mercoledì 23 dicembre 2009

Sherlock Holmes

Non così elementare, Watson.

Guy Ritchie rielabora il celebre personaggio di Sir Arthur Conan Doyle facendone un supereroe del potere deduttivo.




Capelli scarmigliati, vestiario eccentrico, propensione all'ironia perfida e pungente e un grandissimo spirito di osservazione condito da una fisicità esplosiva, che non disdegna la lotta a mani nude e non si tira indietro di fronte a sangue e sudore.

Un supereroe dei fumetti o una simpatica canaglia da far west?


Lo Sherlock Holmes di Guy Ritchie è l'uno e l'altro: scalmanato e irrequieto e allo stesso tempo riflessivo ed estremamente intelligente. Il celebre humour inglese è esasperato all'ennesima potenza facendo di Holmes un tuttologo quasi arrogante, troppo colto e arguto rispetto alla gente comune, e per questo spesso superbo e annoiato da tutto ciò che non sia intellettualmente stimolante.

Come una sorta di dottor House dell'ottocento, il nuovo Holmes carpisce l'anima delle persone con pochi sguardi, cogliendo dettagli impercettibili e invisibili ai più.



Mark Strong e Robert Downey Jr.



Non poteva esserci attore più adatto di Robert Downey Jr. per cogliere la difficile sfida: attore sul set e nella vita, personaggio a sè, Downey Jr. è uno di quei rari artisti che sanno unire all'innato e manifesto talento un carisma magnetico, una personalità talmente forte da rendere migliore il personaggio e la pellicola in cui recita.


Il suo Holmes è ironico, folle, a tratti allucinato, assolutamente irresistibile: le scene in cui il detective programma le sue azioni fino al minimo dettaglio sono da antologia.

A supportare la gigioneria di Downey Jr. il bel Jude Law nei panni di Watson, con un'interpretazione e un ruolo che sono l'esatto opposto di quelli del collega: abiti impeccabili, aplomb da vero english man e recitazione compassata ne fanno la spalla ideale per l'esplosivo Holmes.

Un rapporto più che ambiguo quello delineato da Ritchie, ma avvincente: la forte amicizia e complicità tra i due è una delle risorse del film.

A sfidare questo geniale duo è il mefistofelico Lord Blackwood - con le sembianze del granitico Mark Strong, attore feticcio di Ritchie - un sinistro figuro con manie di grandezza e la passione per la magia nera.

L'avvincente lotta tra la paura e la razionalità, tra le emozioni che annebbiano la mente e gli occhi e la forza dei fatti è il nocciolo della pellicola e metafora dell'eterno scontro tra il bene e il male, tra la luce e il buio, tra la logica e l'ignoranza.



Robert Downey Jr. e Jude Law


Adrenalinico, curato nei minimi dettagli, ricco e avvincente, questo nuovo Sherlock Holmes farà forse storcere il naso ai fedelissimi fan dei libri originali ma entusiasmerà chi ama le storie ben congegnate e avvincenti.

Guy Ritchie si riconferma un regista di talento, dal potere visivo notevole e dal grande senso del ritmo e soprattutto del divertimento.

Qualità non così elementari, Watson.


La citazione: "Nessuna ragazza vorrà sposare un medico che non distingue un morto dai vivi!"

Voto: ♥♥♥ 1/2



Pubblicato su MPnews.it




7 commenti:

  1. un po' deludente anche se non annoia mai... però sherlock è sherlock, non può fare a botte ogni tre secondi!! per me guy ritchie stavolta l'ha fatta fuori dal vaso..!

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  2. @Lessio: l'ho scritto nella recensione che i fan della serie originale storceranno il naso: te sei il primo! Però come film d'azione funziona alla grande secondo me. E Downey Jr. è un mito vero!

    @Lorenzo: grazie per i complimenti!
    Vi linko subito.
    Buon Natale!

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  3. un film che non voglio perdermi XD
    ..e Buon Natale cara ^^

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  4. o questi riadattamenti moderni non li sopporto, anche perchè non reggo questa ironia sagace e irriverente dei protagonisti, questa "gigioneria" odiosa, questo humor tipicamente americano. Non li sopporto. E sicuro come il fatto che oggi è natale non lo vedrò ma ti auguro tanti auguri, ciao!

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  5. A me il film ha ricordato -l'associazione è un po' bizzarra- l'ultimo disco dei Portishead, "Third", nel quale Beth Gibbons e soci avrebbero potuto fare una copia dei primi due dischi -fingendo che il tempo non è passato, ovvero realizzando un falso storico- oppure un disco di rottura che non c'entrava niente con i precedenti, e alla fine hanno optato per l'uno e l'altro (o nessuno dei due), facendo un disco dei Portishead che a un primo ascolto non sembra un disco dei Portishead, eppure -superata la forma- sì che lo è, si riconosce in tutti i suoi elementi. Lo stesso ha fatto Ritchie con Holmes, riuscendo a farlo diventare qualcosa di diverso, senza tradire la sua essenza (1+1=3?).
    Non è proprio un riadattamento moderno secondo me, nè un'interpretazione verso cui storcere il naso: semplicemente vi si riconosce il tradizionale Sherlock Holmes, ma passando attraverso altre strade.
    Infine, povero sarebbe il cinema in cui il regista e lo sceneggiatore non hanno voglia di rischiare: Guy Ritchie ha trasformato il vecchio Holmes nel personaggio di uno dei suoi film, e allo stesso tempo il suo mondo si è piegato alle logiche di quello di Holmes.
    Comunque un film davvero avvincente, che piacerà a tutti i nostalgici di Bud Spencer e Terence Hill!
    Saluti e complimenti per il blog che leggo spesso anche se non commento quasi mai.

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  6. @Smilla: uno dei migliori in sala al momento! ^^

    @Testadicinema: ma il regista è inglese non americano! Quindi l'umorismo è meno sguaiato. Una possibilità potresti concederla! :)

    @Signor Dionigi: WOW! Che bel commento!!! Sono perfettamente d'accordo con te. Rende benissimo l'idea. Sono onorata di essere letta da un appassionato come te!

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  7. Perfettamente d'accordo con @Signor Dionigi!!! Film davvero da non perdere!
    Complimenti per il blog! :)

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