
Al piano inferiore della casa di Todd c’è il negozio di Mrs. Lovett (Helena Bonham Carter), che cucina i “peggiori pasticci di carne di tutta Londra” e che offre il suo aiuto a Todd. Da lei apprendiamo che, dopo l’arresto, la moglie di Sweeney è impazzita e si è suicidata e che il giudice ha adottato Johanna e da allora l’ha tenuta rinchiusa nella sua casa, senza che nessuno la veda.
I due escogitano un diabolico piano: nell’attesa che il giudice venga al negozio di Todd, il barbiere taglierà la gola a tutti i malcapitati clienti, che poi Mrs. Lovett farà sparire usandoli come ingrediente principale delle sue torte di carne.
La trama in sé non è originalissima, perfino l’uso dei cadaveri a scopo alimentare si era già visto (ad esempio in “Pomodori verdi fritti alla fermata del treno”): il fascino di questo film sta nel grande stile personale del regista.


Johnny Depp



Solo Tim Burton poteva fare un film di vendetta, omicidi e violenza che è anche un musical!
Riprendendo l’opera teatrale di Stephen Sondheim, Burton ha realizzato un’opera unica nel suo genere: un horror-musical, un incubo patinato, una macabra danza gotica.
Anche qui, la famiglia e i rapporti umani escono, questa volta letteralmente, a pezzi: abbiamo un uomo, che una volta era buono e che amava la sua famiglia, trasformato in un mostro dalla cattiveria altrui, un uomo che è stato talmente ferito da non conoscere più il confine tra giusto e sbagliato.
Sweeney sembra essere l’evoluzione di Edward Mani di forbice: ma mentre Edward faceva del male agli altri involontariamente perché le sue lame gli erano state imposte, Todd sceglie volutamente di impugnare i rasoi e di seminare morte. L’escluso decide di reagire facendosi giustizia da solo e lo fa con ancora più cattiveria dei suoi aguzzini. Anche nella capigliatura Todd ricorda Edward, ma, a dimostrazione che il tempo è passato, ha una ciocca di capelli bianchi.
Accanto al protagonista non troviamo personaggi positivi: Mrs. Lovett incarna tutte le meschinità e le avidità della gente comune, pur di avere il proprio vantaggio è pronta a sacrificare qualsiasi cosa e a compiere i crimini più efferati. Il giudice Turpin è la classe potente che opprime i più deboli e si fregia di un’autorità che in realtà nasconde perversioni terribili e corrotte. Abbiamo Beadle Bamford (Timothy Spall), il servo, il viscido, pronto a salire sul carrozzone del vincente di turno, che calpesta gli altri con gusto. Soltanto Johanna e Anthony, il ragazzo che si innamora di lei, sembrano dare una speranza, ma solo perché ancora non hanno vissuto abbastanza e non sono entrati in contatto con le altre persone: presto dovranno sporcarsi anche loro, proprio come il piccolo Toby, l’aiutante di Mrs. Lovett, che impara subito ad essere adulto.


Johnny Depp e Helena Bonham Carter


Il film è una metafora nera, nerissima, dei giorni nostri: tempi mostruosi, tempi da lupi, tempi in cui è impossibile essere buoni e innocenti perché il resto del mondo non te lo permette.
La famiglia, l’amore, l’onestà, sono solo illusioni: l’uomo accanto a te, la donna che dice di amarti, le persone che dovrebbero essere integerrime e amministrare la giustizia sono pronti a schiacciarti, a fare carne da macello di te. L’unica soluzione è o farsi schiacciare, o farsi giustizia da soli.
Sweeney sceglie la seconda opzione.
Ma la vendetta è un’arma pericolosa: il cuore di Todd si è talmente indurito da non riuscire a pensare ad altro, da non ricordare più nemmeno le cose e le persone che lo rendevano felice.
La vita, a modo suo, pareggerà i conti.
Burton ha confezionato un film personalissimo, cupo, malato, macabro, perverso, affascinante e visionario, ha saputo mescolare le musiche allegre con immagini terribili, splatter e cruente, creando un contrasto a volte disturbante.
Londra è resa livida e tetra, grazie alla bellissima fotografia di Dariusz Wolski.
Nota di merito va anche alle stupende scenografie e ai costumi (dei nostri Dante Ferretti e Francesca Schiavone), premiati con l’Oscar.
Inutile parlare di Depp: straordinario come e più del solito, abbandonata la dolce malinconia di Edward e la follia allegra di Willy Wonka, qui assume un’espressione truce, malata e senza pietà, in più canta in maniera convincente, con una voce roca, intensa e sensuale. Depp poi è l’unico attore che si inventa una camminata diversa per ogni nuovo personaggio. Fantastico!
Ottima anche la Bonham Carter, perfetta nel ruolo della perfida Mrs. Lovett a modo suo innamorata di Todd, ma comunque sempre pronta all’infanticidio.
Stupendo il pezzo in cui Todd e la Lovett progettano di cucinare tutti gli uomini della città e veramente psicopatico, bellissimo e perfino ironico il trip della Lovett che si immagina il suo futuro con Todd: un capolavoro in cui c’è tutto Burton.

