Max (Josh Holloway) è un ex detenuto che non riesce, per quanto si sforzi, a rifarsi una vita in maniera onesta e, per riuscire ad aprire il ristorante che tanto desidera, si fa convincere da un amico a rapire il figlio di una ricca famiglia.
Max insieme a Roxanne (Sarah Wayne Callies), la sua ragazza, Sidney e Vince rapisce il piccolo David (Blake Woodruff) durante la festa per il suo ottavo compleanno.
Quattro malviventi che si accaniscono su un piccolo e indifeso angioletto.
Sbagliato!
David non è un bambino come gli atri, ha strani poteri che gli permettono di manipolare la mente delle persone, di controllare oggetti e animali e ben presto sarà lui a fare carne da macello dei suoi carnefici.
Il film è l’esordio sul grande schermo di Stewart Hendler, regista appena ventiseienne, che prima di Il respiro del diavolo ha firmato diversi spot pubblicitari, e si rifà al filone – molto in voga negli ultimi anni - dei bambini dallo sguardo sinistro e demoniaco che seminano morte e terrore sul loro cammino. Il piccolo David, interpretato egregiamente dal mefistofelico Blake Woodruff, è il male allo stato puro, quello che si presenta in maniera seducente e strisciante sotto le spoglie più accattivanti e insospettabili che ci possano essere: un tenero bambino di otto anni.
Come nell’iconografia medievale dove il diavolo è rappresentato da un bellissimo principe con la schiena piena di serpenti, così nell’immaginario contemporaneo la forma più diabolica che il male può assumere è quella dei bambini (in questo campo L’esorcista ha fatto scuola).
Se però il personaggio di David è in gran parte riuscito e ben interpretato, lo stesso non si può dire dei quattro malviventi: le star della tv Josh Holloway (il Sawyer di Lost) e Sarah Wayne Callies (la dottoressa Tancredi di Prison Break) non riescono a scrollarsi di dosso il ricordo dei loro famosi personaggi televisivi e rendono poco credibili le loro interpretazioni, non aiutati comunque da una sceneggiatura troppo semplificata, che crea (poca) tensione in certi momenti per poi affossarsi in passaggi troppo noiosi.
Per chi si aspetta un film horror con sangue e frattaglie al vento il film sarà una delusione: non ci sono scene sanguinolente e il tutto è gestito sulla tensione psicologica che si crea tra i personaggi.
In sostanza un film che non aggiunge niente di nuovo al genere e che mostra tutta l’inesperienza di un regista alle primissime armi.
Un prodotto destinato quindi soprattutto agli amanti irriducibili del genere.
Quattro malviventi che si accaniscono su un piccolo e indifeso angioletto.
Sbagliato!
David non è un bambino come gli atri, ha strani poteri che gli permettono di manipolare la mente delle persone, di controllare oggetti e animali e ben presto sarà lui a fare carne da macello dei suoi carnefici.
Il film è l’esordio sul grande schermo di Stewart Hendler, regista appena ventiseienne, che prima di Il respiro del diavolo ha firmato diversi spot pubblicitari, e si rifà al filone – molto in voga negli ultimi anni - dei bambini dallo sguardo sinistro e demoniaco che seminano morte e terrore sul loro cammino. Il piccolo David, interpretato egregiamente dal mefistofelico Blake Woodruff, è il male allo stato puro, quello che si presenta in maniera seducente e strisciante sotto le spoglie più accattivanti e insospettabili che ci possano essere: un tenero bambino di otto anni.
Come nell’iconografia medievale dove il diavolo è rappresentato da un bellissimo principe con la schiena piena di serpenti, così nell’immaginario contemporaneo la forma più diabolica che il male può assumere è quella dei bambini (in questo campo L’esorcista ha fatto scuola).
Se però il personaggio di David è in gran parte riuscito e ben interpretato, lo stesso non si può dire dei quattro malviventi: le star della tv Josh Holloway (il Sawyer di Lost) e Sarah Wayne Callies (la dottoressa Tancredi di Prison Break) non riescono a scrollarsi di dosso il ricordo dei loro famosi personaggi televisivi e rendono poco credibili le loro interpretazioni, non aiutati comunque da una sceneggiatura troppo semplificata, che crea (poca) tensione in certi momenti per poi affossarsi in passaggi troppo noiosi.
Per chi si aspetta un film horror con sangue e frattaglie al vento il film sarà una delusione: non ci sono scene sanguinolente e il tutto è gestito sulla tensione psicologica che si crea tra i personaggi.
In sostanza un film che non aggiunge niente di nuovo al genere e che mostra tutta l’inesperienza di un regista alle primissime armi.
Un prodotto destinato quindi soprattutto agli amanti irriducibili del genere.
La citazione: "Poverina...credeva che fossi un angelo!"
Voto: ♥
Uscita italiana: 23 gennaio 2009
Pubblicato su Cinema4stelle.it
Voto: ♥
Uscita italiana: 23 gennaio 2009
Pubblicato su Cinema4stelle.it
me lo perdo volentieri, allora..
RispondiElimina