sabato 20 giugno 2009

Meryl Streep

La dea della recitazione.

Viso dai tratti marcati, sguardo intelligente e un sorriso che illumina la faccia più malleabile che il cinema abbia mai visto: è Meryl Streep, la dea della recitazione.



I primi passi


Nata Mary Louise Streep, figlia di padre di origini olandesi e di madre con sangue svizzero, inglese e irlandese, la giovanissima Meryl Streep ha le idee chiare: vuole diventare una cantante d'opera. Raggiunta la maggiore età però rinuncia al suo sogno d'infanzia e, scartata la prospettiva di una carriera d'avvocato, si iscrive al corso di teatro dell' università di Yale.

Suoi compagni di corso sono Sigourney Weaver e Christopher Lloyd.

Fattasi le ossa in teatro, il debutto sul grande schermo arriva, abbastanza tardi per gli standard hollywoodiani, nel 1977: Fred Zinneman la vuole nel suo film Julia, con protagoniste Jane Fonda e Vanessa Redgrave.

Nonostante il piccolo ruolo, la Streep si impone immediatamente come un grande talento, tanto da essere chiamata da Michael Cimino in uno dei film più significativi del cinema americano: Il cacciatore. Grazie a questo film la Streep ottiene la sua prima nomination Oscar, prima di una serie infinita, e stringe un rapporto d'amiciza con Robert De Niro, che la definisce la migliore attrice con cui abbia mai lavorato, e uno d'amore con John Cazale.

Nel 1978 John Cazale muore per una grave malattia e poco dopo l'attrice sposa Don Gummer, uno scultore, con cui è tutt'ora sposata e da cui ha avuto quattro figli.


Meryl Streep in Il cacciatore di Michael Cimmino


Il periodo d'oro


Tra la fine degli anni '70 e gli anni '80 la Streep ha inanellato una serie di successi, ruoli, premi e nomination Oscar da fare impallidire.

Nel '79 è nel capolavoro di Woody Allen Manhattan e recita al fianco di Dustin Hoffman in Kramer contro Kramer, ottenendo il suo primo premio Oscar.

Oscar che raddoppia pochi anni dopo - passando per la pellicola La donna del tenente francese in cui recita insieme a Jeremy Irons - grazie alla sua interpretazione intensa e drammatica in La scelta di Sophie. Ormai è già leggenda.

Negli anni '80 recita in due dei ruoli più amati della sua carriera ovvero la Karen Silkwood di Silkwood, girato da Mike Nichols, e la Karen Blixen di La mia Africa, film imponente e romantico girato da Sidney Pollack, in cui recita con il bello dello schermo Robert Redford.

Nel 1986 è in Heartburn in cui si confronta con Jack Nicholson, altro mostro sacro della recitazione.

Meryl Streep in La mia Africa di Sidney Pollack


Il consolidamento del mito negli anni '90


Gli anni '90 sono segnati da ruoli molto diversi tra loro, grazie ai quali la Streep dimostra di possedere una vastissima gamma di interpretazioni: nel film Cartoline dall'inferno, diretta di nuovo da Mike Nichols, interpreta un'attrice di B-movies e recita al fianco di Shirley McLane e Dennis Quaid; nel surreale La morte tifa bella può dare sfogo alla sua vena comico-grottesca e dà una grande prova accanto a Goldie Hown e Bruce Willis; in I ponti di Madison County, per cui ottiene una nomination agli Oscar, è protagonista di una commovente storia d'amore accanto ad un partner-regista d'eccezione: Clint Eastwood, il duro dei duri, si scioglie di fronte all'intensità della Streep dietro e davanti la macchina da presa; nel '96 ritrova De Niro in La stanza di Marvin, in cui recita anche un giovanissimo Leonardo DiCaprio e nel '99 è nel cast di La musica nel cuore, unico film non horror di Wes Craven, in cui interpreta una violinista. La preparazione dell'attrice è nota per essere al limite del maniacale, ma per questo film la Streep ha superato se stessa: si è esercitata sei ore al giorno per otto settimane per imparare a suonare il violino!


Clint Eastwood e Meryl Streep in I ponti di Madison County di Clint Eastwood


La leggenda


Gli anni 2000 per la Streep hanno dell'incredibile: nel 2002 è una donna omosessuale in The Hours, insieme a Nicole Kidman, Julianne Moore ed Ed Harris e recita nel brillante Il ladro di orchidee, diretto da Spike Jones, per cui ottine una nomination Oscar e vince il Golden Globe.

Nel 2004 è in The Manchurian Candidate, remake del film del '62, al fianco di Denzel Washington, in Lemony Snicket in cui recita insieme all' amico Jim Carrey e nella stupenda miniserie Angels in America in cui interpreta ben quattro differenti ruoli, al fianco del mostro sacro Al Pacino e alla bravissima Emma Thompson.

Ma è il 2006 l'anno fondamentale nella carriera di Meryl Streep: passando per la commedia Prime, in cui recita insieme alla tarantiniana Uma Thurman, è nell'ultimo e commovente film di Robert Altman Radio America, vero e proprio testamento spirituale del grande regista americano, e nella commedia campione d'incassi Il diavolo veste Prada. Grazie a questa pellicola la Streep vince un altro Golden Globe con il quale si assicura la fama di star acclamata non solo dalla critca ma anche dal botteghino.

Grazie a questo strepitoso successo la Streep, alla soglia dei 60 anni, età in cui tutte le altre colleghe finiscono nel dimenticatoio o sono costrette nel ruolo della nonna, può concedersi il lusso di recitare in qualsiasi ruolo: ritrova, 20 anni dopo, Robert Redford in Leoni per agnelli, dà lezioni di stile alle giovani star Jake Gyllenhaal e Reese Witherspoon in Rendition e si lancia nel musical in Mamma mia! dove canta e balla come e meglio di una scatenata ventenne.


Quest'anno l'abbiamo vista negli austeri panni di suor Eloisa in Il dubbio, tratto dal testo teatrale di John Patrick Shanley, in cui recita insieme al grande Philp Seymour Hoffman e per cui ha ottenuto la sua quindicesima nomination Oscar.


Meryl Streep in Il diavolo veste Prada di David Frankel


Con il record di quindici nomination Oscar, di cui due vinti e sei Golden Globes conquistati, è l'attrice con il più alto numero di nomination e premi della storia del cinema. Individuata dalle immense Bette Davis e Katharine Hepburn come loro unica degna erede, amata dai più grandi registi e rispettata dai suoi colleghi attori, Meryl Streep è forse il più grande essere recitante che il grande schermo abbia mai visto.

Umile e determinata, perfezionista fino alla follia, famosa per poter imparare qualsiasi accento ed estremamente sicura di sè - tanto da non aver mai voluto correggere nulla del suo incredibile viso perchè è la tavolozza con cui dipinge le sue splendide tele - la Streep è amata da tutti: addetti ai lavori, colleghi, registi, pubblico e critica.

E oltre la grandissima artista, che perfino Tennesse Williams adorava, c'è anche la donna, piena di vitalità e buon senso: sposata con lo stesso uomo da 30 anni, madre affettuosa di quattro figli, amante della buona cucina e della musica classica.

Con una carriera irripetibile alle spalle e una miriade di interessanti progetti in cantiere, la Streep è la grande e generosa dea di Hollywood.


Pubblicato su MPnews.it

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