venerdì 26 febbraio 2010

Amabili resti


Amabili resti.
Ovvero come rovinare pesantemente un film negli ultimi 10 minuti.
Peter Jackson, ormai l'abbiamo capito, è molto attratto dalla vita dopo la morte.
No, non fraintendiamo, non ha tendenze suicide, semplicemente gli piace rendere in forma visiva questo concetto così astratto e allo stesso tempo familiare ad ognuno di noi.
Come già in Sospesi nel tempo Jackson ha colto al volo l'occasione di parlare dell'aldilà - detto nel film "terra di mezzo" e non è un caso, nella libreria in cui Susie va con la nonna c'è il poster del Signore degli anelli - grazie al libro di Alice Sabold Amabili resti.




La pellicola parte bene, il regista, anche se poco sportivamente, ci fa vedere quanto dolce e carina era Susie, quanto dolci e carini erano i suoi genitori e i due fratellini e comincia a costruire un clima di forte tensione raggiungendo l'apice nella bellissima scena dell'omicidio (detta così suona male, ma è girata e costruita davvero molto bene).
Il dolore della famiglia è lancinante: un premuroso papà che perde la sua piccola di 14 anni può rassegnarsi a questa perdita?
E una ragazza morta può distaccarsi dalla terra e andare in paradiso senza voltarsi indietro?
I problemi del film stanno proprio qui.
Con la rappresentazione del mondo ultraterreno, colorato, kitsch e infantile, il mondo reale perde la sua forza e credibilità.
A lungo andare l'immaginifico ha la meglio sul dolore vero e tutti i personaggi ne risentono.
La meravigliosa Susan Sarandon, nel ruolo della nonna, parte con un'interpretazione fantastica e poi viene bruscamente condotta da tutt'altra parte, la madre di Susie, con il volto di Rachel Weisz, improvvisamente scappa via senza apparente motivo diventando una figura inutile ai fini della storia, così come molti altri personaggi.
Alla fine, il film si riduce ad un duello di bravura tra la giovanissima e bravissima Saoirse Ronan e il grande Stanley Tucci, che meriterebbe davvero un ruolo da protagonista e non la condanna ad eterno comprimario.

Stanley Tucci

Se il film regge ancora oltre la metà, nel finale c'è lo sfascio più totale: la conclusione affrettata, i vuoti enormi rimasti incolmati e la morale finale quanto mai scontata fanno definitivamente naufragare un racconto che è mostruosamente sbilanciato.
Amabili resti ha l'insolito primato di essere meravigliosamente raccontato per immagini e allo stesso tempo in maniera pessima nell'evolversi della storia.
Il vero killer qui è lo sceneggiatore.
Quando il papà Mark Wahlberg va a far sviluppare il primo rullino di Susie nel negozio c'è Jackson che prova una telecamera. C'avevate fatto caso?

La citazione: "Mi chiamo Salmon, come il pesce, e sono stata uccisa a 14 anni"

Voto: ♥♥1/2

4 commenti:

  1. che occhio!...d'accordo..deluso anch'io...

    RispondiElimina
  2. Comunque c'è da dire che la prima ora è davvero bellissima, anche se la seconda sembra un po' scritta dagli sceneggiatori di Boris (con tutti gli sgardi "basiti" del caso).
    Peccato, un'occasione persa.
    AP

    RispondiElimina
  3. è na mezza porcata.

    la terra "di mezzo" è visivamente splendida (le navi in bottiglia che si infrangono sugli scogli sono memorabili), ma tutto il resto è uno sbadiglio. l'intermezzo di susan sarandon a tempo di rock poi è assolutamente senza senso.
    il finale mi pare il remake di ghost scritto da moccia.

    che poi quando alla fine la ragazzina morta dice agli spettatori "auguro a tutti voi una vita lunga e felice" in sala si stavano tutti a grattà le palle..

    non se sa mai, dovesse portà zella..

    RispondiElimina
  4. @ Ivan: hai visto si?! :D

    @Pangallo: bellissima è una parola grossa, diciamo che fino all'omicidio tiene bene, poi il disastro.

    @Lessio: concordo su tutto! Ah e sul rito scaramantico anche a me è venuto automatico fare le corna!
    AHHAHAHHAHAHA

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...