giovedì 13 gennaio 2011

Boardwalk Empire: quando il cinema conquista il piccolo schermo

La serie della HBO, tratta dal libro omonimo di Nelson Johnson, prodotta da Martin Scorsese , realizza un sogno: portare il grande cinema in televisione. Storie di gangster e proibizionismo in 12 episodi, a partire dal 14 gennaio su Sky Cinema 1 alle 21.


Atlantic City, 1920. Sono gli anni del proibizionismo.
Enouch “Nucky” Thompson è il politico più stimato della città: amato dalle donne per il suo carisma, temuto dagli uomini per il suo grande potere, ma dietro la facciata da cittadino modello nasconde uno dei maggiori imperi criminali d'America. Gioco d'azzardo, prostituzione, estorsione e soprattutto traffico clandestino di alcolici: con la classe politica dalla sua e lo stretto controllo della polizia, al cui capo ha posto il fratello Elias, Nucky è l'imperatore di Atlantic City.

Al suo fianco ci sono Jimmy Darmody, reduce di guerra e suo protetto, e la provocante Lucy. A sconvolgere il suo mondo fatto di menzogne imbellettate arriva Margaret, donna irlandese sposata con un uomo violento e senza lavoro. Nucky rimane colpito dalla ragazza venuta a chiedergli aiuto: si sbarazza così del marito per poterla corteggiare. L'omicidio suscita però l'interesse di Nelson Van Alden, integerrimo detective dell'FBI.

Dopo i gangster anni '70 di Mean Streets e il racconto della nascita della criminalità americana in Gangs of New York, era naturale per Scorsese approfondire i leggendari criminali degli anni '20: Al Capone, Lucky Luciano sono qui ritratti agli inizi della loro scalata al potere nella malavita americana. Storie di opposti e di tumulto, di quelle che piacciono a Scorsese: la legalità contro il crimine, la religione e la violenza, il potere e la morale.

Nucky Thompson è il vertice massimo di questa prodigiosa crescita criminale: è l'incarnazione della corruzione che arriva al potere sotto le spoglie di garante della legalità. Il lupo che si fa agnello.
Il suo vasto impero, racchiuso dal ponte di legno (il boardwalk del titolo) che costeggia la città e che è la sua passerella d'onore, si estende oltre i confini di Atlantic City: Chiacago e New York sono dietro l'angolo quando si tratta d'affari.
Vediamo così come la criminalità organizzata costruisca tassello dopo tassello il suo regno fatto di accordi segreti e favori politici: in dodici puntate di altissimo livello, il mito del gangster diventa serie di culto. In Boardwalk Empire il gangster si trasforma in una figura quasi mitologica, una leggenda ammirata di nascosto, invidiata da molti e ufficialmente condannata da tutti. Con i suoi completi impeccabili, il grande carisma e l'istinto ferino, Nucky Thompson è l'uomo abile che sceglie la strada del male, che abbraccia la violenza per convenienza.

Suo opposto e antagonista è l'agente dell'FBI Van Halden: religiosissimo, ossessionato dal concetto di peccato e allo stesso tempo attratto dalle tentazioni della città, è l'uomo che sceglie volontariamente di perseguire il bene e agire secondo morale.
Nel cammino sulla retta via però è costretto ad usare la violenza, soprattutto su se stesso: si auto-infligge punizioni corporali, proprio per placare i suoi istinti che forse lo portano ad invidiare lo stile di vita dissoluto di Thompson.
I due protagonisti sono in realtà facce diverse della stessa medaglia: rappresentano entrambi l'istinto umano, la violenza, i desideri più primordiali, solo che uno si abbandona ad essi, mentre l'altro si sforza di non farlo.

Ad unire maggiormente i due personaggi c'è Margaret, donna contesa da entrambi, vero fulcro delle loro azioni. Da principio timida e sottomessa, in seguito anche lei prende coscienza del proprio potere, diventando sempre più smaliziata e indipendente. Grazie al suo personaggio possiamo seguire l'evoluzione del ruolo della donna nella società: ancora ombra del marito e costretta al solo ruolo di madre, o in alternativa di prostituta, ma in procinto di cambiare grazie all'imminente possibilità di avere accesso al voto.
Questo triangolo è un'ulteriore metafora: da un lato la parte criminale dell'America, dall'altra quella puritana e in mezzo la vecchia Europa, con i suoi valori e la sua cultura, pronta però ad adattarsi al nuovo dominatore economico del mondo.

Ad affascinare di più però, al di là delle potenti metafore e del contesto storico, è la qualità del racconto: regia vibrante, fotografia curatissima, costumi impeccabili, scenografie imponenti e un cast in stato di grazia.
Steve Buscemi, nel ruolo del protagonista, può finalmente dimostrare tutta la sua abilità di attore drammatico, Kelly Macdonald riesce a dare mille sfumature alla sua Margaret, facendo crescere il personaggio in maniera esponenziale, Michael Pitt è perfetto nel ruolo di Jimmy e su tutti spicca il grandissimo Michael Shannon, nei panni dell'agente dell'FBI: eternamente in conflitto con se stesso, rigido nella mente come nel corpo, tormentato, quasi folle. Una grande interpretazione.

Con questa serie televisiva il cinema ha invaso la televisione, raggiungendo un nuovo livello di narrazione, che si avvicina alla letteratura: potendo contare su tempi più lunghi, la storia viene maggiormente approfondita, i personaggi delineati a tutto tondo e si può creare una vera e propria mitologia del racconto che appassiona lo spettatore.
Prodotti di alto livello come Lost, Mad Man e Boardwalk Empire hanno dunque realizzato un sogno: creare un film meraviglioso lungo 12 ore.


Hearting/Cuorometro: ♥♥♥♥

Titolo originale: Boardwalk Empire
Creata da: Terence Winter
Anno: 2010 - ?
Cast: Steve Buscemi, Michael Pitt, Kelly Macdonald, Michael Shannon

Pubblicato su Kataweb.it

4 commenti:

  1. Sembra interessante, al più presto mi cimenterò.
    L'idea e l'ambientazione mi intrigano da pazzi.

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  2. Me ne avevano già parlato in molti, devo solo vincere lo sforzo di andare a solleticare il mulo, in modo da avere al volo il sostituto di Misfits appena avrò finito la seconda stagione!

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  3. Bellissimo! Non è un caso che Scorsese sia produttore di questi piccoli capolavori! Mi sembra sia proprio lui a girare il primo episodio...e pensare che c'è gente che critica questo telefilm definendolo "troppo cinematografico". Per me può essere solo un complimento!

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