Alan Rickman


L’unica nota dolente del film, è proprio il caso di dirlo, sono le canzoni, non esattamente memorabili. Ma, in effetti, sono l’unico elemento dove non c’è il tocco del regista.
Molti potrebbero dire che il film è noioso, ma la lentezza e la macchinosità con cui a volte la storia procede sono funzionali al percorso psicologico del protagonista: il tempo è immobilizzato sull’idea di vendetta di Todd, lui non riesce a pensare che a quello, è come se la sua mente e il suo corpo non percepissero altro, e di conseguenza il tempo è dilatato e fermo.
Un film unico nel suo genere, che nasconde molte più riflessioni di quanto non appaia in realtà: i tempi moderni visti dall’occhio di un regista visionario e anomalo.
La pellicola è di quelle che divide il pubblico in due fazioni: quelli che lo considerano un mero esercizio artistico noioso e a volte troppo cruento e quelli che lo ritengono un capolavoro.
Io sono sicuramente tra i secondi.


La citazione: “Tornerò quando avrà un giudice nel menù!”

Voto:

Curiosità: praticamente mancava solo Daniel Radcliffe e il film poteva essere uno spin-off di Harry Potter: infatti sia Rickman, Bonham Carter che Spall sono nel cast dei film sul maghetto creato da J.K. Rowling!

7 commenti:

  1. L'ho visto due volte anche perchè non conosco l'inglese e la prima volta, impegnata a leggere i sottotitoli, mi sono persa l'espressività dei personaggi...la recenzione più completa ed esatta che abbia letto fino ad ora! Aggiungerei un colore alla scala cromatica che oscilla tra grigio/nero e rosso: il giallo. Campeggia nella fase delle degenerazioni dei piani e dà un tocco di suspance.

    Veronica

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  2. Trama di una linearità sconfortante...interessante in sè ma resa in maniera deludente..e poi anche la trasposizione del concetto della famiglia come luogo di rifugio( classico di burton) è davvero poco convincente in queste vesti.... scenografia splendida.....

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  3. Il fatto è che la famiglia qui non è vista come rifugio, ma come stato paradisiaco perso per sempre.

    La malvagità delle persona distrugge qualsiasi cosa: il protagonista è reso un mostro dalla cattiveria di chi ha distrutto la sua famiglia.

    Non so a me è piacito tanto...
    Sarà che mi ci sono rivista!

    Sembra esagerato, ma viviamo in tempi in cui le persone ti tradiscono e ti ingannano in un modo così terribile e subdolo, che veramente ti viene la voglia di tagliare loro la gola!

    Per veronica: si è vero c'è anche un pò di giallo, soprattutto nelle fiamme della fornace!
    Grazie per il complimento, è la recensione più accurata perchè a me il film è piaciuto e quindi ho voluto rendergli giustizia!

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  4. E sta qui il punto..non nel fatto che le persone ti tradiscono in modo subdolo...questo è sempre successo... secondo me bisogna andare più a fondo
    sul perchè non ci si metta tnt a uccidere..... perchè sia diventato così facile oggi...nel film i motivi c'erano..se vogliamo...cmq ...per non il peggio non è la storia in sè... ma come è stata resa... mi sembrava scontata..poi magari la mia ignoranza non mi ha fatto cogliere i veri significati e l'essenza del film... ma per questo non posso farci nnt... ciao..alla prossima recensione...

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  5. Merita davvero!! A me piaciuto moltissimo da tutti i punti di vista.
    La linearità della trama corrisponde all'evoluzione continua e radicale dei personaggi. E' un quadro, da guardare con attenzione, che rappresenta in modo originale la società.

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  6. bellissima recensione! Tanto bella che - non avendo visto il film - mi è venuta voglia di vederlo.

    Moebius

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  7. grande film, grande musical..
    eh sì, perchè secondo me funziona benissimo come musical:
    contrariamente a tutte le recensioni che ho letto ( tutte!) io ho apprezzato tantissimo la parte musicale.
    grandissima partitura, scrittura musicale complessa, barocca, di certo non orecchiabile, ma di assoluto valore compositivo che conserva la sua forza anche lontano dalle immagini.
    non vedo l'ora di comprarmelo in dvd, non appena lo trovo in offertà speciale ^_^

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