Indy è tornato!
I fans della saga di Indiana Jones hanno aspettato per 20 anni il ritorno sullo schermo del leggendario archeologo-avventuriero: finalmente Spielberg, Lucas e Harrison Ford li hanno accontentati con questo quarto capitolo “Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo”.
Fin da subito è messo in chiaro che i 20 sono effettivamente passati: siamo nel 1957, in piena Guerra Fredda e Maccartismo; il dottor Jones (Harrison Ford) questa volta deve vedersela con spie russe alla ricerca di un misterioso teschio di cristallo, appartenente alla civiltà Maya e custodito nel tempio di Akator, che secondo la leggenda fornisce al suo possessore il potere di governare il mondo.
Scampato per miracolo, insieme all’amico Mac (Ray Winstone), alle grinfie dei russi, capitanati dalla glaciale Irina Spalko (Cate Blanchett), Indy viene licenziato in tronco dal Marshall College perché accusato di collaborazionismo con i comunisti e incontra un giovane, Mutt Williams (Shia LaBoeuf), che ha un disperato bisogno del suo aiuto per salvare sua madre.
Indy e Mutt partono allora alla volta del Sud America per cercare il professor Oxley (John Hurt), un vecchio collega, che pare abbia trovato il famoso teschio di cristallo.
Il viaggio però non è affatto facile: Indiana e Mutt devono affrontare tombe misteriose, guardiani agguerriti, tranelli, indovinelli, serpenti e i russi, che hanno fatto prigionieri Oxley e la madre di Mutt. Tra inseguimenti folli, insetti carnivori e cascate, Indiana ritrova la sua vecchia fiamma Marion (Karen Allen), che altri non è che la madre di Mutt.
Il gruppo si lancia allora nella disperata ricerca del tempio di Akator per rimettere il teschio al suo posto prima che i russi possano metterci le mani sopra: come al solito leve segrete, trappole e guardiani combattivi proteggono la costruzione, ma i protagonisti arrivano ugualmente al tesoro e al luogo sacro. Qui ognuno troverà quel che cerca, ma dovrà pagarne le conseguenze.
La pellicola finisce con un lieto evento: ma non vogliamo rovinare la sorpresa.
Indiana Jones e il suo cappello ci salutano: forse sono pronti per altre avventure, forse invece hanno voglia di fermarsi, certo è che la loro leggenda continuerà per sempre.
Il quarto capitolo di Indiana Jones non delude: l’azione c’è, l’humor anche, i dialoghi pungenti e le battute esilaranti pure.
Il cast è sublime: Harrison Ford all’età di 66 anni è in forma come non mai, si butta in mezzo a risse, tombe, si appende ancora alla frusta, fa inseguimenti all’ultimo sangue…I maligni che dicevano che la debolezza del film sarebbe stata proprio lui dovranno ricredersi: lui E’ Indiana Jones e regge da solo tutto il film. Il cast di contorno non è da meno: Cate Blanchett è perfetta come spia russa, gelida, spietata e allo stesso tempo attratta dal paranormale, i suoi occhi sono bellissimi e inquietanti, insomma altra ottima prova per quest’attrice che ormai entra nella storia del cinema per aver partecipato a due delle saghe cinematografiche più importanti e famose di tutti i tempi (questa e quella del “Signore degli anelli”); Shia LaBoeuf è una rivelazione: un po’ Elvis, un po’ Marlon Brando, è convincente, simpatico e ha un certo non so che, insomma il nuovo pupillo di Spielberg ha le sue carte e le sa giocare bene; John Hurt è sempre grande, anche se qui è relegato in un ruolo minore; Karen Allen sprizza gioia da tutti pori, sorride, si diverte, si vede che è stata molto felice di partecipare al progetto; l’unico che non convince, ma non per colpa sua, è Ray Winstone, il suo personaggio è un di più inutile che si poteva tranquillamente eliminare. Nota di merito anche a Jim Broadbent, (l’indimenticabile Zidler di “Moulin Rouge!”), nel ruolo del rettore del Marshall College, che dà un’ottima prova nonostante abbia appena due scene.
Indiana Jones e il suo cappello ci salutano: forse sono pronti per altre avventure, forse invece hanno voglia di fermarsi, certo è che la loro leggenda continuerà per sempre.
Il quarto capitolo di Indiana Jones non delude: l’azione c’è, l’humor anche, i dialoghi pungenti e le battute esilaranti pure.
