Il nuovo film di Malick, tramite un'esperienza visiva incredibile, arriva direttamente all'inconscio dello spettatore come prima aveva saputo fare solo “2001 Odissea nello spazio” di Kubrick.
Si è parlato spesso, volendo scegliere una pellicola da mandare nello spazio per far capire ad ipotetici abitanti extraterrestri che cosa è l'uomo e la vita sulla Terra, di quale pellicola sia la più adatta a rappresentarci. Il nome che più si fa in questi casi è il capolavoro di Stanley Kubrick “2001 Odissea nello spazio”: attraverso un'esperienza visiva impensabile per allora, Kubrick ha creato un film immortale che cerca di rappresentare visivamente cos'è l'uomo, come esso si leghi al tempo e allo spazio e soprattutto il suo rapporto con l'evoluzione della tecnologia e della scienza. Da oggi, un altro nome sorgerà spontaneo: “The Tree of Life”, il nuovo film di Terrence Malick, il quinto in quarant'anni di carriera, è una sinfonia che narra tramite immagini spettacolari e musica che cos'è la vita ed in particolare come l'uomo è inserito in essa.
Con il film di Kubrick quello di Malick ha in comune l'atmosfera, l'idea di creare un racconto basato più sulle sensazioni che sulla storia, i narratori sono infatti le immagini e la musica e non il dialogo, praticamente assente, e gli effetti visivi, che sono infatti curati dallo stesso artista, Douglas Trumbull, di 2001. Ma se da una parte il film di Kubrick analizza l'aspetto più razionale dell'uomo, il suo rapporto con la scienza e la tecnologia, e l'influenza di queste sul progresso, Malick si concentra sulla parte emotiva dell'uomo, rappresentandolo in continua lotta tra due estremi: la grazia e la violenza.
L'uomo, per sua natura mortale, ha dentro di sé una luce che lo spinge a pensare a cose molto più grandi di lui: la sua mente può concepire mondi e situazioni infiniti, può espandersi e raggiungere luoghi lontanissimi pur rimanendo confinata in uno spazio piccolo e definito come il nostro corpo materiale. Da questo ossimoro nasce il tormento dell'uomo: come può una natura mortale sostenere il peso di una coscienza in grado di concepire l'infinito? Ecco che quindi l'uomo è sempre in bilico tra la violenza e la grazia: può sia gioire della enorme bellezza del mondo, che ribellarsi ad essa, può vederla ora come la fonte della più grande gioia e amore ed ora come una dura matrigna crudele.
A differenza degli altri animali, l'uomo riesce quindi a vedere se stesso nella vita e non a vivere la vita così come viene: la splendida ricostruzione della nascita della vita ci porta dunque, partendo da astri incandescenti e passando per animali preistorici, ad una qualsiasi famiglia americana anni '50. Malick sceglie di raccontare l'universale partendo dal particolare, da una situazione quasi banale: una madre (Jessica Chastain), simbolo dell'amore, e un padre (Brad Pitt), duro e severo, simbolo della forza e della violenza. Tra di loro, tre figli, in continua lotta tra l'amore di una e il rigore dell'altro. Attraverso gesti e situazioni che ci sembrano banali, Malick ci fa capire che in ogni aspetto della nostra vita è presente questa continua lotta, e che tutto fa parte di un grande disegno, a noi inconcepibile, scritto nella potenza della natura che fa sorgere il sole e crescere l'erba: il bacio di una madre, diviene quindi potente come l'esplosione di una supernova.
Come ulteriore punto di vista Malick sceglie quello del dolore: la famiglia O'Brian perde infatti un figlio e questa perdita scatena varie reazioni nei protagonisti. Il dolore, e la capacità di provarlo, diviene così per il regista il mezzo principe attraverso cui l'uomo si rende conto della sua situazione: nel film vediamo di sfuggita persone che stanno male, altre che hanno subito incidenti, altre che perdono il lavoro. La perdita, e il dolore che essa provoca, fa maturare la coscienza dell'uomo e si rivela determinante nel percorso formativo di una persona: come dice Shakespeare nel suo “Romeo e Giulietta”: “Chi non ha mai avuto una ferita, ride di chi ne porta i segni”. Alla fine, in una scena lirica e metafisica, tutti si rincontrano, perché, secondo il regista, se c'è una cosa che è in grado di conciliare le due forze opposte dell'uomo è l'amore, e i rapporti che si sono costruiti in vita.
Un film quindi non facile, complesso, che costruisce un modo nuovo di fare cinema, unendo la forza della musica e delle immagini alla delicatezza della poesia, che narra una storia per ellissi, sconvolgendo i rapporti temporali, architettato come una sinfonia: una vera esperienza polisensoriale, in grado, se si è pronti ad abbandonarsi ad essa, di creare la sensazione di vivere nel respiro del film.
La citazione: "Papà. Mamma. Voi due siete in lotta dentro di me. E lo sarete sempre".
