domenica 26 febbraio 2012

Oscar 2012 - il sondaggio


Vi avevo chiesto chi secondo voi merita di vincere l'Oscar come Miglior Film del 2012.
Quest'anno in gara ci sono 9 titoli:

Molto forte, incredibilmente vicino


Secondo voi a vincere dovrebbe essere The Artist, con il 32% delle preferenze.
A seguire: 
- Midnight in Paris e The Tree of Life entrambi al 20%
- Hugo Cabret e The Help con il 14 %
- L'arte di vincere - Moneyball al 5%
- Paradiso amaro e War Horse al 2%
- Molto forte, incredibilmente vicino con nessuna preferenza

Credo che il vostro giudizio corrisponda a quello che accadrà realmente: The Artist si porterà a casa il premio come Miglior Film e credo anche Miglior Regia.

Io faccio sempre il tifo per il grande capolavoro del decennio, ovvero The Tree of Life e per il suo regista-filosofo-genio Terrence Malick, ma vedo assai improbabile una loro vittoria.
Comunque sia Malick che Scorsese meritano la statuetta molto più di Hazanavicius, secondo me. 

Per la sceneggiatura originale tifo, e credo che vincerà, Woody Allen con il suo Midnight in Paris. 

Come miglior attore quest'anno tifo Brad Pitt: veramente bravo, sarebbe anche ora che gli venisse riconosciuto. Credo invece che vincerà, davvero senza merito, George Clooney.
Trascinato dal successo del film potrebbe anche vincere a sorpresa Dujardin, e sarei d'accordo.

Per l'attore non protagonista se la battono Christopher Plummer per Beginners e Max von Sydow: entrambi ottimi.

Per le attrici protaginiste: io tifo Glenn Close, sarebbe pure ora che fosse premiata, ma le favorite sono la Streep e Viola Davis, tra le due preferisco la seconda. Perdonami Meryl!

Miglior attrice non protagonista: Octavia Spencer e basta. Non c'è storia.

E questo è quanto.
Per sapere se ci avete (e ci ho) azzeccato dobbiamo aspettare ancora poche ore.

The Help


Jackson, Mississipi, 1960.
Le proteste per i diritti dei neri sono a due passi dal dilagare in tutti gli Stati Uniti, ma nella super-conservatrice Jackson è dura se hai la pelle di colore e per giunta sei anche donna.

Una cameriera però cambierà le cose nella sua comunità: Aibileen (Viola Davis), che ha appena perso suo figlio, ucciso proprio dai razzisti locali, è ormai arrivata ad un punto di rottura e quando la bianca, giovane, anticonformista ed ambiziosa Skeeter (Emma Stone), fresca  di laurea in letteratura, le propone di aiutarla per scrivere un romanzo che racconta com'è vivere e servire in casa di bianchi se hai la pelle scura, non si tira indietro.
Nel progetto viene coinvolta anche la dirompente Minny (Octavia Spencer), che è la miglior cuoca di Jackson nonché una delle teste più calde e fiere della città.
Tutte e tre dovranno vedersela con la dura ostilità della città, simboleggiata dalla tirannica Hilly (Bryce Dallas Howard), casalinga disperata pronta a farsi portavoce di una crociata contro l'uso dei bagni da parte dei domestici di colore perché portatori, secondo lei, di atroci malattie.

Il film di Tate Taylor è la trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Kathryn Stochett: la storia si inserisce nel filone del racconto degli anni delle lotte per i diritti dei neri e non aggiunge nulla di nuovo a film ben più illustri sul genere. Ad essere veramente notevole però è il suo straordinario cast femminile: il punto di vista è infatti quello di sole donne, sia bianche che nere, padrone e domestiche. A prestare volto e voce a questi personaggi ci sono alcune delle migliori attrici del cinema contemporaneo americano: Viola Davis è ormai una garanzia e a sorprendere infatti - e a rubarle addirittura la scena - è l'esplosiva Octavia Spencer, la sua Minny, con le sue torte, il pollo fritto e la lingua senza peli sulla lingua, è un personaggio che non si dimentica. Le attrici "bianche" sono invece giovani promesse ormai confermate: Bryce Dallas Howard nel ruolo della cattivissima Hilly è perfetta, irresistibili anche Sissy Spacek nel ruolo della mamma svampita e  Allison Janney in quelli della madre di Skeeter. Un po' sacrificata Jessica Chastain, in un ruolo non descritto benissimo nel film, grande scoperta invece la protagonista Emma Stone: la giovane attrice, che ci ha abituato alla sua verve comica, è un'interprete eccellente anche in ruoli drammatici e ha davanti a sé un futuro luminoso.

