mercoledì 29 dicembre 2010

In un mondo migliore


Un medico che opera in Africa.
Un uomo d'affari che aiuta la moglie malata di cancro a morire.
Entrambi, non volendo, sono causa di sofferenza per le proprie famiglie.
I rispettivi figli infatti sentono, già piccolissimi, il peso dei tiri sinistri che la vita può dare. Non aiutati affatto dai compagni di scuola e dalle persone che li circondano che, anzi, fanno di tutto per dimostrare loro che la vita è difficile, reagiranno a modo loro: diventati amici risponderanno alla violenza del mondo con altra violenza.

La regista danese Susanne Bier si conferma come un'artista sensibile ed intimista, capace, con poche inquadrature, di trasmettere emozioni e sensazioni racchiuse nella mente e nel cuore dei suoi personaggi. Il continuo ed assordante silenzio della pellicola ci mette di fronte alle nostre angosce più profonde, al senso di inadeguatezza e alla rabbia contro le ingiustizie di tutti i giorni.
Due situazioni e due ambienti talmente diversi come quelli del Darfour e della Danimarca sono posti uno accanto all'altro mostrandoci come la solitudine, la disperazione e l'insensatezza della violenza siano un problema di tutta l'umanità.
Gli splendidi paesaggi danesi dall'ampio respiro e dalla bellezza composta fanno il resto.
Una pellicola preziosa ed affascinante che ha vinto il premio della giuria e del pubblico al Festival di Roma 2010.




La citazione: "Così non si arriva da nessuna parte: che mondo sarebbe se facessimo tutti così?"


Hearting/Curometro: ♥♥♥1/2


Titolo originale: Heavnen
Regia: Susanne Bier
Anno: 2010
Cast: Mikael Presbrandt, Trine Dyrholm, Ulrich Thomsen, Markus Rygaard, William Johnk

3 commenti:

  1. E' tempo di classificoni, spero di vedere il tuo classificone dei film 2010.....

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  2. Sinceramente la parte in Darfur non mi ha molto convinto. Soprattutto il finale che mi ha pure fatto leggermente incazzare. A parte questo, si concorda.

    Ale55andra

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  3. @Simone: sta arrivando, sta arrivando!!!!
    ^^

    @Ale: forse era un po' slegata dal resto, ma nel complesso mi è sembrato un buon film. Forse è l'effetto Festival che me l'ha fatto apprezzare di più.
    :)

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