martedì 11 giugno 2013

Into Darkness - Star Trek



Una giungla rosso fuoco, una tribù di indigeni che insegue un uomo con in mano un oggetto di culto: no, non è l'inizio di I predatori dell'arca perduta, ma quello del nuovo capitolo di Star Trek targato J.J. Abrams. Non è un caso l'aver citato Spielberg perché, ormai è lapalissiano, se c'è un degno erede dell'inventore di sogni per eccellenza quello è senza dubbio Abrams. Artefice di alcune delle più grandi serie tv contemporanee, Lost e Fringe, il geniale J.J., che è regista, sceneggiatore, produttore e compositore, è uno dei pochissimi autori della sua generazione ad essere riuscito a riportare in auge lo spirito d'avventura e l'attenzione agli adolescenti tipici delle opere cinematografiche anni '80. 
Il suo Super8 è la versione anni 2000 di Goonies ed E.T. e il reboot di Star Trek sembra avere molti più punti in comune con Indiana Jones che con la fantascienza dura e pura. Rispettoso della serie, ma per nulla bloccato da timori reverenziali, Abrams ha saputo rinnovare e dare nuovo lustro a una saga amatissima ma che con il tempo era andata logorandosi. Già con il primo capitolo le versioni giovani di Kirk (Chris Pine) e Spock (Zachary Quinto) ci avevano convinto, in Into Darkness, complice la presenza di un cattivo ben più efficace del Nero di Eric Bana, il nuovo corso dell'Enterprise sembra davvero destinato a una vita lunga e prospera. 

E' passato qualche anno dalle vicende del primo capitolo, Kirk e Spock sono ancora colleghi e amici, ma il primo ha qualche problema con la disciplina: è troppo sprezzante delle regole, mentre Spock non riesce a non seguirle. Le loro divergenze li portano a separarsi ma quando una seria minaccia, impersonificata dal misterioso terrorista John Harrison (Benedict Cumberbatch), mette a rischio l'intera Flotta Stellare, i due riuniscono di nuovo le forze contro il comune nemico. 

Alex Kurtzman, Robert Orci e Damon Lindelof sono gli autori della sceneggiatura: ovvero le menti dietro a Fringe e Lost. Dobbiamo aggiungere altro? 
Michael Giacchino è il compositore delle musiche. Sul serio dobbiamo andare avanti?
Benedict Cumberbatch, ovvero il nuovo strepitoso Sherlock Holmes della serie tv Sherlock (altro che il gigione Robert Downey Jr. dei film di Guy Ritchie) nonché la voce più bella e intensa del cinema contemporaneo, è il villain. Vi basta?
Come personaggi secondari abbiamo quel genio di Simon Pegg, i veterani Bruce Grenwood e Peter Weller e ancora Karl Urban, John Cho, Zoe Saldana e Anton Yelchin, ovvero alcuni dei maggiori giovani talenti del panorama cinematografico attuale.
Ci vogliamo rovinare: c'è di nuovo Leonard Nimoy in un cameo.

Grandissimi nomi, tanta carne al fuoco, un ritmo serratissimo, che è poi il vero grande pregio di Abrams: lui sì che ha il senso del ritmo dell'avventura. Dagli anni '80 in poi, quasi nessuno è riuscito a ricreare il ritmo di capolavori come Indiana Jones o Ritorno al futuro: Abrams, cresciuto a pane e Spileberg, sa invece perfettamente che il segreto di un buon film d'avventura è il ritmo. Da questo punto di vista Star Trek è dunque un'astronave lanciata alla velocità della luce: non c'è un momento di cedimento, la storia procede senza freno e riesce a destreggiarsi egregiamente nonostante il grande numero di protagonisti. E questo è il secondo grande pregio di J.J.: il creatore di Lost sa bene come far funzionare alla perfezione un gran numero di personaggi, tanto da dare ad ognuno il giusto peso al momento opportuno. Se quindi nel primo capitolo a farla da padrone era l'evoluzione psicologica di Spock, qui è il capitano Kirk ad essere maggiormente approfondito: non più semplice cowboy spaziale, Kirk matura e lo fa anche grazie al rapporto con il collega vulcaniano, con cui instaura una vera e propria "bromance", sempre più fulcro della storia.

A rubare a tutti la scena però è la straordinaria interpretazione di Cumberbatch: cattivo perfetto, epico e grandioso, l'attore inglese è una forza della natura che impressiona prima di tutto con la sua voce solenne. La sua bravura merita una visione in lingua originale.

J.J. ha compiuto ancora una volta il suo miracolo: saper dosare alla perfezione l'amore per il cinema anni '80 e per Spielberg, l'esperienza da scrittore di serie tv (geniale in questo senso lo Spock della serie tv, Nimoy, che comunica con la sua versione giovane e cinematografica, Quinto, confrontando le varie story-line e dandogli consigli), il debole per le storie con tanti personaggi e l'uso di grandi sentimenti e scene madri (il momento delle mani sul vetro arriva dritta dritta dal "not Penny's boat" di Lost).

Visto l'ottimo lavoro che la squadra di Abrams sta svolgendo con Star Trek, non vediamo l'ora di scoprire cosa ha in serbo per l'altra saga stellata, ovvero Star Wars.


Benedict Cumberbatch


La citazione: 
"John Harrison: Io sono migliore.
Kirk: In cosa?
John Harrison: Tutto"

Hearting/Cuorometro: ♥♥♥♥

Uscita italiana: 12 giugno 2013


Titolo italiano: Into Darkness - Star Trek
Titolo originale: Star Trek Into Darkness
Regia: J.J. Abrams
Anno: 2013
Cast: Chris Pine, Zachary Quinto, Benedict Cumberbatch, Zoe Saldana, Karl Urban, Simon Pegg, Anton Yelchin, John Cho, Alice Eve, Bruce Greenwood, Peter Weller, Leonard Nimoy
Durata: 129 minuti
Colore: colore
Genere: fantascienza
Sceneggiatura: Alex Kurtzman, Robert Orci, Damon Lindelof
Fotografia: Daniel Mindel
Musiche: Michael Giacchino
Montaggio: Maryann Brandon, Mary Jo Markey
Paese di produzione: USA
Casa di produzione: Paramount Pictures, Bad Robot Productions
Distribuzione italiana: Universal Pictures

4 commenti:

  1. Quindi se ho capito bene si dovrebbe fare il tifo per quel patatone americano di Chris Pine e NON per Cumberbatch? Direi che è praticamente impossibile!!!!
    Sono d'accordo sul vedere il film in versione originale, certi attori hanno una voce così bella e particolare (penso per esempio a Jon Hamm) che vederli doppiati fa perdere metà dell'interpretazione.

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    Risposte
    1. E' vero anche Jon Hamm ha una voce pazzesca.
      Di Benedict ormai mi sono innamorata, ha troppo fascino anche se non è bellissimo (a volte mi sembra un alieno!), e poi ha la voce più bella attualmente in giro!

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    2. La voce di Hamm è testosterone puro ;-))
      In quanto a Cumberbacht, di lui mi affascina anche che sappia sembrare fisicamente diverso in ogni ruolo: per esempio in Sherlock è uno snello giovanotto un po' peter pan; invece è un biondo e solido borghese dal fisico imponente in Parade's End (miniserie BBC- abbastanza un mattone ma grazie a Benedict me la sono sorbita tutta!!!).

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    3. Ma diciamo che Hamm è tutto testosterone puro! :D
      Per Cumberbacht vero: cambia moltissimo. Poi biondo è inguardabile! Tipo in La talpa! :D
      Però che voce! Veramente la mia preferita attualmente.

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