Una misteriosa pupa di un criminale che fugge dai servizi segreti inglesi.
Un malconcio ed ingenuo professore di matematica americano.
Un treno galeotto per Venezia.
Chi vogliamo prendere in giro: questo film è sostanzialmente la coppia Angelina Jolie-Johnny Depp. A dirla tutta, è basato al 70% sulla Jolie e al 30% su Johnny.
Le due mega-star si muovono fuori posto e senza scopo, come poche volte era accaduto sullo schermo, in una Venezia da Disneyland, come solo gli americani sanno concepire.
La Jolie si limita a rispolverare l'accento inglese imparato per la sua Lara Croft e a mostrare tutto il suo splendore in una camminata ancheggiante e provocante.
Depp è imbolsito e più arruffato del solito, palesemente imbavagliato in un personaggio che non sente. L'alchimia tra i due è inesistente, anche perché la Jolie è l'indiscussa protagonista di un mega-spot a suo uso e consumo in cui ogni tanto irrompe Depp con qualche pallida rimembranza di ben altri ruoli (nella scena sul tetto sembra di vedere Jack Sparrow fuggire in pigiama).
E' tutto sbagliato, tutto troppo finto e freddo, tutto involontariamente ridicolo.
Carrellata quasi imbarazzante per gli attori nostrani: Alessio Boni buttato in mezzo alla mischia e poi perso per strada, Marcorè costretto a una macchietta stupidotta, Roul Bova che fa la sua magnum da 20 secondi e Nino Frassica in divisa da carabiniere uscito dritto dritto dal set di Don Matteo. Ad uscire a testa alta da questo calderone è sorprendentemente Christian De Sica: il suo commissario cialtrone e corrotto è perfettamente integrato nel contesto.
Sprecati i sempre bravi Paul Bettany e Rufus Sewell.
La cosa veramente sconcertante del film però è che dietro la macchina da presa c'è niente di meno che Florian von Donnersmark. Già proprio lui. La struggente bellezza di Le vite degli altri è distante anni luce.
Evidentemente non si vive di solo Oscar.
Johnny Depp e Angelina Jolie
La citazione: "De nada!"
Hearting/Cuorometro: ♥♥
Titolo originale: The Tourist
Regia: Florian von Donnersmark
Anno: 2010
Cast: Angelina Jolie, Johnny Depp, Paul Bettany, Rufus Sewell, Alessio Boni, Christian De Sica, Neri Marcoré, Nino Frassica, Raoul Bova
Un uomo d'affari che aiuta la moglie malata di cancro a morire.
Entrambi, non volendo, sono causa di sofferenza per le proprie famiglie.
I rispettivi figli infatti sentono, già piccolissimi, il peso dei tiri sinistri che la vita può dare. Non aiutati affatto dai compagni di scuola e dalle persone che li circondano che, anzi, fanno di tutto per dimostrare loro che la vita è difficile, reagiranno a modo loro: diventati amici risponderanno alla violenza del mondo con altra violenza.
La regista danese Susanne Bier si conferma come un'artista sensibile ed intimista, capace, con poche inquadrature, di trasmettere emozioni e sensazioni racchiuse nella mente e nel cuore dei suoi personaggi. Il continuo ed assordante silenzio della pellicola ci mette di fronte alle nostre angosce più profonde, al senso di inadeguatezza e alla rabbia contro le ingiustizie di tutti i giorni.
Due situazioni e due ambienti talmente diversi come quelli del Darfour e della Danimarca sono posti uno accanto all'altro mostrandoci come la solitudine, la disperazione e l'insensatezza della violenza siano un problema di tutta l'umanità.
Gli splendidi paesaggi danesi dall'ampio respiro e dalla bellezza composta fanno il resto.
Una pellicola preziosa ed affascinante che ha vinto il premio della giuria e del pubblico al Festival di Roma 2010.
La citazione: "Così non si arriva da nessuna parte: che mondo sarebbe se facessimo tutti così?"
Hearting/Curometro: ♥♥♥1/2
Titolo originale: Heavnen Regia: Susanne Bier Anno: 2010 Cast: Mikael Presbrandt, Trine Dyrholm, Ulrich Thomsen, Markus Rygaard, William Johnk
Il toro scatenato che abbiamo amato un tempo non esiste più: si piazza al centro del ring e secondo lui questo dovrebbe bastare. Niente più sguardo vivo, nessun barlume dei fasti che furono.
Vediamo una stanca e vecchia leggenda del cinema che si trascina a fatica, non ha convinzione, non ci crede. E se non ci crede lui come potremmo farlo noi?
