domenica 9 marzo 2008

La Zona

Homo homini lupus: il regista messicano Rodrigo Plà confeziona un thriller che offre numerosi spunti di riflessione.




La legge è uguale per tutti.
O quasi.
Nel mezzo di Città del Messico questa contraddizione è rappresentata dalla “Zona”: un ristretto gruppo di cittadini abbienti e meglio istruiti si isola dalla moltitudine di delinquenti poverissimi e pronti a tutto per un pezzo di pane, recintando le proprie lussuose ville con piscina con alte mura sorvegliate da telecamere a circuito chiuso.
Niente manca nella Zona: c’è la scuola, un ambulatorio, perfino un servizio di vigilanza.
Apparentemente un giardino delle meraviglie lontano dallo squallore della povertà.


Ma un giorno come tanti, mentre imperversa un temporale, a causa di un blackout, le vite degli abitanti della Zona sono costrette a intrecciarsi con quelle degli abitanti più sfortunati: tre ragazzini riescono a penetrare nell’area, a introdursi in una villa per svaligiarla ed uccidono una vecchia signora.
La cameriera dell’anziana donna riesce ad avvertire le guardie, che, senza se e senza ma, uccidono due dei tre ragazzi. Solo il terzo, Miguel, riesce a fuggire, ma ormai è intrappolato all’interno della Zona.
Gli abitanti decidono di non ricorrere alla polizia e di cercare il fuggitivo da soli per poi processarlo. Questo giorno tumultuoso coincide con il sedicesimo compleanno di Alejandro (Daniel Tovar), che dovrà prendere un’importante decisione.


Il messicano Rodrigo Plà, al suo terzo lungometraggio, porta sullo schermo il racconto di Laura Santullo, anche sceneggiatrice, e ci regala una pellicola interessante, una sorta di thriller psico-sociologico. La trama, non molto originale a dir la verità, affronta temi attualissimi e rilevanti: l’enorme divario che c’è tra le classi sociali più abbienti e quelle che sono letteralmente in miseria si accentua sempre più, soprattutto in paesi come il Messico, con conseguenze disastrose: è naturale che chi non ha nulla da perdere sia pronto a tutto pur di procurarsi qualcosa per sopravvivere ed è anche comprensibile che l’odio nei confronti dei ricchi sia aumentato dall’arroganza di questi ultimi nel cercare di proteggere sempre più i propri privilegi. Ma sarà poi vero che chi ha più studiato e si è costruito un solido futuro è più civile e soprattutto più morale? Nel momento in cui i privilegiati vedono minacciata la loro tranquillità, non dimostrano di essere migliori dei poveracci, anzi.
L’opera è una critica alla società moderna, che permette disparità sociali così marcate, sempre più incline a demonizzare lo straniero, o comunque il diverso, e a fomentare la sete di “giustizia fatta in casa”.
Interessante il fatto che molti degli abitanti della Zona siano laureati: dovrebbero essere più consapevoli, più aperti mentalmente o quantomeno più a conoscenza delle leggi, invece, di fronte al pericolo, si dimostrano in realtà primitivi quanto i diseredati, con cui sono pronti a sbranarsi senza pietà.


Il film è sostanzialmente buono, anche se il finale poteva essere costruito meglio e i personaggi più approfonditi e meno stereotipati: ci sono i delinquenti da due soldi, il poliziotto corrotto e quello con un passato oscuro, il padre di famiglia che non sa cosa fare e la terribile folla inferocita che inghiotte con rabbia tutto quello che le capita a tiro.
Nonostante qualche imperfezione, il ritmo è buono così come tutto il cast.
Il film è stato presentato allo scorso Festival di Venezia dove ha vinto il premio Leone del futuro - Premio Opera Prima “Luigi De Laurentiis”.
In Italia verrà distribuito dalla Sacher Distribuzione di Nanni Moretti e dovrebbe uscire il 4 aprile.


La citazione: "Allora, chi vota per andarlo a cercare?"


Voto: ♥♥

Uscita italiana: 4 aprile 2008

Pubblicato su Meltin' Pot.

4 commenti:

  1. Beh...una precisazione..non nei tuoi riguardi..la laurea è solo un agglomerato di nozioni e di strumenti per affrontare determinati argomenti... quello che apre la mente è il misurarsi con gli altri, viaggiare e la cultura..cosa ben diversa dalla laurea... il coltivare il nostro intelletto non ci è imposto da nessuno( e se ne guardano dal farlo)..che è cosa ben diversa da leggere qlc libro per superare un'esame...come al solito una bella recensione...

    RispondiElimina
  2. Grazie!
    Sono d'accordo con te: più vado all'università più vedo che non c'è interesse nè da parte dei professori nè da parte degli alunni a entrare in contatto con il mondo e la vita.
    Gli altri sono solo un mezzo o una compagnia momentanea.
    Mi chiedo dove andrà a finire la civiltà!
    Non so se hai visto "Non è un paese per vecchi", ma in quel film si dice una frase secondo me verissima: "Quando si comincia a non dire più grazie e per favore è l'inizio della fine!".
    Alla prossima!

    RispondiElimina
  3. E come se l'ho visto.... si ricordo la frase... sono tentato di commentarlo ma uscirei fuori tema...Speriamo solo che questa fine sia un preludio ad un nuovo inizio( come è sempre successo tra l'altro).....

    RispondiElimina
  4. A mio parere un ottimo film che tutti dovrebbero vedere per riflettere e discutere. Un film che pone inquietanti interrogativi sul nostro modo di essere e sulla strada che abbiamo intrapreso, un film che ha il coraggio di mostrare senza veli la follia e la paranoia, l’ipocrisia e la bestialità dell’uomo disposto all’autosegregazione e ai comportamenti più aberranti per difendere i propri privilegi.

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...