La musica country affonda le sue origini nel ventre assolato e selvaggio dell'America del sud, quella dei cappelli da cow-boy, degli stivali di alligatore e dei bar fumosi dove il whiskey scorre a fiumi.
Sorta di archetipo mitico per gli americani, che vi hanno costruito tutta una mitologia, il country ha un che di primordiale e istintivo, ha il suono dell'America più semplice e genuina.
Inevitabile quindi che susciti tanto interesse nel cinema americano, a cominciare dal leggendario Nashville del maestro Altman fino al recente Walk the line sulla vita di Johnny Cash.
Il regista Scott Cooper si inserisce in questo prolifico filone con il suo Crazy Heart, tratto dall'omonimo romanzo di Thomas Cobb, in cui Jeff Bridges è Bad Blake, un cantante country di successo ormai caduto in declino, costretto ad andare di bar in bar con piccoli concerti per sbarcare il lunario.
Jeff Bridges
Ormai quasi dimenticato, alcolizzato, con la sigaretta perennemente in bocca, Bad si trascina stancamente da uno stato all'altro, incurante di tutto e tutti, soprattutto di se stesso.
L'unico faro prezioso è la sua chitarra: la lucida con cura e devozione dopo ogni concerto ed è l'unica che sembra ricordargli di avere un'anima.
Fino a quando non incontra Jean, una giornalista che deve fargli un'intervista.
Possono l'amore per la musica e per una donna riportare alla vita uno spirito abbattuto e stanco?
Se c'è una cosa che il cinema americano adora è la storia di uno sconfitto che riesce a reagire e a riscattarsi, figuriamoci se al ritmo di graffianti ballate country: un pò come l'anno scorso è successo con The Wrestler, Hollywood ha trovato il nuovo derelitto dell'anno da redimere.
Maggie Gyllenhaal e Jeff Brisdges
La pellicola si regge tutta sulle mastodontiche spalle di Jeff Bridges, l'ormai leggendario Drugo del film cult Il grande Lebowski dei fratelli Cohen, che grazie al suo Bad affaticato e disilluso potrebbe fare il colpaccio, che non è riuscito l'anno scorso al wrestler Mickey Rourke, vincendo, dopo il Golden Globe, l'Oscar. Sarebbe il coronamento di una carriera.
Accanto a lui una brava Maggie Gyllenhaal, il sempre granitico Robert Duvall – anche produttore – e un quasi irriconoscibile Colin Farrell perfettamente credibile nell'accento da americano del sud nonostante i natali irlandesi.
Una pellicola polverosa e afosa, rinfrescata da bella musica e da interpretazioni ispirate.
La citazione:
"- Da dove vengono tutte queste canzoni?
- Dalla vita purtroppo"
Voto: ♥♥♥
Uscita italiana: 5 marzo 2010
Pubblicato su MPnews.it
anch'io ho subito associato l'elogio non affatto epico ma vero ed emozionante di the wrestler. ciao.
RispondiEliminaVero?!
RispondiElimina^^