lunedì 9 giugno 2008

Approfondimento cinema: Steven Spielberg

L’inventore di sogni


Steven Spielberg


I ragazzi nati negli anni ’80 sono cresciuti guardando alcuni dei film più avvincenti, leggendari e ormai di culto della storia del cinema: a cominciare dalla saga di Indiana Jones, passando per quella di “Ritorno al futuro”, fino a “E.T”, “I Gooneis”, “I Gremlins”, “Jurassic Park” e “Hook”. Ognuna di queste pellicole ha in comune con le altre una costante: sia che compaia nelle vesti di regista o produttore - e spesso di entrambi - il burattinaio dietro questi giocattoloni pieni di effetti speciali e avventura è lui, il Re Mida di Hollywood, sua maestà Steven Spielberg.
Spielberg è in assoluto una delle figure più influenti nella storia del cinema, uno che da semplice e volenteroso ragazzo di provincia è diventato l’uomo in grado di produrre i blockbuster più costosi, di creare dal nulla delle star e di avere l’ultima parola su ogni progetto di cui si occupa. Ha inventato, insieme all’amico di sempre George Lucas, un nuovo modo di fare cinema: effetti speciali spettacolari, piani sequenza mai visti prima fatti apposta per creare suspence, frenetici movimenti di macchina, un uso prepotente di effetti sonori e musica solenne.
Quando si parla di Spielberg non si può parlare di un semplice regista: lui è l’essenza stessa dello spettacolo, uno che – come dice egli stesso – “sogna per vivere”.


Steven Spielberg sul set di "Lo squalo"


Nato il 18 dicembre del 1946 a Cincinnati, in Ohio, da padre ingegnere informatico e madre musicista, il giovane Spielberg comincia fin dall’età di 12 anni a girare filmati e cortometraggi: con la sua super8 coltiva la passione per il cinema e decide fin da subito che nella vita vuole fare il regista. Si trasferisce allora in California e si iscrive alla California State University di Long Beach e intanto prova ad entrare alla prestigiosa USC Cinema School, ma è rifiutato per ben due volte.
Sempre più convinto del suo sogno, Spielberg lascia l’università e decide che il miglior modo per imparare a fare il regista non è sui libri, ma provando direttamente sul campo: riesce a farsi assumere come assistente al montaggio in vari set e presto riesce ad approdare alla regia, contribuendo a dirigere diversi film e alcune serie tv, tra cui l’episodio pilota del “Tenente Colombo”. Nel 1968 dirige il cortometraggio “Amblin’ ” – che successivamente diventerà il nome della sua casa di produzione - : la pellicola vince alcuni premi e Spielberg si guadagna la possibilità di dirigere il suo primo film “Duel”. A soli 24 anni il giovane Steven debutta alla regia cinematografica con un film dalla gestazione rimasta leggendaria: subentrato alla regia all’ultimo momento, in appena 22 giorni Spielberg gira il film che lo lancia a pieno diritto nello star system. La pellicola racconta di un duello psicologico e fisico tra l’automobilista David Mann (Dennis Weaver) e un mefistofelico camionista, che per tutto il film tenta di buttare fuori strada il protagonista, senza che lo spettatore possa mai vederlo in volto.
Il suo secondo progetto è “Sugarland Express”, del 1974, con Goldie Hawn; l’anno seguente è il vero momento di svolta: Spielberg dirige “Lo squalo”, un film che ha cambiato l’idea di suspence e ha creato il filone dei blockbuster estivi. Questo film segna anche l’inizio della lunga collaborazione tra il regista e John Williams, il compositore di colonne sonore divenuto oggi una leggenda.


Steven Spielberg sul set di "E. T."


