martedì 12 novembre 2013

Homeland, Damian Lewis al Festival di Roma: “La tv al posto dei grandi romanzi”

Il protagonista di “Homeland” Damian Lewis al Festival Internazionale del Film di Roma per presentare “Romeo and Juliet”, nuovo adattamento del capolavoro di Shakespeare firmato dal creatore di “Downton Abbey” Julian Fellowes 



In “Homeland” è un padre pronto a compiere un attacco terroristico ai danni del suo paese d’origine piuttosto che aiutare i figli a risolvere i conflitti adolescenziali, mentre in “Romeo and Juliet” di Carlo Carlei – nuova trasposizione cinematografica firmata da Julian Fellowes, creatore di “Downton Abbey” – è Lord Capuleti, genitore di Giulietta, un altro papà non proprio modello. Damian Lewis, star della tv grazie alla serie in cui interpreta Nicholas Brody, ex marine passato al nemico, ruolo per cui ha vinto sia il Golden Globe che l’Emmy come miglior attore in una serie drammatica, ci ha parlato di questa strana coincidenza proprio durante il Festival di Roma. “E’ una strana coincidenza” ha detto l’attore inglese “sia Brody che Lord Capuleti sono dei personaggi tormentati, sicuramente sono dei padri particolari ma mi affascinano perché fanno la cosa sbagliata mentre si sforzano di agire per il bene. Credo che questo contrasto sia molto interessante e molto vicino a come sia la vita nella realtà”. 

Lewis non è nuovo alla tragedia di Shakespeare, dato che all’inizio della carriera ha interpretato Romeo: “In passato ho interpretato Romeo, è stato il mio secondo ruolo da professionista a teatro: quando recitavo quel ruolo però ho pensato che Lord Capuleti è forse il ruolo maschile migliore dell’opera. Mi sono divertito molto a interpretarlo: è un entusiasta, ha spunti comici e allo stesso tempo è un tiranno e ha momenti drammatici. E’ una parte fantastica”. 

L’attore inglese ha girato il film in Italia, a Mantova, durante la pausa da “Homeland” e ha ammesso che questo ruolo non è stato propriamente una vacanza: “Shakespeare non è mai una passeggiata, ma ho voluto fortemente essere parte di questo progetto. Mi è subito piaciuto il gruppo di lavoro che era stato messo insieme e la scrittura intelligente di Julian. Mi è inoltre molto piaciuta l’idea che fosse rivolto a un pubblico giovane, teenagers che magari non hanno mai avuto l’occasione di conoscere l’opera, e l’attenzione di Carlo nel raccontare la bellezza del primo amore. Volevo costruire insieme a tutti loro una storia d’amore appassionata. Quindi non è stata una pausa da Homeland, è stato impegnativo, ma devo ammettere che è stato molto più divertente girare a Mantova che a Vancouver”.

“Romeo and Juliet” non è poi tanto distante dai temi di “Homeland”, che per molti aspetti ricorda un dramma di Shakespeare, fatto che incuriosisce l’attore: “Homeland ricorda le tragedie di Shakespeare e anche quelle greche: credo che la tv oggi stia prendendo il posto dei romanzi, soprattutto per i più giovani. Oggi non si leggono più i romanzi e la tv offre prodotti che sembrano opere letterarie: soprattutto sulla tv via cavo il pubblico segue storie ricche di personaggi e si appassiona ai drammi come magari prima si faceva leggendo libri”. 

Data la sua grande esperienza come attore di teatro, Lewis ha parlato del suo rapporto con la recitazione di un testo teatrale portato al cinema: “Recitare, come ogni forma d’arte, consiste nel creare un’opera differente dalla realtà: devi trasmettere la tua verità al pubblico. L’approccio alla recitazione di un testo teatrale portato al cinema cambia da attore ad attore. In una famosa lezione sulla recitazione al cinema Michael Cane ha detto: guardate l’area sopra la telecamera, guardate quella sotto e non sbattete mai gli occhi. Quindi lui suggerisce una recitazione minimalista. Se invece guardiamo attori come Jack Nicholson, Marlon Brando o Meryl Streep vediamo che sono interpreti con uno stile molto teatrale, che non si preoccupano di essere minimalisti o esagerati: l’importante è connettersi con quella che è la propria visione della realtà e trasmetterla al pubblico che ne riconosce la sincerità”. 

Un marine diventato terrorista in “Homeland”, ruoli shakespeariani a teatro, soldato durante la Seconda Guerra Mondiale nella miniserie “Band of Brothers”: Lewis ha costruito la sua carriera su ruoli drammatici, ma vista la sua parlantina piena di humor inglese sarebbe perfetto in un ruolo brillante: “In termini artistici non vedo tutta questa differenza tra ruoli drammatici e brillanti, credo che il dramma possa essere più faticoso se lo fai per tanto tempo, soprattutto a teatro, ma mi piace tantissimo interpretare ruoli comici: chiedetelo a mia moglie!”. 


Pubblicato su TvZap

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