Da quando nel 2008 Iron Man ha fatto il suo esordio sul grande schermo, i Marvel Studios hanno avuto la certezza di aver trovato la gallina dalle uova d'oro. Grazie ad un film ben sceneggiato e pieno di ritmo, e soprattutto ad un oltremodo carismatico Robert Downey jr., i supereroi Marvel hanno conquistato il cuore di milioni di fan e riempito le sale cinematografiche con sempre maggiore entusiasmo. Fin dalle origini il più trascinante dei Vendicatori sul grande schermo, contrariamente a quanto accade nei fumetti, Iron Man è il supereroe più amato dal grande pubblico e ha rilanciato la carriera di un attore che, proprio come il Tony Stark che interpreta, si era un po' perso per colpa di droghe, alcool e vita sregolata. Non stupisce dunque che il terzo capitolo delle avventure di Iron Man fosse atteso con una voglia quasi spasmodica.
Costretto a fare i conti con un secondo capitolo non proprio brillante, passato alla storia come il film cui "Iron Man si urina nell'armatura" per usare un'espressione il più elegante possibile, e con il JossWhendiano The Avengers, Iron Man 3 ha l'arduo compito di consacrate il suo protagonista e di prepararlo alla seconda avventura con i colleghi Vendicatori. Il nome del regista e sceneggiatore chiamato per questo ruolo delicato faceva sicuramente ben sperare: Shane Black, che magari ai più non dice molto, è infatti la mente folle e gagliarda dietro i primi due Arma Letale, L'ultimo boyscout, Last action hero e Kiss kiss bang bang, film in cui il protagonista è proprio Downey jr. Sulla carta un'accoppiata vincente.
Ma ci sono molti ma.
Con il rilancio del personaggio, made in DC Comics, di Batman by Christopher Nolan, cominciato nel 2005 con Batman Begins, la Marvel si è sentita chiamata in causa e ha risposto al "fuoco nemico" gettando in campo i suoi cavalli di razza: oltre ad Iron Man, Thor, Capitan America e Hulk. Una cosa accomuna tutti i film Marvel: la sempre più umorale e crassa comicità. Come il Batman di Nolan è serio ed epico, tanto allegri e spensierati sono i personaggi Marvel: una scelta che sembra quasi di campo per differenziare i due schieramenti, non a caso l'imminente Man of Steel, nuovo film dedicato a Superman, altro personaggio DC, sembra seguire la linea più drammatica tracciata dai Batman.
Sarà un caso?
Nel frattempo comunque la scelta si è rivelata molto redditizia visto che i Vendicatori sono riusciti ad appassionare trasversalmente adulti e bambini, uomini e donne, giovani e meno giovani, appassionati di fumetti e non.
I puristi del genere però non sembrano gradire: l'alto tasso di comicità spesso di basso livello toglie forza al supereroe, che a volte diventa quasi una macchietta.
Dove sta la verità?
Iron Man 3 sembra togliere ogni dubbio: successivo ai fatti di The Avengers, il film è ambientato nel periodo natalizio, comincia con la canzone degli Eiffel 65 Blue (Da ba dee) e presenta una scena clou in cui a farla da padrone sono battute su feci e gas intesitnali.
Natale, Eiffel 65, peti: non è forse un mix che ricorda i cinepanettoni nostrani?
E questa è solo una faccia della medaglia.
In questo terzo capitolo troviamo un Tony Stark in preda all'insonnia e alle crisi di panico, ancora sconvolto dall'esperienza estrema vissuta a New York insieme ai Vendicatori.
Un episodio talmente sconvolgente da indurlo a produrre decine e decine di nuove armature, a creare un dispositivo che gli permette di chiamare la sua armatura da qualsiasi luogo si trovi e a trascurare la storica fidanzata Pepper (Gwyneth Paltrow). Quando all'orizzonte spunta il terribile Mandarino (Ben Kingsley), terrorista intenzionato a sferrare un attacco mortale all'America, Tony deve mettere da parte le sue paturnie e difendere il suo paese e le persone che ama.
Cosa che in realtà non succede.