Un film da vedere soprattutto per le sue numerose e differenti protagoniste, possibilmente in lingua originale.

Octavia Spencer e Viola Davis


La citazione: "Sogni mai di essere qualcos'altro?"

Hearting/Cuorometro: ♥♥♥1/2

Titolo originale: The Help
Regia: Tate Taylor
Anno: 2011
Cast: Viola Davis, Octavia Spencer, Emma Stone, Bryce Dallas Howard, Jessica Chastain, Allison Janney, Sissy Spacek

sabato 25 febbraio 2012

Oscar 2012 in diretta



I giochi sono fatti.
I vincitori ci sono.

Sì ma quali?

E soprattutto: chi sarà vestita(o) meglio?
Chi farà il discorso più bello?
Chi il più ridicolo?

Chi sarà il vincitore morale degli Oscar?

Se come me non potete evitare di seguire la notte degli Oscar perché siete stati deviati da piccoli, fatelo insieme a me: aggiornerò il blog in diretta e soprattutto sarò ospite di Webradio WR8, nel programma condotto da Riccardo Festa e Pierpaolo Benigni.
Ci saranno come ospiti altri blogger, esperti e le Café Margot.

Mi è stato chiesto di vestirmi elegante per mantenere lo spirito glamour della serata ed anche perché sul sito della radio ci sarà la webcam.

Se volete seguire la serata insieme a voci di appassionati, cliccate sul banner della radio qui sotto o sulla colonna destra.

Per comunicare in diretta potete scrivermi qui sul blog, sulla pagina Facebook o su Twitter e anche sui rispettivi canali di Webradio WR8.

Se volete una valida alternativa a Simona Ventura collegatevi dalle 23:55 fino al mattino e commentiamo insieme gli Oscar 2012.



War Horse


Steven Spielberg è tornato.
Già con Tin Tin si era capito che dopo anni di film leggermente sottotono, lo spirito del fabbricante di sogni per eccellenza era tornato quello degli anni d'oro.
In War Horse, film in cui un ragazzo irlandese alleva, doma e ama profondamente il suo cavallo Joey, da cui è costretto a separarsi a causa dell'incombere della Grande Guerra, sembra di essere tornati allo spirito di capolavori come E.T. ed Hook, in cui il sogno e i sentimenti puri sono ciò che contano davvero e credere nella bellezza non è una manifestazione di ingenuità ma una condizione necessaria.

Il cavallo Joey, che in un lungo arco di tempo vede luoghi diversi ed incontra persone di ogni tipo, diventa nel film di Spielberg il simbolo della bellezza e della libertà, la manifestazione di sentimenti che ci rendono umani e vivi, di quel candore e purezza di sentimenti che non andrebbero mai dimenticati. La figura elegante e forte dell'animale si distingue ovunque vada ed è un polo attrattivo irresistibile per tutti i personaggi che vediamo: nonostante la guerra, la morte, la miseria e la malattia siano presenti in tutto il film, la bellezza del cavallo riesce a contrastarle, tanto da spingerci ad immedesimarci totalmente e ad amare questo animale che nelle mani sapienti di Spielberg diventa un attore da premio Oscar.

Spielberg ha scelto una storia semplice, quasi una fiaba, cui ha dato il cuore del suo insopprimibile bambino interiore e la potenza del suo enorme talento di regista. Il risultato è un film potentissimo, emotivamente coinvolgente e curato ad ogni inquadratura: lo zio Steven è infatti in forma come non mai, offrendoci soluzioni di regia davvero impressionanti. Bellissima la scelta di non mostrare mai la morte nonostante sia affrontata una guerra cruenta, evitata con scelte registiche sempre più sorprendenti; strepitose anche le dissolvenze (che già in Tin Tin erano numerose) come il tessuto di lana che diventa un campo arato e l'introduzione del personaggio della bambina tramite il riflesso nell'occhio del cavallo. Commovente il finale che omaggia palesemente Via col vento e che conferma il fatto di trovarci di fronte ad uno dei film più personali del regista, che grazie al suo cavallo instancabile ci fa piangere come bambini.


