lunedì 8 giugno 2009

L'ultima casa a sinistra


La diciassettenne Mari Collingwood (Sara Paxton) – campionessa di nuoto – in vacanza con i ricchi genitori nella loro solitaria villa al lago, assieme alla sua amica Paige, finisce nelle mani di feroci assassini: Krug (Garret Dillhaunt), suo fratello, la sua donna e Justin, il timido e debole figlio. La banda di delinquenti sottopone le due ragazze ad atroci e sadiche torture fino ad uccidere Paige e a credere di aver ucciso Mari. Nella fuga, messi in difficoltà da un violento temporale, Krug e soci cercano e trovano generosa ospitalità presso i genitori di Mari (Tony Goldwyn e Monica Potter), inconsapevoli dei fatti. Quando trovano la figlia esanime e comprendono l'accaduto i Collingwood organizzano una terribile vendetta non meno violenta e sadica.



Nel 1972 esordì sugli schermi cinematografici americani un regista dalla formazione insolita –Tony Goldwyn e Monica Potter educato in un ambiente religioso, laureato in filosofia alla John Hopkins University e poi regista prima di pellicole porno e poi horror - che avrebbe enormemente contribuito alla crescita del genere horror splatter con il gusto per il sangue e le budella: Wes Craven si conquistò la sua fedele fetta di estimatori ed esordì proprio con “L'ultima casa a sinistra”. Nel film di Craven però la cruda e brutale violenza, il sangue, le atrocità girate in maniera volutamente rozza e quasi sadica, aveva un senso nel contesto di quegli anni: il soffocante puritanesimo e perbenismo della provincia americana in contrasto con gli sconvolgimenti della guerra del Vietnam, i cambiamenti dei costumi sessuali e la sempre più forte emancipazione femminile. Craven realizzò “L'ultima casa a sinistra” volendo omaggiare il suo regista preferito, Ingmar Bergman, trasformando e stravolgendo il suo film “La fontana della vergine”.



Questo remake di quasi quarant'anni dopo non ha nulla né della raffinata introspezione psicologica di Bergman, né dell'effetto novità del film di Craven. Come già successo a “Le colline hanno gli occhi”altro film del regista americano, qui ci troviamo di fronte ad una pura e semplice operazione commerciale che cerca in mancanza di idee di ripetere il successo di pellicole già collaudate. La pellicola si limita quindi alla rappresentazione di una serie infinita di torture e violenze messe in atto con i mezzi più disparati - pistole, coltelli, spranghe di ferro, arpioni, uncini, asce e chi più ne ha più ne metta, compreso l'uso improprio di un...forno a microonde – provocando nello spettatore nausea e rifiuto senza comunicare altro. Il regista Iliadis certamente strizza l'occhio all'estetica tarantiniana di Kill Bill ma non ne ha l'ironia e la potenza visiva e immaginifica.
In definitiva uno splatter horror di serie B da programmarsi al massimo in seconda serata su Rete 4.


La citazione: "Lo so. Dobbiamo scappare. Il che significa che dobbiamo essere pronti a tutto. Dobbiamo essere pronti a fare qualsiasi cosa. Mi hai sentito?"

Voto:

Uscita italiana: 14 agosto 2009

Pubblicato su Cinema4stelle.it

4 commenti:

  1. Bè se il film è mediocre - scarso, allora io parlerei di terza serata su rete4.....aahhahahhahhahhhahah............
    ciao!!!!

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  2. beh si, in seconda serata su rete quattro trasmettono dancer tin the dark di solito. non li paragonerei.

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  3. @Anonimo: questo non cambia il fatto che il film è orrendo. E alquanto inutile e poco originale.

    E per me Dancer in the dark è uno dei film più terrificanti, sadici e brutti che abbia mai visto!
    Quello si che è horror puro.

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  4. Concordo! Il solito remake fatto all'acqua di rose. La scena finale è il massimo della gratuità e del cattivo gusto ;) Se vuoi, passa a leggere anche la mia rece! Un saluto!

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