giovedì 6 marzo 2008

Caos Calmo

Antonello Grimaldi porta sullo schermo il romanzo di Sandro Veronesi.




Il libro di Sandro Veronesi, uscito nel 2005, ha vinto il Premio Strega e conquistato un enorme pubblico di lettori.
La trasposizione cinematografica di Antonello Grimaldi vanta la presenza di Nanni Moretti sia come sceneggiatore che come protagonista e un grande cast. Ma non basta.
Infatti per questo film sarebbe meglio parlare non di caos calmo ma di “caos piatto”.
La storia è quella di Pietro Paladini (Nanni Moretti), manager di successo, in vacanza al mare con tutta la famiglia. Mentre Pietro sta giocando a racchettoni sulla spiaggia con il fratello Carlo (Alessandro Gassman), una donna rischia di affogare e i due si tuffano in acqua per salvarla.
Proprio mentre Pietro sta salvando una sconosciuta, sua moglie Lara muore sul colpo davanti alla figlia Claudia (Blu Di Martino).
Da quel momento qualcosa si incrina in Pietro o meglio si ferma: non provando più interesse per il mondo che lo circonda, il neovedovo decide di aspettare tutti i giorni la figlia fuori dalla sua scuola, sedendo su una panchina.
All’inizio tutto sembra normale, ma con il passare dei giorni le persone che per lavoro o per domicilio si trovano a passare lì notano incuriositi quest'uomo che aspetta tutto il tempo su una panchina. Il manager si farà amici prima i proprietari del chiosco di fronte alla scuola, poi un ragazzo down e sua madre, perfino un anziano signore, che abita in uno dei palazzi vicino alla scuola, che lo invita a pranzo, e infine una misteriosa ragazza (Kasia Smutniak), che porta a spasso il cane tutti i giorni alla stessa ora, finirà per notarlo. Presto anche gli amici di Pietro cominciano a preoccuparsi e uno ad uno vanno a trovarlo: dapprima il fratello Carlo, re dei jeans alla moda, famoso e latin lover, poi la cognata Marta (Valeria Golino) maniaco depressiva nevrotica e ansiosa, poi i suoi colleghi di lavoro che sono molto impegnati a mandare avanti una fusione della società, poi anche l’addetto del personale Samuele (Silvio Orlando) si sfoga con lui e perfino la sconosciuta che ha salvato (Isabella Ferrari) lo raggiunge alla panchina.
Tutti vogliono confortare Pietro ma la verità è che lui è tranquillo, sono loro piuttosto a sfogarsi con lui e a trarre giovamento dalla sua apparente serenità.
Dopo mesi passati lì, il manager riacquisterà la voglia di vivere, soprattutto grazie a sua figlia.

Nanni Moretti

Il film si basa tutto sull’interpretazione sorprendente e intensa di un Nanni Moretti mai così vero e bravo: perfetto quando non parla, quando urla, quando piange, quando sorride alla figlia. Veramente un’ ottima prova, come quella di un Gassman in stato di grazia, coatto e ironico, perfetta spalla del grande Nanni. Bravi anche Silvio Orlando e la sempre più femme fatale Isabella Ferrari. L’unica a non convincere è Valeria Golino: sarà il personaggio, ma la sua recitazione è troppo sopra le righe.
Fantastico il cameo di Polanski: non dice una parola ma catalizza totalmente l’attenzione.
Non basta però un nome noto del cinema italiano e un grande cast per fare un buon film: la regia di Grimaldi, regista televisivo, è piatta, sciatta, scontatissima, a volte sembra che non sappia quasi dove piazzare la macchina da presa. La storia è resa male: un pò troppo lenta all'inizio, frettoloso e stiracchiato il finale. Inoltre anche la sceneggiatura fa acqua: la relazione tra la sconosciuta e Pietro non si capisce bene come nasca e si risolve subito, come se fosse un pretesto per mostrare la famosa scena erotica e far parlare del film.

Nanni Moretti e Alessandro Gassman

Per quest'ultimo aspetto il film si presenta male in partenza: la polemica nata sulla scena di sesso tra Moretti e la Ferrari ha distolto l’attenzione dal resto della pellicola e comunque non si capisce perché ci sia stato tanto clamore, al cinema si è visto di molto peggio.
Forse la Chiesa non ha approvato perché il sesso qui è visto come un atto liberatorio, di puro piacere fisico, cosa che sicuramente non è andata giù a Ruini & Co.
Comunque, purtroppo per Moretti e compagni, i tedeschi del Festival di Berlino hanno ragione: questo film non vale molto, così come quasi tutto il cinema italiano degli ultimi anni.
Non ci sono più idee, non ci sono grandi registi (tranne rare eccezioni come Crialese e Sorrentino): è il cinema italiano a trovarsi in un caos calmo, in una sorta di stato comatoso.
Peccato perché poteva essere l’occasione di dare una svolta all’andazzo generale della cinematografia italiana.


La citazione:
"Non sto seduto qui tutto il giorno...mi muovo..."


Voto: ♥♥

2 commenti:

  1. Considera che è uno dei film con cui sono stato piu' generoso in quanto a voti.
    Mi piacque per il fatto che sono uno dei pochi a cui piacciono solitamente i film tratti dai libri che ha letto.
    Ma col tempo stavo pensando che effettivamente come film non è quel granchè che credevo fosse all'uscita del cinema.
    I tedeschi hanno ragione... Loro con le vite degli altri, e noi coi nostri attori a cui siamo tanto affezionati e che ci piace tanto vederli scopare tra loro.

    sai ai tedeschi, giustamente, che cazzo gliene frega di Moretti e Ferrari che se lo mettono nel culo?
    ai tedeschi...

    un saluto cara valentina (per citare max gaz... vabbè te l'avranno detto in altri settemila che volevano sembrare brillanti)

    Chào.

    VL

    RispondiElimina
  2. Vabbè che poi a te la Ferrari ti sta proprio antipatica!!!

    Gli attori nostri sono anche bravi, ma è il regista che andrebbe rinchiuso!!!

    Ti dico solo che è quello che girava "Il bello delle donne"!

    Sono contenta che anche te sia piaciuto le vite degli altri: l'ho visto qualche giorno fa e secondo me è un capolavoro!!!

    Ciaoooooo!

    Valentina

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...