Il cast è sublime: Harrison Ford all’età di 66 anni è in forma come non mai, si butta in mezzo a risse, tombe, si appende ancora alla frusta, fa inseguimenti all’ultimo sangue…I maligni che dicevano che la debolezza del film sarebbe stata proprio lui dovranno ricredersi: lui E’ Indiana Jones e regge da solo tutto il film. Il cast di contorno non è da meno: Cate Blanchett è perfetta come spia russa, gelida, spietata e allo stesso tempo attratta dal paranormale, i suoi occhi sono bellissimi e inquietanti, insomma altra ottima prova per quest’attrice che ormai entra nella storia del cinema per aver partecipato a due delle saghe cinematografiche più importanti e famose di tutti i tempi (questa e quella del “Signore degli anelli”); Shia LaBoeuf è una rivelazione: un po’ Elvis, un po’ Marlon Brando, è convincente, simpatico e ha un certo non so che, insomma il nuovo pupillo di Spielberg ha le sue carte e le sa giocare bene; John Hurt è sempre grande, anche se qui è relegato in un ruolo minore; Karen Allen sprizza gioia da tutti pori, sorride, si diverte, si vede che è stata molto felice di partecipare al progetto; l’unico che non convince, ma non per colpa sua, è Ray Winstone, il suo personaggio è un di più inutile che si poteva tranquillamente eliminare. Nota di merito anche a Jim Broadbent, (l’indimenticabile Zidler di “Moulin Rouge!”), nel ruolo del rettore del Marshall College, che dà un’ottima prova nonostante abbia appena due scene.
Anche Spielberg è in gran forma: la regia sembra aver ritrovato il brio dei precedenti capitoli e l’ambientazione e la fotografia sono perfette, tanto da sembrare di essere veramente negli anni ’50.
L’ormai leggendaria musica di John Williams, elemento indissolubile quando si parla di Indiana Jones, emoziona come sempre e il nuovo arrangiamento non sfigura rispetto ai precedenti.
I momenti migliori sono sicuramente i dialoghi tra Indy e Mutt e le espressioni del dottor Jones di fronte ai vari imprevisti, che assicurano momenti di vero divertimento.
Fantastiche le continue auto-citazioni: all’inizio nell’esplosione al deposito da una cassa si intravede l’Arca dell’alleanza, Sean Connery – Hanry Jones sorride da una fotografia e così anche il vecchio amico Marcus, i serpenti, il mare d’ insetti e l’inondazione come nel secondo capitolo, la corsa lungo le cascate, i viaggi raffigurati con le mappe, le leve segrete, l’inseguimento in moto come nel terzo capitolo qui però con l’inversione dei ruoli - infatti ora è Indiana il più vecchio e Mutt il giovane - il continuo giocare sul significato simbolico del cappello…Insomma Spielberg ha saputo ricreare l’atmosfera della trilogia, anche se ogni tanto si è lasciato prendere la mano dagli effetti speciali, creando scenari apocalittici che sono più adatti a film come “La guerra dei mondi” che non all’avventuriero-archeologo.
Geniale l’utilizzo delle marmotte e delle scimmie: sono diventate anche loro dei personaggi e hanno creato alcuni dei momenti più divertenti.
Il film parte alla grande, con una sequenza mozzafiato in un vecchio deposito, catapultando immediatamente lo spettatore nell’azione e non mancano le scene spettacolari e adrenaliniche; purtroppo però qualche imperfezione c’è: l’introduzione alla vicenda del teschio va un po’ troppo per le lunghe, il personaggio di Mac è poco caratterizzato e alla fine si rivela abbastanza inutile e soprattutto il finale è un po’ troppo scontato, frettoloso e dal sapore estraneo alla vicenda dell’archeologo: la scena finale più che Indiana Jones sembra “Incontri ravvicinati del terzo tipo”! Nonostante questi difetti, il film ha un gran ritmo e la magia della saga è intatta: i fan non resteranno delusi e i neofiti potranno godersi un buon film d’avventura, di come non se ne vedevano da un po’, anche perché quando si parla del "genere avventura” al cinema Indiana Jones è quasi un sinonimo.
L’attesa è durata a lungo, ma ne è valsa la pena.
La citazione:
"- Un'ultima provocazione dottor Jones?
- Vota Heisenower!"
"- Un'ultima provocazione dottor Jones?
- Vota Heisenower!"
Voto: ♥♥♥♥
Pubblicato su Meltin' Pot.
A me tocca andarlo a vedere domani...
RispondiEliminam'hanno detto che è uno schifo, a te sembra essere piaciuto...
non so cosa sperare, io è un bel po' che non scrivo recensioni su grossissime boiate...
comunque non si dice "Un po' alla Elvis, un po' alla Marlon Brando"... si dice "un po' rockabilly".
Ciao!
Volevo sl dire ke io il film l'ho visto proprio ieri e mi è piaciuto moltissimo!
RispondiEliminaStraordinario Harrison Ford, simpatico Shia LaBeouf molto brava Cate Blanchett...Davvero 1 bel film entusiasmante ed incalzante...
Andatelo a vedere!!!!!!!!!!!