D'altra parte il film è quello che è: il remake americano (che in genere è il male) di un film a sua volta assai fiacco di Tornatore. Praticamente l'equivalente cinematografico di un pandoro avanzato riciclato come materiale da prima colazione. Solo che allora nel ruolo di De Niro c'era Mastroianni: anche da anziano non aveva perso il suo magnetismo. Anzi.
Un padre rimasto vedovo va a far visita ai sui quattro figli sparsi per gli Stati Uniti.
E no, non basta il tentativo di rendere più accattivante la storia con il confronto vecchia/nuova generazione tramite le diverse reazioni di fronte all'evoluzione della tecnologia.
Non basta nemmeno la storia dei fili del telefono (che è l'unica trovata originale).
Non bastano troppe cose perché ci faccia star bene.
Robert De Niro
La citazione: "Se tu dovessi chiedermelo io dovrei rispondere in tutta onestà che stanno bene. Stanno tutti bene."
Haerting/Cuorometro: ♥♥
Titolo originale: Everybody's fine
Regia: Kirk Jones
Anno: 2009
Cast: Robert De Niro, Drew Barrymore, Kate Beckinsale, Sam Rockwell
"Amanda: Lei non ha una gran fiducia nell'umanità vero?
David: Non ho la minima fiducia!
Amanda: Questo non lo posso accettare, fondamentalmente le persone sono buone, oneste. A me sembra che viviamo in una società civilizzata!
David: Certo, finché le macchine funzionano e puoi chiamare il 911, ma tu leva tutto questo, spingi le persone nel buio, spaventale, terrorizzale a morte e non avrai più regole: vedrai quanto torneranno primitive! Fai in modo che le persone abbiano paura e gli farai fare qualunque cosa."
da: The Mist
Titolo originale: The Mist
Regia: Frank Darabont
Anno: 2007
Cast: Thomas Jane, Marcia Gay Harden, Laurie Holden, Andre Braugher, Toby Jones, William Sadler, Jeffrey DeMunn
La serie firmata AMC e prodotta da Frank Darabont non è solo un meraviglioso esempio di televisione che prende in prestito suggestioni ed atmosfere dal cinema: è anche una delle più lucide e disincantate fotografie della società contemporanea.
Andatura claudicante, sguardo assente, carne putrida, una fame insaziabile: gli zombies di The Walking Dead hanno invaso il piccolo schermo. Li guarda sgomento e sopraffatto Rick Grimes, sceriffo della contea di Cynthiana, Kentucky, appena risvegliatosi dal coma. Senza sapere come e perché, il mondo che conosceva è andato in pezzi: l'unica priorità al momento è sopravvivere.
Comincia così, cruda e brutale, la nuova serie nata in casa AMC e voluta dal regista Frank Darabont. Tratto dal fumetto di Robert Kirkman e Tony Moore, The Walking Dead in televisione, è proprio il caso di dirlo, ha ottenuto una nuova vita. Il primo episodio della serie è quanto di più affascinante, e allo stesso tempo inquietante, mai visto sullo schermo dai tempi dell'episodio pilota di Lost: il palpabile senso di apocalisse imminente, la desolazione e la disperazione, la tragicità del mondo che si prospetta davanti agli occhi del protagonista sono sconvolgenti. Non siamo però di fronte ad un semplice prodotto di intrattenimento di genere: The Walking Dead delinea un lucido e implacabile ritratto della società contemporanea.
Il protagonista, Rick Grimes, è uno sceriffo caduto in coma: al momento del suo risveglio, trova un mondo sconvolto, distrutto, invaso dagli zombies. Il punto di vista principale è quindi quello di un uomo di legge, un uomo che deve far rispettare le regole, rimasto assente per diverso tempo mentre il suo mondo andava in pezzi. La giustizia ha chiuso gli occhi e il risultato è il caos.
Eccoli dunque gli spettri del fallimento della società contemporanea: fantasmi senza più anima e vita, mostri generati dall'avidità, dalle lotte intestine, dall'incapacità di costruire un sistema in cui tutti possano sopravvivere dignitosamente. Gli zombies di The Walking Dead sono non più la classica minaccia mostruosa che fa sobbalzare sulla sedia, ma la prova fisica che un mondo basato sullo sfruttamento altrui, sulla sopraffazione e sul consumo sfrenato non è più possibile: sono essi stessi delle vittime inconsapevoli che sembrano quasi chiedere aiuto.
A riprova che gli zombies sono generati dal nostro folle comportamento, arrivano le azioni dei personaggi: i protagonisti, nonostante la situazione disperata e la necessità di unire le forze per sopravvivere, continuano a combattersi fra loro, ad essere invidiosi, razzisti e violenti.