Come detto a gran voce nel capitolo precedente, Tony Stark E' Iron Man, ma nella sua versione cinematografica non è tanto l'armatura super-tecnologica a fare l'eroe, quanto chi la indossa. Iron Man 3 è infatti un Tony Stark 3: il superego dell'attore si fonde con il personaggio, che è il vero protagonista della storia. Non a caso le armature vengono duplicate a decine, si frammentano in tanti pezzi e vengono indossate da più personaggi: Iron Man diventa una figura spezzettata e di sfondo mentre il vero centro, sempre più grande e ingombrante, è l'uomo, il genio, il playboy, sempre e solo lui, Tony Stark.
Una scelta che potrebbe essere interessante (anche nello Spider Man di Sam Raimi si è puntato molto sul lato umano del supereroe con risultati strabilianti), se non fosse che la parte umana di Iron Man diventa quasi macchietta di se stessa, sempre con l'ansia da prestazione per la battuta più pungente e ironica.
Non solo battute: il film tocca anche temi importanti come la riflessione sull'ossessione americana della lotta al terrorismo, sulla produzione di armi e sul ruolo dei media, che vengono però smorzati da un patriottismo forse troppo tronfio e da una parte centrale in cui Tony Stark collabora con un bambino, mossa strategica per far impazzire milioni di piccoli fan (per i più invasati c'è un'altra scena ad hoc che vede coinvolti un tatuaggio e un taglio di capelli).
Nel complesso ci si diverte, l'azione c'è e le scene spettacolari anche, ma rimane il dubbio che, premendo un po' di più sul tasto dell'epica e meno su quello della comicità, Iron Man avrebbe potuto essere un personaggio molto più complesso e affascinante.
Robert Downey jr. ormai il personaggio l'ha cucito su se stesso, qui è sempre più gigione e sornione, il pubblico ama ogni sua mossa, quindi questo è il pacchetto che dobbiamo aspettarci.
Nell'attesa di vedere cosa ci riserveranno Thor 2, Capitan America 2 e The Avengers 2, noi, a naso, per la gioia della DC, non vediamo l'ora che esca Man of Steel, diretto da Zack Snyder e con lo zampino di Nolan: per quanto riguarda le versioni cinematografiche, sappiamo da che parte stare.
Costretto a fare i conti con un secondo capitolo non proprio brillante, passato alla storia come il film cui "Iron Man si urina nell'armatura" per usare un'espressione il più elegante possibile, e con il JossWhendiano The Avengers, Iron Man 3 ha l'arduo compito di consacrate il suo protagonista e di prepararlo alla seconda avventura con i colleghi Vendicatori. Il nome del regista e sceneggiatore chiamato per questo ruolo delicato faceva sicuramente ben sperare: Shane Black, che magari ai più non dice molto, è infatti la mente folle e gagliarda dietro i primi due Arma Letale, L'ultimo boyscout, Last action hero e Kiss kiss bang bang, film in cui il protagonista è proprio Downey jr. Sulla carta un'accoppiata vincente.
Ma ci sono molti ma.
Con il rilancio del personaggio, made in DC Comics, di Batman by Christopher Nolan, cominciato nel 2005 con Batman Begins, la Marvel si è sentita chiamata in causa e ha risposto al "fuoco nemico" gettando in campo i suoi cavalli di razza: oltre ad Iron Man, Thor, Capitan America e Hulk. Una cosa accomuna tutti i film Marvel: la sempre più umorale e crassa comicità. Come il Batman di Nolan è serio ed epico, tanto allegri e spensierati sono i personaggi Marvel: una scelta che sembra quasi di campo per differenziare i due schieramenti, non a caso l'imminente Man of Steel, nuovo film dedicato a Superman, altro personaggio DC, sembra seguire la linea più drammatica tracciata dai Batman.
Sarà un caso?
Nel frattempo comunque la scelta si è rivelata molto redditizia visto che i Vendicatori sono riusciti ad appassionare trasversalmente adulti e bambini, uomini e donne, giovani e meno giovani, appassionati di fumetti e non.
I puristi del genere però non sembrano gradire: l'alto tasso di comicità spesso di basso livello toglie forza al supereroe, che a volte diventa quasi una macchietta.
Dove sta la verità?