Jeremy Irvine


La citazione: "Devi guardare avanti, o a casa non arriverai mai"

Hearting/Cuorometro: ♥♥♥♥

Titolo originale: War Horse
Regia: Steven Spielberg
Anno: 2011
Cast: Jeremy Irvine, Emily Watson, Peter Mullan, David Thewlis, Benedict Cumberbatch, Toby Kebbell, Tom Hiddleston, Niels Arestrup, Celine Buckens

L'arte di vincere - Moneyball


Il baseball è lo sport più intrinsecamente americano: si devono conquistare basi come se fossero verdi praterie, si maneggiano mazze come fucili, i giocatori sembrano quasi dei cowboy pronti a conquistare la frontiera. E' normale quindi che parlando di baseball si finisca per parlare dell'America stessa.

In Moneyball Brad Pitt interpreta Billy Beane, dirigente sportivo degli Oakland Athletics, squadra abbastanza in gamba da arrivare all'ultima partita di campionato ma non tanto da vincerla, non avendo a disposizione il budget di squadre di prima categoria come i New York Yankees. Oppresso da questo fatto,  costretto a vedersi portar via i suoi tre migliori giocatori e con un budget sempre più ristretto, Beane ingaggia Peter Brand (Jonah Hill), giovane laureato in economia, che crede che le statistiche contino più dei nomi altisonanti. Brand ha infatti elaborato un sistema di calcolo in grado di scovare giocatori di buon livello scartati dalle squadre più importanti a causa di incidenti di percorso o per brutta fama. Così facendo i due, andando contro l'opinione dei dirigenti della squadra e contro i fans, creano una squadra di 25 giocatori creduti finiti e che invece raggiungono un risultato storico.

Il film elegantemente diretto da Bennet Miller - autore di Capote, che ha infatti portato con sé nel progetto Philip Seymour Hoffman, che ha vinto l'Oscar proprio per l'interpretazione dell'autore di Colazione da Tiffany - ha il suo maggior punto di forza nella sceneggiatura perfetta di Aaron Sorkin

Come già in The Social Network, Sorkin ha preso spunto da un vissuto complesso e pieno di luci ed ombre come quello del dirigente sportivo Beane per raccontare l'America e le sue contraddizioni: il baseball qui diventa infatti metafora di una società che ha voglia di credere in qualcosa, che ha bisogno di unirsi in obbiettivi e sentimenti comuni, ma che però è feroce con chi non ha successo.

L'eterno perdente Beane è un anti-eroe che non crede pienamente in se stesso ma sa in che cosa credere, che non ha il coraggio di guardare le partite della sua squadra per paura di portare sfortuna ma che poi si impegna con tutto se stesso, anche rischiando la propria credibilità, per poter veder vincere il suo piccolo team contro le altre ricchissime squadre.

Perfetta l'interpretazione di Brad Pitt: il suo Beane è uno sconfitto che però non vuole arrendersi, un uomo che ha continuato a fare quello che ama di più nonostante le difficoltà e che "odia perdere molto più di quanto ami vincere". La rabbia repressa, lo sguardo incerto, la voracità che comunica il suo senso di fame per la giustizia: siamo di fronte ad uno dei ruoli più riusciti dell'attore, qui anche produttore. A fare da spalla a Pitt c'é la rivelazione Jonah Hill: l'attore comico dimostra di poter sostenere egregiamente anche altri ruoli ed insieme a Pitt forma una coppia perfetta e irresistibile.

Un film con il baseball dove non si parla di baseball.
Solo la raffinata penna di Sorkin poteva riuscirci.

Brad Pitt


La citazione: "Io odio perdere molto più di quanto amo vincere"

Hearting/Cuorometro: ♥♥♥♥

Titolo originale: Moneyball
Regia: Bennett Miller
Anno: 2011
Cast: Brad Pitt, Jonah Hill, Philip Seymour Hoffman, Robin Wright

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