E se l'ordine economico e sociale è andato perso per sempre, non sono da meno i due pilastri dell'umanità: anche la scienza e la fede non danno risposte. Nel finale della prima stagione due personaggi, che simboleggiano rispettivamente scienza e fede, si arrendono: non ce la fanno a fronteggiare questo orrore. Il fuoco li avvolge, facendo esplodere le certezze degli altri personaggi così come le nostre. Il mondo come lo conoscevamo è polverizzato. Bisogna ricominciare da capo. La differenza la farà dunque chi è disposto ancora a lottare per sopravvivere. Saremo all'altezza del compito?
La citazione:
"Glenn: You're surrounded by "Walkers." That's the bad news.
Rick: There's good news?
Glenn: No."
Hearting/Cuorometro:♥♥♥
Titolo originale:The Walking Dead
Creata da: Frank Darabont
Anno: 2010 - ?
Cast: Andrew Lincoln, Jon Bernthal, Sarah Wayne Callies, Laurie Holden, Jeffrey DeMunn, Steve Yeun
Prendete la visionarietà e il gusto per l'immagine del papà di Amelie, aggiungeteci una banda di protagonisti che fa tantoI soliti Ignotie spruzzate un pochino di humor non-sense in stile L'aereo più pazzo del mondo. La miscela è davvero “esplosiva”: da gestire con cura.
L'ultimo lungometraggio di Jean-Pierre Jeunet, uno che passa con disinvoltura da alieni mostruosi a timide ragazze parigine, è un concentrato di gag, umorismo e immagini barocche.
Bazil è un uomo come tanti, se non fosse che è perseguitato dalle armi: una mina gli ha ucciso il padre e una pistola lo ha reso stralunato.
Per colpa del proiettile che ha ancora in testa la sua vita viene completamente distrutta: senza una casa e senza un lavoro sembra spacciato. Per fortuna lo soccorre una banda di senza tetto che si è organizzata per bene e che nel complesso forma una grande e calorosa famiglia.
Grazie all'aiuto dei suoi nuovi amici Bazil escogita un brillante piano: vendicarsi degli armaioli della città.
Jeunet mostra ancora una volta il suo amore per l'animazione e la messa in scena ricca, sopra le righe e caotica, supportato, come al solito, da un cast perfetto: recupera i grandissimi caratteristi Yolande Moreau e Dominique Pinon, entrambi indimenticabili personaggi di Il favoloso mondo di Amelie, e si avvale della presenza di Dany Boon, geniale comico francese dal talento prodigioso.
E' vero, il piano ultra macchinoso ed elaborato ad un certo punto mostra troppi ingranaggi e meno cuore, ma nel complesso siamo di fronte ad una storia ben congegnata e divertente, con dei personaggi che sono sì un po' piatti e forse troppo macchiettistici, ma in fondo si fanno voler bene.
Ricchissima la galleria di citazioni cinematografiche:Il grane sonno, Biancaneve e i sette nani, Mission Impossible, Freaks solo per citarne alcuni.
C'è anche di fondo il messaggio sociale contro le armi e la guerra, ma il tutto è lasciato intuire in maniera delicata, senza pistolotti morali che avrebbero appesantito la visione.
In sostanzia siamo di fronte ad un vero e proprio marchingegno che sì, forse non è proprio così esplosivo, ma tutto sommato diverte.
Non resta che metterlo in azione.
Dany Boon
La citazione: "Sapete, Rimbaud ha cominciato poeta per finire mercante d'armi."
Hearting/Cuorometro: ♥♥♥
Titolo originale: Micmacs à tire-larigot
Regia: Jean-Pierre Jeunet
Anno: 2009
Cast: Dany Boon, André Dussollier, Nicolas Marié, Jean-Pierre Marielle, Yolande Moreau, Dominique Pinon
In ogni storia che si rispetti il supereroe buono sconfigge il cattivo, è amato dalla gente e conquista la bella di turno.
Un momento. Siamo sicuri che vada sempre così?
InMegamind, ultimo film di animazione della Dreamworks, lo stereotipo “eroe positivo vince su genio del male” è completamente ribaltato: protagonista della storia è infatti Megamind, alieno dalla testa enorme e dalla carnagione blu, dotato di un'intelligenza sconfinata e cattivo di professione. Suo acerrimo nemico, fin dalle elementari, è Metro Man, il classico supereroe con il fisico statuario, la mandibola volitiva e il sorriso conquistatore.
