A sette anni di distanza dal capolavoro Moulin Rouge! e archiviato il progetto Alessandro Magno, Baz Luhrmann ci porta per mano nella sua terra: la terra dei canguri e dei mandriani, delle rocce color sangue e degli spazi sconfinati.
Lady Sarah Ashley (Nicole Kidman), un’aristocratica inglese, si reca in Australia dalla grigia Inghilterra per vendere Faraway Downs, ranch di proprietà del marito, ma è ostacolata da King Carney, il maggior allevatore di bestiame della città.
Lady Sarah deve trasportare una mandria di 1500 capi fino a Darwin e per farlo si fa aiutare dal rude mandriano Drover (Hugh Jackman) con cui entra subito in conflitto: conflitto che è preludio di un amore travolgente. Con loro c’è anche il piccolo Nullah (l’esordiente Brandon Walters), figlio di un’aborigena e di un bianco, che deve nascondersi per non essere catturato dai missionari che vogliono confinarlo in una sorta di collegio per bambini di sangue misto.
Sulle tracce del cosmopolita nucleo familiare che si va formando c’è Fletcher (David Wenham), lo scagnozzo di Carney. Su tutti incombe la Seconda Guerra Mondiale.
Baz Luhrmann è il regista dell’eccesso, del kitsch, dell’elettricità, della musica travolgente, dei grandi sentimenti, dei colori sgargianti e dei personaggi lager than life: in Australia tutto questo c’è, ma, a differenza dei suoi precedenti film definiti dallo stesso regista “La Red Curtain Trilogy”, questa volta tutto avviene in spazi all’aperto invece che in studio e i paesaggi australiani sono di una bellezza da mozzare il fiato.
Alla bellezza naturale della sua terra Luhrmann ha aggiunto alcuni ritocchi digitali con l’effetto di creare un’atmosfera magica e da sogno.
Il film è una lunghissima e avvincente favola romantica che cerca il colpo ad effetto a tutti i costi, riuscendo nell’intento più volte come nel bellissimo incipit e nella scena del ballo.
Un film che si rifà ai grandi capolavori epici come Via col vento, La regina d’Africa e La mia Africa ma che contiene praticamente ogni genere cinematografico: Luhrmann è riuscito nell’impresa praticamente impossibile di coniugare nella stessa pellicola avventura, storia d’amore, umorismo, guerra, film in costume, messaggio sociale e addirittura musical, grazie all’ottimo uso della canzone “Somewhere over the rainbow” del Mago di Oz.
E Luhrmann è un vero e proprio mago: con appena quattro pellicole all’attivo e con l’aiuto della moglie, Catherine Martin, costumista e scenografa di tutti i suoi film, ha saputo creare uno stile personalissimo e inconfondibile che dimostra un amore sconfinato per il cinema e un grande gusto per l’immagine, curatissima in ogni dettaglio, che ha il suo punto di forza nella commistione di oggetti e abiti orientali con architettura di stile occidentale e che risulta particolarmente impressionante quando si tratta di scene di massa.
Australia è un film che va bene per qualsiasi pubblico: se ci si lascia trasportare dalla mano folle del regista e dalla bravura degli attori, su tutti la grandissima Nicole Kidman, che passa agevolmente dall’ auto-ironia all’atteggiamento altezzoso, che riesce ad essere ora appassionata e poi disperata, la storia coinvolge totalmente, grazie a quest’aura di sogno e fiaba che permea ogni dettaglio del film.
Un film che è anche una dichiarazione d’amore per l’Australia, paese che in un certo senso ha veramente un alone misterioso e che Luhrmann ha voluto nobilitare e far conoscere al pubblico di tutto il mondo. Non manca anche il messaggio sociale importante: nel film è aspra la critica ai fatti legati alle “generazioni rubate”, bambini nati da madri aborigene e padri bianchi che dovevano essere allontanati dalle loro famiglie “per togliere il nero che è in loro”.
Unico appunto che si può fare al regista è di non aver saputo sviluppare la sua creatura con il giusto distacco, facendosi prendere a volte un po’ troppo la mano nel voler inserire molti elementi che gli stanno a cuore, ma in un film dall’ambizione così forte passare la misura era estremamente facile.
L’importante per il regista è raccontare una storia e questa sua quarta enorme fatica è una favola epica e romantica, un’avventura pericolosa ma che trova il suo sospirato happy ending, il tutto confezionato alla perfezione e con immagini che sono una vera gioia per gli occhi.
Speriamo che non ci vogliano altri sette anni per vedere un nuovo film del geniale Baz.
La citazione: "La cosa più preziosa che un uomo possiede è la sua storia. Bisogna cercare di viverne una buona"
Voto: ♥♥♥1/2
Uscita italiana: 16 gennaio 2009
Pubblicato su Meltin'Pot
Insomma t'è piaciuto così così.
RispondiEliminaLo so sono l'unica a cui è piaciuto (insieme al New York Times)...ma che ci posso fare: io lo amo a Baz!
RispondiElimina:-)
Non mi convince, cioè non è il mio genere preferito, ma credo che una possibilità Baz se la meriti
RispondiEliminaA me non è piaciuto Romeo+Giulietta e nemmeno Mouline rouge (che però dovrei rivedere), per questo ho parecchie remore su questa sua ultima fatica, ma comunque lo guarderò sicuramente.
RispondiEliminaAle55andra
Ti interesserà allora sapere che su FilmTV questa settimana c'è in regalo la locandina di Moulin Rouge.
RispondiEliminaNon è granché come locandina, a dir il vero... ^^
@ Ale55andra: riguardalo Moulin Rouge, riguardalo! :-)
RispondiElimina@ Gokachu: a' chicco come osi dire che il poster di Moulin Rouge non è bello?! Cmq io in camera c'ho quello originale e pure la versione cartonata...
Perfettamente d'accordo con la recensione. Gran bel filmone. Non capolavoro come Moulin Rouge (irraggiungibile) ma grande cinema.
RispondiEliminaHo visto questo film, ed è stato molto bello, nonostante la Kidman sempre bella e Jackman affascinante, la loro storia d amore è passata in secondo piano perchè il personaggio di Nullah interpretato magnificamente da Brandon Walters è affiorato immagine dopo immagine con tutto il suo splendore mettendo in primo piano il grave e sofferto problema della Stolen Generation, purtroppo poco conosciuto in europa. Ma questo piccolo grande attore è stato magnifico, grande esempio di diritti umani!
RispondiEliminaSpero che gli agenti delle grandi produzioni cinematografiche nel futuro abbiano la sapienza e la coerenza di coltivare Brandon Walters, meraviglioso ragazzo pieno di talento vero, e dare quindi l opportunità di avverare un sogno per lui. E' come una piccola rivincita per questo popolo massacrato in passato, popolo meraviglioso.
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