Il film incassa cifre esorbitanti al botteghino e la giovane promessa è ormai un golden boy che può chiedere alle majors tutto quello che desidera. Il progetto successivo è “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, del 1977, in cui c’è uno dei temi più ricorrenti del regista: gli alieni e la vita nello spazio.
Nel cast c’è anche il grande Truffaut: quasi a simboleggiare il passaggio di testimone tra la vecchia generazione di registi e quella nuova grande squadra di artisti composta da Malick, Scorsese, Coppola, De Palma, Scott, Lucas e Spielberg che negli anni ’70 hanno completamente cambiato il modo di fare cinema.
Spielberg si afferma negli anni ’70, ma è negli anni ’80 che diventa veramente un’icona: nel 1981, insieme all’amico Lucas, dirige un film che entra nella storia del cinema: “I predatori dell’arca perduta” racconta le gesta Indiana Jones, un archeologo sbruffone e avventuriero, interpretato da Harrison Ford. A questo primo capitolo seguono altri due episodi nel 1984 e nel 1989: “Il tempio maledetto”, sul cui set Spielberg incontra l’attrice Kate Capshaw, che poco dopo diventa sua moglie, e “L’ultima crociata” in cui recita anche Sean Connery nel ruolo del padre di Indiana Jones: lui e Harrison Ford danno vita a una delle coppie più azzeccate e divertenti della storia del cinema.
Nel 1982 è la volta di un altro film entrato di prepotenza nell’immaginario collettivo: in “E.T. l’extraterrestre” Spielberg torna ad affrontare il tema degli alieni che tanto lo affascina, aggiungendoci altri aspetti che gli stanno a cuore come l’infanzia, la paura di crescere, il problema dell’altro e del diverso. Il film è un piccolo grande capolavoro, che piace a tutti, grandi, piccoli e critici cinematografici; in molti ci vedono una metafora di Gesù Cristo: E.T. ha il dono di guarire le persone, è buono e porta amore, muore e resuscita. Chiavi di lettura filosofiche a parte, E.T. è un film che cambia completamente le carte in tavola per quanto riguarda il genere fantascienza: l’alieno qui non è un mostro assetato di sangue pronto a uccidere gli uomini e invadere la terra, ma un essere buono che cerca affetto e amicizia, gettando un velo di speranza sul futuro.


La locandina di "Hook"



Nel 1983 prende parte al film a episodi “Ai confini della realtà” e nel 1985 dopo tanti alieni, effetti speciali e avventure arriva la svolta impegnata: Spielberg gira “Il colore viola”, con protagonista Whoopy Goldberg, qui per la prima volta sullo schermo, tratto dal romanzo autobiografico di Alice Walker, vincitore del premio Pulitzer, e prodotto da Quincy Jones che compone anche la colonna sonora. La pellicola ottiene 11 nominations agli Oscar ma nemmeno una statuetta, forse perché accusata di essere in certi momenti troppo strappalacrime per ingraziarsi il pubblico. Senza demoralizzarsi, Spielberg ci riprova con “L’impero del sole” del 1987: la storia di un ragazzino, Jim (l’allora tredicenne Christian Bale), che si trova nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale; il film stavolta convince la critica, perché più asciutto e meno ricattatore nei confronti dello spettatore. Nel 1989 è la volta di “Always – per sempre”, remake del film che il regista ha più amato da bambino (“Joe il Pilota”), in cui recupera uno dei suoi attori preferiti, Richard Dreyfuss, e dona alla mitica Audrey Hepburn il suo ultimo ruolo sullo schermo.
In questi anni comincia anche la carriera di produttore, finanziando successi come la trilogia di “Ritorno al futuro”, “I Goonies” e “I Gremlins”.

Stevan Spielberg con i dinosauri di "Jurassic Park" sulla copertina del Times


Gli anni ’90 si aprono con un film massacrato dalla critica, che però col tempo è diventato un piccolo cult per molti ragazzi che erano bambini nei primi anni ’90: “Hook – Capitan Uncino” con Robin Williams nei panni di un ormai cresciuto Peter Pan, che ha scordato le sue gesta di ragazzo volante per costruirsi una famiglia e diventare un avvocato e uno spettacolare Capitan Uncino, magistralmente interpretato dall’immenso Dustin Hoffman, che costringe Peter a tornare sull’Isola Che Non C’è. Nel cast c’è anche una giovane e bellissima Julia Roberts, nei panni della fatina Campanellino, che di lì a poco diventerà la fidanzatina d’America per tutto il decennio.
Nel 1993 è la volta di un altro enorme successo: Spielberg porta sullo schermo il romanzo di Michael Cricton “Jurrassic Park” e cambia per sempre il modo di fare e concepire gli effetti speciali: i bestioni del giurassico sono realizzati al computer e l’effetto è talmente realistico da lasciare senza fiato; spettacolare la sequenza con il brontosauro sulle note della musica di John Williams. A questo primo capitolo ne segue un secondo, nel 1997, “Il mondo perduto” dove il T-Rex sbarca a Manhattan e poi un terzo, nel 2001, di cui il regista è solo produttore.