I due sono in costante lotta, anche perché amano la stessa donna, la bella e intelligente Roxy, telecronista di Metro City. Tutto sembra seguire uno schema ben oliato fino a quando non accade l'impensabile: Megamind sconfigge Metro Man. Il cattivo diventa padrone della città: il male ha vinto. E adesso? Incredibile ma vero è Megamind stesso a non gioire della situazione: dopo l'eccitazione iniziale, i giorni si fanno sempre più grigi e lunghi. Senza un nemico da combattere anche i cattivi si annoiano. Che fare dunque? Ma è ovvio: trovare un nuovo supereroe. Peccato che l'impresa non sia così semplice.
In Megamind lo schema narrativo classico delle storie di supereroi viene completamente stravolto: non c'è una distinzione netta tra bene e male. Il cattivo sembra più che altro una vittima delle circostanze e il supereroe positivo viene presentato come una figura superata: stanco e demotivato, anche un eroe può sentirsi schiacciato dal peso che comporta possedere grandissimi poteri.
Con questo diverso punto di vista Megamind si delinea fin da subito come un film d'animazione maturo: i suoi personaggi, non rappresentando né il male assoluto né il bene assoluto, sono decisamente più umani e per questo più simpatici ed empatici.
La pellicola è inoltre piacevolmente piena di citazioni cinefile e non solo: Metro Men è la versione a cartoni di Elvis Presley, Megamind fa la parodia di Barak Obama, e ci sono strizzate d'occhio a Il Padrinoe Star Wars. Anche la narrazione è più matura: dopo la prima mezz'ora di film inizia una storia tutta nuova, con continui ribaltamenti di prospettiva.
Interessantissima è anche la presa in giro della figura del nerd: non più visto come un buono emarginato dalla società, ma come un essere umano come tutti gli altri, pronto, una volta ricevuti dei super-poteri, a darsi alla pazza gioia invece di pensare al bene comune.
Tra una lotta all'ultimo raggio laser e un piano diabolico e l'altro, a emergere è la figura della ragazza, Roxy: unica a non avere super-poteri, è anche quella che ha la visione d'insieme più chiara e logica, quella che sa essere razionale e pronta a lottare per ciò che ritiene giusto.
Supereroi in crisi, cattivi che in realtà hanno il cuore tenero, nerd che sembrano docili ma che poi si comportano da malvagi, ragazze che sono più in gamba di tutti gli altri messi insieme anche senza super-poteri, ritmo incalzante, piani narrativi chiusi uno dentro l'altro come scatole cinesi, humor pungente: la Dreamworks questa volta ci ha davvero stupito.
La citazione: "Tu non sai cosa è bene per il male!"
Titolo originale: Megamind Regia: Tom McGrath Anno: 2010 Cast: (voci originali) Will Ferrell, Brad Pitt, Tina Fey, Ben Stiller, David Cross, Justin Theroux
Anche oggi nella rubrica Radio Visioni su Radio Orizzonti parlerò delle uscite della settimana: Megamind, The Tourist, L'esplosivo piano di Bazil, Le cronache di Narnia: il viaggio del veliero, La bellezza del somaro, Natale in Sudafrica, La banda dei Babbi Natale, American Life.
E come sempre la citazione cinematografica della settimana.
Per ascoltarmi collegatevi sul sito internet di Radio Orizzonti (www.radiorizzonti.net) oppure, se vivete o vi trovate in Puglia in FM alle frequenze 102.8 o 103.4, verso le ore 19.30 -19:40.
In poco più 2 minuti Malick racconta una storia che sa allo stesso tempo di intimo e universale, una storia che parla di una famiglia come della vita stessa e del suo significato.
Un trailer di una bellezza e di una potenza inaudita.
Con il fotogramma dell'eclissi poi mi ha riportato immediatamente a 2001 Odissea nello spazio. E il nuovo film di Malick potrebbe essere veramente qualcosa di grosso come il film di Kubrick.
"Saito: E' venuto per uccidermi? Sto aspettando una persona...
Cobb: ...conosciuta in un sogno quasi dimenticato.
Saito: Cobb?! Non è possibile: siamo stati giovani insieme! Ora sono diventato un vecchio...
Cobb: ...pieno di rimpianti...
Saito: ...che aspetta la morte da solo.
Cobb: Sono tornato a prenderla e...per ricordare una cosa...importante. Una cosa che un tempo sapevo...che questo mondo non è reale.
Saito: Per convincermi a onorare il nostro accordo, Cobb?
Cobb: A fare un atto di fede, sì. Torni con me! Così potremo essere giovani insieme di nuovo. Torni indietro con me. Torni indietro..."
da: Inception
Leonardo DiCaprio
Titolo originale:Inception Regia:Chritopher Nolan Anno: 2010 Cast: Leonardo DiCaprio, Joseph Gordon-Levit, Ellen Page, Ken Watanabe, Marion Cotillard, Tom Hardy, Cillian Murphy, Michael Caine