Iron Man 3 sembra togliere ogni dubbio: successivo ai fatti di The Avengers, il film è ambientato nel periodo natalizio, comincia con la canzone degli Eiffel 65 Blue (Da ba dee) e presenta una scena clou in cui a farla da padrone sono battute su feci e gas intesitnali.
Natale, Eiffel 65, peti: non è forse un mix che ricorda i cinepanettoni nostrani?
E questa è solo una faccia della medaglia.
In questo terzo capitolo troviamo un Tony Stark in preda all'insonnia e alle crisi di panico, ancora sconvolto dall'esperienza estrema vissuta a New York insieme ai Vendicatori.
Un episodio talmente sconvolgente da indurlo a produrre decine e decine di nuove armature, a creare un dispositivo che gli permette di chiamare la sua armatura da qualsiasi luogo si trovi e a trascurare la storica fidanzata Pepper (Gwyneth Paltrow). Quando all'orizzonte spunta il terribile Mandarino (Ben Kingsley), terrorista intenzionato a sferrare un attacco mortale all'America, Tony deve mettere da parte le sue paturnie e difendere il suo paese e le persone che ama.
Cosa che in realtà non succede.
Come detto a gran voce nel capitolo precedente, Tony Stark E' Iron Man, ma nella sua versione cinematografica non è tanto l'armatura super-tecnologica a fare l'eroe, quanto chi la indossa. Iron Man 3 è infatti un Tony Stark 3: il superego dell'attore si fonde con il personaggio, che è il vero protagonista della storia. Non a caso le armature vengono duplicate a decine, si frammentano in tanti pezzi e vengono indossate da più personaggi: Iron Man diventa una figura spezzettata e di sfondo mentre il vero centro, sempre più grande e ingombrante, è l'uomo, il genio, il playboy, sempre e solo lui, Tony Stark.
Una scelta che potrebbe essere interessante (anche nello Spider Man di Sam Raimi si è puntato molto sul lato umano del supereroe con risultati strabilianti), se non fosse che la parte umana di Iron Man diventa quasi macchietta di se stessa, sempre con l'ansia da prestazione per la battuta più pungente e ironica.
Non solo battute: il film tocca anche temi importanti come la riflessione sull'ossessione americana della lotta al terrorismo, sulla produzione di armi e sul ruolo dei media, che vengono però smorzati da un patriottismo forse troppo tronfio e da una parte centrale in cui Tony Stark collabora con un bambino, mossa strategica per far impazzire milioni di piccoli fan (per i più invasati c'è un'altra scena ad hoc che vede coinvolti un tatuaggio e un taglio di capelli).
Nel complesso ci si diverte, l'azione c'è e le scene spettacolari anche, ma rimane il dubbio che, premendo un po' di più sul tasto dell'epica e meno su quello della comicità, Iron Man avrebbe potuto essere un personaggio molto più complesso e affascinante.
Robert Downey jr. ormai il personaggio l'ha cucito su se stesso, qui è sempre più gigione e sornione, il pubblico ama ogni sua mossa, quindi questo è il pacchetto che dobbiamo aspettarci.
Nell'attesa di vedere cosa ci riserveranno Thor 2, Capitan America 2 e The Avengers 2, noi, a naso, per la gioia della DC, non vediamo l'ora che esca Man of Steel, diretto da Zack Snyder e con lo zampino di Nolan: per quanto riguarda le versioni cinematografiche, sappiamo da che parte stare.
Robert Downey Jr.
La citazione: "Tu non sai chi sono. Non mi vedrai mai arrivare"
Hearting/Cuorometro: ♥♥♥
Titolo italiano: Iron Man 3
Titolo originale: Iron Man 3
Regia: Shane Black
Anno: 2013
Cast: Robert Downey Jr., Gwyneth Paltrow, Don Cheadle, Guy Pearce, Rebecca Hall, Ben Kingsley
Durata: 130 minuti
Colore: colore
Genere: Azione
Sceneggiatura: Shane Black e Drew Pearce
Fotografia: John Toll
Musiche: Brian Tyler
Paese di produzione: USA
Casa di produzione: Paramount Pictures, Marvel Studios
Distribuzione italiana: The Walt Disney Company Italia