Hearting/Cuorometro: ♥♥♥♥♥
Uscita italiana: 18 maggio 2011
Pubblicato su Ecodelcinema.it
Titolo originale: The Tree of life
Regia: Terrence Malick
Anno: 2011
Cast: Brad Pitt, Jessica Chastain, Hunter McCracken, Sean Penn
Splendida recensione, Vale. Avevo letto anche da altre parti l'accostamento con '2001', ma non sapevo davvero che il 'mitico' Douglas Trumbull avesse collaborato agli effetti speciali... che roba!
RispondiEliminaSpero di vedere il film prima possibile, peccato che come al solito la distribuzione è scandalosa: solo 100 sale in tutta Italia a fronte delle 1018 (!) in cui esce 'Pirati dei Caraibi'. Al mio paese temo che questa settimana non arriverà. Come al solito nel nostro paese i film di qualità sono un optional per pochi!
un film che ha già diviso moltissimo.
RispondiEliminaaspetto di vederlo (anche se per ora nella mia dannata cittadina non è nemmeno stato distribuito...)
Non vedo l'ora di vederlo!!!
RispondiEliminaHey Val!
RispondiEliminaSono contento che tu sia tornata a recensire.
Io l'ho visto stasera.
Posso dire che non mi è piaciuto affatto!?
Malick si è perso in se stesso.
Mezzo film è proprio di troppo.
@Kelvin: grazie mille! Scrivere di questo film è difficilissimo....penso che ogni pensiero scritto non gli possa rendere giustizia. Va letteralmente vissuto nella sala!
RispondiEliminaSpero proprio che tu possa vederlo perché per me è il film del secolo!
:)
@Marco: Secondo me o si è pronti o non lo si è per questo film. E' un'opera totale, complessissima e semplice allo stesso tempo. Poteva durare 5 ore così come è tutto già nel trailer di 2 minuti.
E' un capolavoro assoluto.
@Rossana: dai dai dai dai dai!
@MrFord: NOOOOOOOOOO!!!!!!! Proprio tu no!!!
Non sei in te!!!
visto. non ci sono parole, solo farfalle nello stomaco...
RispondiEliminaIl commento di Alessio non fa che farmi fremere ancora di più. Martedì quando lo vedrò saprò dirvi, ma so già che mi emozionerò come poche volte, soprattutto dopo aver letto le vostre recensioni.
RispondiEliminaAle55andra
tra l'altro verso la fine mi ha fatto anche pensare a Lost... vero? ;)
RispondiEliminaVisto stasera.
RispondiEliminaChe dire... i film da Malick non sono 'per tutti', non c'è niente da fare. Questo non significa essere snob o sentirsi superiori rispetto a coloro cui non è piaciuto. Semplicemente un film di Malick ti mette a dura prova, ti 'costringe' a calarti in una dimensione filmica a cui non sei nè abituato nè preparato. Ma se hai la forza e la pazienza di restare sulla poltrona fino alla fine, ti senti fortunato per aver potuto assistere a qualcosa di unico. Inarrivabile.
Molti non ci riescono, ed ho il massimo rispetto per queste persone, alle quali però dico di provarci comunque, perchè possono quantomeno essere testimoni di una grandiosa esperienza visiva.
Esattamente come per '2001'.
Tra i 10 film più belli di sempre. Mi ha lasciato stordito. Lo voglio rivedere!
RispondiElimina@Alessio: Vero non ci sono parole...è un film a cui non si può rendere giustizia a parole...lo devi vedere. :)
RispondiEliminaE sì, anche io ho pensato immediatamente al finale di Lost! Grande Lessio!!!
@Ale55andra: pensa che io l'ho visto 2 volte al cinema e vorrei rivederlo ancora...
@Kelvin: Vero. Secondo me sono proprio film a parte. Non basta essere colti o amare il cinema per apprezzarli, bisogna avere una certa sensibilità. Una sinfonia in immagini, bisogna lasciarsi trasportare. Questa è arte ai massimi livelli.
^^
@Riccardo: Sottoscrivo in pieno!
dio è grazia? ma soprattutto, è dio?
RispondiEliminaGrande film sul mistero della vita, della nascita, su quanto sia straordinario l'essere umano. Visivamente poi la pellicola è suggestiva, senza un'inquadratura che non sia un piacere per gli occhi, con un montaggio e un uso delle musiche che ne esaltano la poesia ed il lirismo.
RispondiElimina@Ivan: grande Ivan! E' proprio una delle domande che secondo me il film suscita. ^^
RispondiElimina@Monsieur: sottoscrivo ogni parola!!! :)
Purtroppo visto da pochissimo. Film immenso che mi ha lasciato senza parole. Provo sensazioni intense come sprofondare nel nulla senza poterlo fare e riemergere in un sorriso senza poterlo rivedere. Bellissima recensione^^
RispondiElimina@Luciano: perché purtroppo? L'importante è vederlo, quando non conta! ^^
RispondiEliminaFilm immenso come hai detto tu.
Grazie mille per i complimenti!