Steven Spielberg sul set di "Schindler's list" con Liam Neeson


A questi megablockbuster, Spielberg alterna film più impegnati, primo tra tutti “Schindler’s list”, del 1993: la storia di un industriale, interpretato da Liam Neeson, che durante la Seconda Guerra Mondiale salvò degli ebrei dai campi di sterminio. La pellicola, girata in un bellissimo bianco e nero, affronta uno dei crimini più orribili della storia dell’umanità in maniera asciutta, senza momenti patetici e senza cercare di accattivarsi il pubblico a tutti i costi: ne esce fuori un film bello, dal potere emotivo enorme, in cui il pubblico si identifica e finalmente anche la critica apprezza. La pellicola vince ben sette premi Oscar tra cui Miglior Film e Miglior Regia: per il regista è la consacrazione definitiva.
Nel 1997 ancora un film impegnato: in “Amistad” questa volta il tema affrontato è quello della deportazione degli africani per essere venduti come schiavi in America. La magia di “Schindler’s List” però non si ripete e il film risulta troppo politically correct anche se formalmente impeccabile.


Leonardo DiCaprio, Steven Spielberg e Tom Hanks sul set di "Prova a prendermi"


Nel 1998 il regista affronta ancora il tema della Seconda Guerra Mondiale con “Salvate il soldato Ryan”, questa volta trattando lo sbarco delle truppe americane in Normandia. La scena iniziale dello sbarco è un capolavoro: abbandonata ogni forma di buonismo o sentimentalismo, il film è crudo e spietato, ci sono morti e pallottole ovunque, tanto che uno schizzo di sangue sporca la telecamera. Dopo però la pellicola si perde in un eccessivo patriottismo e in un modo di affrontare il tema della guerra che sembra a tratti quasi guerrafondaio (anni luce lontano da quel capolavoro che è “La sottile linea rossa” di Terrence Malick, uscito lo stesso anno), ma l’Academy apprezza e Spielberg vince la seconda statuetta come Miglior Regia. In questo film lavora per la prima volta con Tom Hanks, attore che diventa un suo punto di riferimento.


Steven Spielberg con l'Oscar per "Salvate il soldato Ryan" e la moglie Cate Kapshaw


Concluso alla grande il secolo, Spielberg si lancia nel nuovo millennio con un progetto ambizioso: dirige “A.I. – Intelligenza artificiale”, un film che il sommo Kubrick voleva realizzare ma non fece in tempo. La storia parla di David (Haley Joel Osment) un bambino-robot che, come un Pinocchio tecnologico, deve affrontare diverse peripezie. Il film è troppo lungo, troppo presuntuoso e sfocia nella melassa più stucchevole: il finale è terribile e il film non ha traccia del genio visionario di Kubrick. Nel 2002 dirige due film: ancora fantascienza con “Minority Report”, tratto dal libro di Philip K. Dick, e commedia con “Prova a prendermi”. In questi due film dirige i due Tom che sono i suoi attori di riferimento: Cruise per la prima volta e Hanks per la seconda, insieme a Di Caprio. Grandi incassi e consenso di pubblico ma il solito scetticismo della critica.
Nel 2004 lavora ancora con Tom Hanks in “The Terminal”, altra commedia in cui recita anche Cathrine Zeta Jones, una sorta di sua creatura, visto che proprio Spielberg l’ha resa una star scritturandola in “La maschera di Zorro” di cui è produttore.
Nel 2005 ancora alieni e ancora Tom Cruise con “La guerra dei mondi”: questa volta però i visitatori non sono simpatici e buffi come E.T., l’11 settembre si fa sentire e il regista sembra aver perso quella speranza nel futuro e la fiducia nel prossimo che pervade le sue opere anni ’80. Effetti speciali a non finire per un altro grande successo commerciale e l’ascesa di una baby star: Dakota Fanning, dal talento così spiccato da dare una lezione al ben meno espressivo Tom Cruise.


