Ryan Murphy, autore delle serie tv di culto Nip/Tuck e Glee, al secondo tentativo cinematografico scivola su un mare di luoghi comuni.
Quando una vive a New York, è una scrittrice di successo, ha un marito che la adora, un mucchio di amici così perfetti e disponibili da sembrare appena usciti da uno spot pubblicitario e una casa enorme e bellissima, cosa fa?
Ovvio: molla tutto e tutti in preda alla disperazione per trovare poi conforto in un ventenne attore affascinantissimo e innamorato perso.
E una volta sperimentato il turbinio della passione, cosa fa?
Ma ovvio di nuovo: è ancora più disperata di prima e scappa via da tutto e tutti per un anno sabbatico in giro per il mondo.
Prima tappa Italia, Roma: in un vortice di spaghetti, vino rosso, pizza, gelati e cibo di vario tipo, Elizabeth consola la sua anima sofferente con la gola e impara a godersi la “dolce vita” italiana.
Dopo quattro mesi e cinque chili, se ne vola poi in India, seconda tappa, dove si chiude in un monastero per pregare e meditare, per giungere poi alla meta finale, Bali, terra magica e da sogno dove finalmente trova l'amore vero e una vita soddisfacente.
Ryan Murphy, autore delle serie tv di culto Nip/Tuck e Glee, traspone in immagini il romanzo di successo di Elisabeth Gilbert che, con il racconto del suo anno sabbatico intorno al mondo, ha venduto milioni di copie. Il buon Murphy però - autore irriverente e dissacrante, che nelle sue opere seriali non è mai scivolato nel banale o nel conformismo e ha sempre cercato di dar vita a personaggi forti e spesso inquietanti - al suo secondo lungometraggio è scivolato nella vischiosa rete del luogo comune, del patinato film da cartolina. Le luci brillanti, i paesaggi da documentario, lo spirito da posta del cuore fanno di Mangia Prega Ama un'accozzaglia di banalità noiosa e superficiale: Roma sembra un paesino di provincia di inizio secolo, con vecchie avvolte da improbabili palandrane e scaldabagni che non funzionano, dove tutti non fanno altro che mangiare, bere e dedicarsi alle arti amorose, nemmeno fossimo nella casa di Trimalcione; l'India si vede appena, è sintetizzata tutta in templi per la meditazione dove i pellegrini si limitano ad indossare tuniche colorate; Bali è sospesa tra il sogno e la realtà, dove il nuovo amore si incontra con un incidente stradale, soluzione degna di un romanzo di Federico Moccia.
L'irritante protagonista deve girare mezzo mondo e mangiare più o meno cento chili di pasta per capire che quello che cercava era il vero amore (un Javier Bardem quasi ridicolo nel ruolo di un brasiliano che non fa altro che ascoltare musica e piangere perché in preda, ovviamente, alla “saudade”): nemmeno per un attimo la sfiora il pensiero che forse il vero problema è il fatto di essere una donna viziata, infantile e noiosa. Già la noia. In 140 minuti di viaggi e pietanze la noia è la grande protagonista: non bastano i sempre luminosi sorrisi di Julia Roberts per rendere accattivante la protagonista e appassionante la storia.
Alla fine dei giochi al viaggio bisognerebbe aggiungere una tappa: Mangia Prega Ama e...dormi.
Julia Roberts
La citazione: "La gente tende a somigliare al proprio cane: tu una volta somigliavi a Steve e ora sei identica a David!"
Hearting/Cuorometro: ♥
Pubblicato su MPnews.it
Titololo originale: Eat Pray Love
Regia: Ryan Murphy
Anno: 2010
Cast: Julia Roberts, Javier Bardem, James Franco, Billy Crudup, Richaed Jenkins, Luca Argentero, Viola Davis
confido sempre molto in ryan murphy, ma questo film -soprattutto dopo la tua rece- mi fa decisamente paura!
RispondiEliminaDa evitare come la peste!
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