Ormai siamo veramente alle battute finali del Festival.
Cosa resta da fare dunque?
Ovvio: il cazzeggio.
E dai allora con chiacchere da bar e foto con Delorean.
C'è ancora qualche film da vedere però.
Anzi.
Qualche documentario.
Questo rimarrà nella memoria come il Festival dei documentari.
Tanti, belli, originali, emozionanti.
Ho visto quello sul boss e quello su Yves Saint Laurant.
The promise: The Making of Darkness on the Edge of Town di Thom Zimny
Documentario non molto originale - il regista ha una sola buona idea ed è quella di sovrapporre, al momento dei titoli di coda, un concerto di Springsteen di 30 anni fa con uno di oggi - in cui si ripercorre il travagliato e storico processo di creazione di Darkness on the Edge of Town, secondo disco del boss.
Filmati di repertorio e commenti dei protagonisti oggi, a 30 anni dall'esperienza.
Fino a qui non sarebbe nulla di sconvolgente.
Se non fosse che Springsteen è un vero animale da palcoscenico: anche solo nel commentare una vecchia canzone, o un suono che non riusciva a trovare, fa intuire che dietro la sua opera c'è un mondo, un'idea di vita, un pensiero, un certo modo di vedere l'uomo.
Imperdibile per i fan del boss e interessante per chiunque ami la musica.
Fenomenale anche il chitarrista Steve van Zandt altro personaggio clamoroso.
Scene da festival: al momento dei titoli di coda (dove c'era il concerto sovrapposto ieri/oggi) un tizio voleva andarsene prima. Il signore che avrebbe dovuto farlo passare gli ha risposto in malo modo dicendo che era un maleducato e un cafone e che non si sarebbe alzato fino a quando non sarebbe finito l'ultimo titolo di coda. Il signore che aveva fretta è rimasto in piedi immobile per 20-30 secondi. Poi ha sbroccato tutto insieme, lanciandosi letteralmente sopra il giornalista pignolo. E' stata quasi rissa. Il tizio mi è caduto a 1 cm dai piedi. Ha fatto giusto in tempo a dirmi : "Scusa!" e poi è scappato.
Senza parole.
Yves Saint Laurant: amour fou di Pierre Thoretton
Altro personaggio larger than life: il geniale stilista YSL.
Vero e proprio artista, amante dell'arte e della bellezza in tutte le sue forme, era in realtà un uomo molto tormentato e perennemente insoddisfatto, sempre alla ricerca del momento, sempre in cerca della perfezione.
La sua vita, gli eccessi, la geniale creatività sono raccontati attraverso gli occhi commossi del compagno di una vita: Pierre Bergé.
Un documentario che diventa una seduta psicanalitica, una riflessione sulla vita, sul novecento, sull'idea di bellezza e sulla ricerca della felicità.
Piccolo aneddoto gossipparo: a fine proiezione regalavano un pacco YSL contenente una piccola boccetta del profumo Parisienne e un porta trucco con tanto di specchio e pennelli. E' stata l'apocalisse. Gente che tornava a riprenderti 8-9 volte, gente che si litigava gli ultimi...
Nemmeno in The Horde ho visto tanta ferocia.
Insomma ora ci resta solo di aspettare fino a venerdì per vedere chi saranno i vincitori.
Penso che 'sto cofanetto con documentario del Boss mi svenerà... già lo sento!!!
RispondiEliminaAHHAHAHAHHAHA
RispondiElimina^^
il giornalista pignolo è il mio nuovo idolo! sicuramente un fan del boss risentito per chi voleva lasciare la sala prima della fine dei titoli, mito totale dunque!
RispondiEliminaquesto video mi sconvolge, non sapevo di poter dire tante cazzate tutte insieme..
Fatta la frittata... preordinato! :D
RispondiEliminaCerto che un documentario sul Boss girato da Scorsese sarebbe stato l'apoteosi... mi accontenterò :)
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