Tom Cruise e Steven Spielberg sul set di "La guerra dei mondi"


Sempre nel 2005 esce “Munich” con protagonista Eric Bana: il film parla dei servizi segreti israeliani ed è uno dei più cupi del regista, che divide la critica e il pubblico.
Nel 2007 produce “Transformers”, grande successo al botteghino, elevando al grado di star il giovane attore Shia LaBoeuf.
Sempre nel 2007 insieme a Lucas e Coppola, consegna l’Oscar per la Miglior Regia al collega Martin Scorsese.
Quest’anno Spielberg è tornato a lavorare con Lucas e Ford nel quarto capitolo di Indiana Jones, in “Il regno del teschio di cristallo”: accontentando milioni di fan, che aspettavano da 19 anni una nuova avventura dell’archeologo, il regista ha creato un film colossale e pieno di effetti speciali, forse non proprio fedele alla trilogia originale ma comunque una grande occasione per rivedere finalmente Harrison Ford nei panni dell’eroe più amato e simpatico.
Il regista sta lavorando attualmente a più progetti: alla produzione di “Transformers 2”, “Eagle eye” - entrambi con LaBoeuf come protagonista - e “Jurassic Park 4” e alla regia di “Lincoln”, un film sulla figura di Abramo Lincoln, interpretato da Tom Hanks, e di “Tintin”, tratto dalla celebre serie a fumetti.
In quarant’anni di carriera Spielberg ha creato un impero e oggi è la figura più influente nel mondo del cinema: i suoi sono i film che hanno incassato di più e pare che il suo patrimonio personale si aggiri intorno ai 3 bilioni di dollari!
Si è preso anche parecchie soddisfazioni: oltre ai due Oscar come Miglior Regista, nel 1993 ha preso finalmente la laurea in regia, presentando come lavoro finale “Schlinder’s list” (al momento della consegna del diploma l’orchestra ha suonato la musica di “Indiana Jones”!), è diventato un membro del consiglio della USC School of Cinema-Television, la stessa che lo aveva rifiutato per ben due volte, ha fondato la casa di produzione Dreamworks ed è l’unico regista ad avere ben 5 dei suoi film nella lista dei migliori 100 film dell’American Film Institute (“Incontri ravvicinati del terzo tipo” al 58esimo posto, “Il colore viola” al 51esimo, “Salvate il soldato Ryan” al decimo, “E.T.” al sesto e “Schlinder’s list” al terzo).


Shia LaBoeuf, Steven Spielberg, Ray Winstone, Karen Allen e Harrison Ford sul set di "Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo"


Sposato da anni con Kate Capshaw, il regista ha ben sette figli che spesso lo vanno a trovare quando gira: con la scusa di far divertire i suoi bambini, Spielberg sul set è egli stesso un bambino in un negozio di caramelle, si dice infatti che sul set di Jurassic Park non la smettesse più di giocare con i modellini dei dinosauri! Più volte è stato accusato di essere un semplice intrattenitore, un regista per famiglie che pensa solo al botteghino: in parte può anche essere vero, ma in pochi hanno il suo talento per le immagini e il montaggio e il suo uso dei piani sequenza può far scuola a chiunque.
Si dice anche che ogni volta che sta per girare un nuovo film guardi sempre le sue quattro pellicole di riferimento: “Lawrence d’Arabia”, “La vita è meravigliosa”, “I sette samurai” e “Sentieri selvaggi”. Recentemente ha dichiarato che i film di cui va più orgoglioso sono “E.T.” e “Schlinder’s list”.
Certo forse gli manca lo spessore dei grandi intellettuali, ma di fronte all’ironia di Indiana Jones, alla tenerezza di E.T. e alla magia delle sue storie chi può dire di rimanere distaccato?
Forse non sarà un genio come Kubrick, ma per quanto riguarda la spettacolarità e il divertimento non ha pari: i suoi film sono come una giostra piena di luci, basta salirci sopra senza pretese e il divertimento è assicurato.

Pubblicato su Meltin' Pot.

2 commenti:

  1. Quanto amo questo regista. Non so se sia il migliore, per me o per i recensori; è quello che poi, mi sembra, ha incassato di più nella storia del cinema, ma per il prezzo del biglietto ci ha fatto sognare moltissimo.
    Se non ricordo male il primo film che ho visto in assoluto era suo: Duel, trasmesso sulla rete che ora è Canale Italia. Prossimamente mi dedicherò alla sua intera filmografia, leggendo tra un film e l'altro Il castoro a lui dedicato.

    A settembre nel mio blog parte Il torneo dei film, invito te e i tuoi lettori a partecipare, mandandomi la tua playlist dei film migliori di sempre. Ecco l'indirizzo della pagina dedicata, con tutte le spiegazioni:
    http://gegio.wordpress.com/il-torneo-dei-film/

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  2. Il Torneo è rinviato a dicembre...questa è una comunicazione e un promemoria: aspetto la tua playlist.
    http://gegio.wordpress.com/il-torneo-dei-film/

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